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De Mistura: partecipazione a missioni peacekeeping fondamentale

“La partecipazione italiana alle operazioni di peacekeeping resta fondamentale. L’alternativa sarebbe molto grave: noi perderemmo la nostra capacità di influenzare delle operazioni che sono fondamentali nelle zone spesso limitrofe all’Italia”. Lo ha detto il sottosegretario Staffan De Mistura in un video-intervento alla conferenza ‘Il ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali, organizzata dall’Istituto Affari Internazionali e dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, sottolineando quindi che l’Italia non dovrebbe ridurre la propria presenza nelle missioni internazionali.


Militari italiani eccellenze



Il sottosegretario, inoltre, ha ricordato i cambiamenti strategici e di approccio che hanno coinvolto, nei decenni, il ruolo dell’Onu e nelle Nato. Organizzazioni nelle quali “i militari italiani sono stati davvero delle eccellenze. La loro professionalità è aumentata enormemente, la loro capacità di comunicare linguisticamente è diventata equivalente o maggiore di molte altre nazioni. Hanno un equipaggiamento molto adeguato alle guerre poliedriche e asimmetriche di oggi e hanno la capacità di adeguarsi al contatto con l’opinione pubblica locale”, ha aggiunto.


In quest’ottica, secondo De Mistura, in Afghanistan “dovremmo accelerare il nostro ‘redeployment’ per poter essere pronti altrove”. Il sottosegretario ha osservato che, “come hanno fatto anche i francesi, uno può essere coerente, e lo siamo stati per 12 anni, ma nello stesso tempo non rimanere molto, troppo a lungo quando in effetti gli stessi afghani hanno dimostrato che possono benissimo gestire, nonostante il Paese non sia perfetto, le operazioni di peacekeeping interno”.

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