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Luigi Di Maio: ” Le migrazioni non sono solo una sfida per Spagna e Italia, interessano tutta la UE”

– Questo venerdì si tiene il Fórum de Diálogo España-Italia, due paesi che nell’ultimo anno hanno più volte difeso di voler essere un contrappeso a la influenza dei soci del nord Europa. Lei è ottimista su questa alleanza? Durerà? 

Roma e Madrid vantano un’intesa profonda su numerose tematiche europee: dalle politiche economiche e finanziarie dell’UE alla finalizzazione del nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Questo senza mai porsi in un’ottica antagonista nei confronti di altri “blocchi” di Paesi, ma lavorando insieme per creare un’Europa più forte e coesa nell’interesse di tutti. Anche sul piano personale, il rapporto con la collega Arancha Gonzalez Laya è di amicizia, reciproca stima e grande collaborazione. Mi lasci dire anche che ci stiamo coordinando strettamente con la Spagna per favorire il rilancio del processo di pace arabo-israeliano, tanto che abbiamo avviato un esercizio congiunto volto a mantenere il tema al centro dell’agenda internazionale e a rilanciare il ruolo dell’UE su un dossier che consideriamo fondamentale per la stabilità del nostro comune vicinato.

– In quali prossimi riunioni/incontri europei ed internazionali si aspetta sintonia tra Italia e Spagna? 

L’Italia ha la Presidenza del G20 quest’anno e credo che in questo foro, a cui la Spagna partecipa come invitato permanente, i nostri due Paesi possano lavorare in sinergia. Collaboriamo anche nel quadro della COP26 dove, in qualità di partner della Presidenza britannica, siamo impegnati a consolidare i progressi ottenuti alla COP25 di Madrid.

– Si puó fare di piú? In quali questioni/dossier crede che Spagna ed Italia non giochino nella stessa squadra… e dovrebbero? 

In materia di salute e alimentazione, ad esempio, i nostri Paesi hanno obiettivi simili e possano agire insieme per promuovere la dieta mediterranea e un sistema di etichettature che tuteli le nostre eccellenze agroalimentari.

– Tutti e due i paesi sono grandi beneficiari del EU Next Generation. Lei lo farebbe diventare uno strumento permanente dell’Unione Europea? 

Next Generation EU è uno strumento straordinario. Ora si apre una fase impegnativa, perché gli Stati membri dovranno realizzare riforme e investimenti in tempi serrati, puntando sulla transizione ecologica e digitale. I nostri Paesi sono chiamati all’impegno maggiore, avendo i piani più consistenti.

Per il futuro vedremo, di certo per ripartire serve uno sforzo corale e obiettivi ambizioni, che tutta l’UE dovrebbe sostenere con compattezza.

– L’Italia è molto attiva in Libia, un paese nel quale Roma ha interessi geopolitici e commerciali. Che state negoziando? La rivalità con Parigi è risolta?

L’Italia è molto attiva in Libia e non potrebbe essere diversamente, vista la vicinanza geografica, la storia comune, gli interessi che ci legano al Paese nordafricano e la sua importanza per la sicurezza di tutta l’Europa. Negli ultimi anni siamo stati in prima linea per favorire il processo di Berlino sotto egida ONU. Un impegno che ha cominciato a portare frutti, con la conclusione del cessate il fuoco e l’avvio del dialogo intra-libico, che ha portato ad una nuova autorità esecutiva unificata e transitoria in vista delle elezioni che i libici si sono impegnati a organizzare per il 24 dicembre.

In questo sforzo, il coordinamento con gli altri partner è più che mai necessario e posso assicurarle che l’intesa con la Francia è solida, come confermato recentemente anche dalla visita congiunta in Libia con i Ministri Le Drian e Maas dello scorso marzo.

– Qualche settimana fa, un ministro francese ha detto che Italia e Spagna controllano ‘male’ l’immigrazione. Che risponde? 

Le migrazioni non rappresentano una sfida soltanto per gli Stati di frontiera, come Italia e Spagna, ma riguardano l’intera UE e quindi necessitano di una risposta comune basata sul principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità.

– É d’accordo con la creazione di una missione di soccorso europeo in mare? Quest’anno sono morti già il triplo di migranti nel Mediterraneo centrale. 

Salvare chi si trova in pericolo di vita in mare è un obbligo internazionale e di diritto umanitario. L’Italia non è mai venuta meno a tale obbligo, svolgendo una straordinaria azione il cui valore è riconosciuto da tutti. Vista la dimensione del fenomeno migratorio, serve un approccio sistemico alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo con il contributo concreto dell’UE e dei suoi Stati membri.

– Nel G7 d’Inghilterra, si è deciso di competere con la China, ma ci sono state differenze su quanto aggressiva dovrà essere la posizione del gruppo. Lei, che vorrebbe?  

Dal vertice di Carbis Bay è emerso un ampio consenso sulla necessità di dialogare con Pechino in modo articolato e bilanciato. Con la Cina è necessario mantenere un dialogo fermo e franco per affrontare con chiarezza le questioni che ci vedono distanti e per difendere i valori democratici in cui crediamo. Allo stesso tempo, il dialogo deve mirare anche a costruire le condizioni per coinvolgere la Cina nelle grandi sfide globali e ad avere relazioni economiche equilibrate, basate su regole certe e leale concorrenza.

– É appena tornato dall’Ucrania, un paese in conflitto da anni con la Russia. Pensa che le sanzioni contro Mosca debbano mantenersi? 

A Kiev ho ribadito la posizione italiana di sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina e agli sforzi per una soluzione in linea con gli Accordi di Minsk. Le sanzioni sono uno strumento per raggiungere un obiettivo. Siamo consapevoli che questo significa pagare un prezzo e siamo disposti a pagarlo per difendere i valori fondamentali del diritto internazionale. Sono messaggi che ripetiamo costantemente a Mosca, con cui manteniamo aperto il dialogo per indurla a contribuire costruttivamente alla stabilizzazione dell’Ucraina.

– É soddisfatto della gestione di Draghi fin’ora? 

Il Governo Draghi è nato con obiettivi precisi: sconfiggere il virus, portare l’Italia fuori da una crisi e avviare la ripresa su basi eque e sostenibili. La dimensione europea e internazionale è essenziale per raggiungere questi obiettivi e l’Italia sta senz’altro esercitando un ruolo di leadership nel promuovere una visione comune, che punti sul green e sul digitale.

 

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Luigi Di Maio: “Las migraciones no son un desafío solo de España e Italia, afectan a toda la UE”

En la actual legislatura italiana ha habido pocos supervivientes. Uno de ellos es Luigi Di Maio Avellino, 1986 , el exlíder del Movimiento 5 Estrellas y actual ministro italiano de Exteriores. Un cargo que Di Maio ha conservado abandonando las opiniones más anticonformistas de sus inicios, por posturas públicas más europeístas y atlantistas. Con este preámbulo como punto de partida, este sábado, en el marco del 18 foro de Diálogo España-Italia, Di Maio debatirá junto con su homóloga española Arancha González Laya, sobre el futuro de la Unión Europea, un club al que ambos países se han esforzado por enviar un mensaje de unidad, de cara a convertirse en un contrapeso a la influencia de sus socios del norte de Europa. Antes, conversa en exclusiva con EL PERIÓDICO.

 ¿Se siente optimista sobre esta alianza? ¿Durará? 

 Roma y Madrid sintonizan profundamente sobre múltiples temas europeos: desde las políticas económicas y financieras de la UE, hasta el nuevo pacto sobre Migración y Asilo. Hay que trabajar juntos para crear una Europa más fuerte y compacta para todos, sin rivalizar nunca con otros bloques de países. A nivel personal, la relación con la colega Arancha Gonzalez Laya es de amistad, aprecio mutuo y buena colaboración. Y también permítame decir que nos estamos coordinando con España para favorecer el relanzamiento del proceso de paz árabeisraelí. Lo consideramos fundamental para la estabilidad de nuestro vecindario común.

 ¿Cuáles son las próximas citas internacionales en la que se espera que se exhiba la sintonía con España? 

 Este año, Italia preside el G 20 y creo que en este foro, en el que España participa como invitado permanente, nuestros países pueden trabajar juntos. Colaboramos también en el marco del COP26 [la Conferencia de las Naciones Unidas sobre el Cambio Climático de 2021 , donde, en calidad de socios de la presidencia británica, nos hemos comprometido a consolidar los avances obtenidos en la COP25 de Madrid.

 ¿En qué sectores cree que Italia y España aún no juegan en el mismo bando y deberían? 

 En materia de salud y alimentación, por ejemplo, nuestros países tienen objetivos parecidos, y pueden actuar juntos para promover la dieta mediterránea y un sistema de etiquetas que tutele nuestras excelencias agroalimentarias.

Italia y España son los grandes beneficiarios de los fondos de la UE Next Generation. ¿Usted lo convertiría en una herramienta permanente? 

 Next Generation EU es una herramienta extraordinaria. Pero ahora se está abriendo una fase de desafíos, ya que los Estados miembros tendrán que llevar a cabo reformas e inversiones en un marco de tiempo ajustado, centrándose en la transición ecológica y digital. Nuestros países están llamados aun compromiso mayor, ya que sus planes son más consistentes. De cara al futuro, veremos; está claro que para volver a empezar es necesario un esfuerzo conjunto, así como objetivos y ambiciones que toda la UE debería compartir con unidad.

 Italia ha estado muy activa en Libia. ¿Qué se está renegociando? ¿La rivalidad con París ha sido resuelta? 

 Italia es muy activa en Libia y no podría ser de otra manera, dada la proximidad geográfica, la historia común, los intereses que nos unen al país norteafricano y su importancia para la seguridad de toda Europa. En los últimos años, hemos estado en primera línea para favorecer el proceso de Berlín apoyado por la ONU. Este compromiso ha comenzado a dar sus frutos, con el alto el fuego y el inicio del diálogo intra-libio, que ha dado lugar a una nueva autoridad ejecutiva unificada de transición, y elecciones que los libios se han comprometido a organizar para el 24 de diciembre. La coordinación con los demás socios es hoy más necesaria que nunca, y también puedo asegurarle que la alianza con Francia es sólida, como confirma mi visita de marzo a Libia con el ministro de Exteriores [de Francia, JeanYves] Le Drian y [el de Alemania, Heiko] Maas. Hace unas semanas, un ministro francés dijo que España e Italia “controlan mal” la inmigración. Las migraciones no son un desafío solo de los estados fronterizos, como Italia y España, sino que afectan a toda la UE y, por lo tanto, requieren de una respuesta común basada en el principio de solidaridad y reparto justo de responsabilidades.

 ¿Está de acuerdo con la propuesta de crear una misión de rescate de la UE en el mar? Este año han muerto tres veces más migrantes en el Mediterráneo central. 

 Salvar a quienes corren peligro de muerte en el mar es una obligación de derecho internacional y humanitario. Italia nunca ha fallado en cumplir con esta obligación [… Pero, dada la dimensión del fenómeno migratorio, es necesario un enfoque sistémico de la gestión de los flujos migratorios en el Mediterráneo con un aporte concreto de la UE y de sus Estados miembros.

 En el G 7 de Inglaterra, se acordó competir contra China, pero hubo menos unidad en cómo debe ser de agresiva la postura del grupo. 

 Con China es necesario mantener un diálogo firme y franco para afrontar con claridad los temas que nos ven distantes y defender los valores democráticos en los que creemos. Al mismo tiempo, el diálogo también debe apuntar a construir las condiciones para involucrar a China en los grandes desafíos globales y tener relaciones económicas equilibradas, basadas en ciertas reglas y una competencia leal.

 Acaba de volver de Ucrania, país que mantiene un conflicto con Rusia y ahora será excluido del gasoducto Nord Stream 2. ¿Está de acuerdo con las sanciones contra Moscú? 

 En Kiev, reafirmé la posición italiana de apoyo a la integridad territorial y la soberanía de Ucrania, una solución en línea con los Acuerdos de Minsk. Las sanciones son una herramienta para lograr un objetivo. Somos conscientes de que esto significa pagar un precio y estamos dispuestos a pagarlo para defender los valores fundamentales del derecho internacional. Son mensajes que repetimos constantemente a Moscú, con la que mantenemos abierto el diálogo para que contribuya de forma constructiva a la estabilización de Ucrania.

¿Está satisfecho del Gobierno de Mario Draghi? 

El Gobierno de Draghi nació con objetivos específicos: derrotar el virus, sacar a Italia de una crisis, y emprender la vía de la recuperación de forma equitativa y sostenible.

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