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I ministri Tajani e Schallenberg «Dalla concessione dello status di Paese candidato all’Ue all’avvio del piano di riforme: il 2023 segni una vera svolta» (Il Piccolo)

I ministri Tajani e Schallenberg «Dalla concessione dello status di Paese candidato all’Ue all’avvio del piano di riforme: il 2023 segni una vera svolta»  (Il Piccolo)
I ministri Tajani e Schallenberg «Dalla concessione dello status di Paese candidato all'Ue all'avvio del piano di riforme: il 2023 segni una vera svolta» (Il Piccolo)

Per la Bosnia-Erzegovina, il 2023 è iniziato con una nota positiva. La concessione dello status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea nel dicembre 2022 rappresenta un segnale chiaro che il futuro della Bosnia ed Erzegovina è nell’UE. A Bruxelles, Italia e Austria hanno sostenuto con forza il raggiungimento di questo obiettivo. Dopo le elezioni nell’ottobre 2022, il Governo a livello statale si è insediato rapidamente. Un elemento centrale del programma dell’attuale esecutivo riguarda la realizzazione di progressi tangibili verso l’adesione all’UE. Si tratta di segnali promettenti che vanno nella giusta direzione. È dunque necessario sfruttare questo momento positivo. È ora necessario che tutti i soggetti politici si impegnino ad affrontare le problematiche rimaste irrisolte da troppo tempo e attuino le riforme necessarie per portare avanti il processo di integrazione europea. L’Italia e l’Austria continueranno a sostenere la Bosnia ed Erzegovina in questo percorso.

Nel concedere lo status di Paese candidato, l’Unione Europea e gli Stati Membri sono stati chiari su ciò che ci aspettiamo in tema di riforme. La Bosnia ed Erzegovina deve continuare a fare progressi nelle otto aree di riforme, così come nelle quattordici priorità richieste per l’apertura dei negoziati di adesione all’UE. È pertanto necessario che le autorità della Bosnia ed Erzegovina facciano ogni sforzo in questa direzione, mettendo le riforme al centro delle loro priorità.

I cittadini della Bosnia ed Erzegovina hanno aspettato troppo a lungo. Troppi anni sono stati persi a causa della stagnazione economica e politica. Troppi talenti, troppi giovani, troppe famiglie hanno dovuto lasciare il Paese. È necessario che tutte le istituzioni della Bosnia ed Erzegovina lavorino assieme per dare nuovo slancio al processo di riforme, dando vita a un clima di fiducia reciproca, alimentando un dialogo costruttivo e un’efficace cooperazione.

Onestà politica e trasparenza verso la popolazione sono due elementi essenziali. Le riforme per rafforzare lo Stato di diritto o la lotta contro la corruzione non sono imposte dall’esterno alla Bosnia ed Erzegovina. Piuttosto, esse rappresentano fattori chiave per migliorare la vita di tutti i giorni dei cittadini. Queste riforme sono essenziali per la prosperità della Bosnia ed Erzegovina e della sua popolazione. Non si tratta di un esercizio burocratico, bensì di un legittimo interesse della popolazione bosniaca. Sono un’opportunità di successo. Più di questo, in un’epoca caratterizzata dal ritorno della guerra nel continente europeo e da una crescente incertezza geopolitica, queste riforme sono un investimento per un futuro prospero e sicuro. Questo è quanto dovrebbe essere chiaramente comunicato a chi vive in Bosnia ed Erzegovina.

È incoraggiante vedere gli Stati Membri UE e gli altri partner internazionali aumentare il loro sostegno e il loro impegno nell’operazione EUFOR Althea per garantire la pace e la sicurezza in Bosnia ed Erzegovina. La brutale guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina mira ad indebolire le basi dell’ordine internazionale fondato sul diritto. La guerra di Putin rappresenta un attacco diretto contro la Carta delle Nazioni Unite su cui per quasi 80 anni hanno fatto affidamento non solo gli Stati europei ma tutti i Paesi del mondo.

In quanto Paese candidato, ci attendiamo che la Bosnia ed Erzegovina si posizioni in modo chiaro e si allinei alla Politica estera e di sicurezza Comune dell’UE. La strada per l’Europa è a doppio senso. Ma bisogna essere chiari: questa strada passa da Bruxelles non da Mosca.

Oggi, 10 marzo, siamo in visita in Bosnia ed Erzegovina per incontrare le nuove Autorità bosniache con l’intento di ribadire questi messaggi. In quanto Ministri degli Esteri di due Stati Membri con un lungo trascorso a sostegno della Bosnia ed Erzegovina, possiamo assicurare i suoi cittadini e le sue istituzioni che non sono soli in questo percorso. Ma non sono soltanto l’Italia e l’Austria a credere in un futuro europeo comune, tutta l’Unione Europea e i suoi Stati Membri sostengono la Bosnia ed Erzegovina, soprattutto in questi tempi così complessi. Senza la Bosnia ed Erzegovina e i Balcani Occidentali, l’UE rimarrà incompleta.

Adesso è il momento per il Governo e i cittadini della Bosnia ed Erzegovina di intraprendere il sentiero delle riforme con rinnovato slancio per cogliere tutte le opportunità che l’Europa offre al vostro Paese: sarete architetti del vostro futuro, e noi saremo dalla vostra parte.

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