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Cooperazione allo Sviluppo dell’Unione Europea

Insieme, le istituzioni e i Paesi dell’UE sono il primo donatore globale nella cooperazione allo sviluppo, che rappresenta uno dei quattro assi dell’azione esterna dell’Unione.

La cooperazione allo sviluppo dell’UE trova la propria base giuridica nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE, titolo III). Il suo obiettivo principale è la riduzione e, a lungo termine, l’eliminazione della povertà. Si rivolge ai Paesi che ne hanno maggior bisogno e investe le proprie risorse in protezione sociale, sanità, istruzione, lavoro, sviluppo industriale, agricoltura sostenibile ed energia. La politica di sviluppo dell’UE si è evoluta nel corso del tempo: ai suoi esordi era limitata ai Paesi e territori d’oltremare associati all’UE; oggi si rivolge a 150 Paesi partner in Africa, America latina e Caraibi, Asia e Pacifico.

In linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’UE finanzia e realizza attività e iniziative in cinque aspetti dello sviluppo sostenibile:

  • persone: eliminare la povertà e la fame in tutte le forme e garantire dignità e uguaglianza;
  • pianeta: proteggere le generazioni future dalla distruzione dell’ambiente e dall’esaurimento delle risorse;
  • prosperità: garantire una vita prospera e gratificante in armonia con la natura;
  • pace: realizzare società pacifiche, giuste e inclusive;
  • partnership: attuare la cooperazione allo sviluppo attraverso partenariati a livello mondiale.

Per maggiori informazioni circa l’azione e l’impegno dell’Unione Europea visita: Cooperazione allo sviluppo (europa.eu)

Al finanziamento delle attività di azione esterna di cooperazione allo sviluppo è dedicato uno strumento finanziario denominato “Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI)”. Dotato di risorse per un totale di circa 80 miliardi di euro per sette anni (2021-2027), Lo Strumento NDICI concentra le proprie attività in quattro grandi settori:

  1. aree geografiche, Paesi del vicinato (ai confini dell’Unione Europea), Paesi dell’Africa Subsahariana, Paesi dell’Asia e del Pacifico, Paesi dell’America e dei Caraibi;
  2. aree tematiche, per il finanziamento di attività di risposta a questioni di natura globale e/o politica (diritti umani, democrazia, pace e stabilità e organizzazioni della società civile);
  3. la “risposta rapida”, per la gestione delle crisi e la prevenzione dei conflitti;
  4. le priorità e le sfide emergenti, con una riserva di risorse non pre-allocate da dedicare alla risposta ad eventi imprevisti.

Per contribuire all’elaborazione delle politiche dell’Unione Europea in materia, l’Italia partecipa al Gruppo di lavoro sulla cooperazione allo sviluppo e i partenariati internazionali (CODEV-PI). Tale gruppo definisce le priorità politiche, gli obiettivi e le modalità di intervento dell’UE nel settore della Cooperazione allo Sviluppo con i Paesi terzi, in conformità con gli articoli 208-212 del TFUE.

Nell’ambito della politica di cooperazione, il Gruppo contribuisce alla predisposizione degli orientamenti strategici del Consiglio su diversi temi, tra cui:

  • la promozione di uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile, finalizzato all’eliminazione della povertà;
  • il coordinamento delle politiche di sviluppo tra gli Stati membri, incluse eventuali iniziative congiunte;
  • il rispetto e l’attuazione degli impegni assunti dall’UE e dai suoi Stati membri in sede internazionale;
  • la definizione delle misure necessarie per l’attuazione della politica europea di cooperazione allo sviluppo.

Il gruppo di lavoro presiede inoltre alla preparazione delle riunioni del Consiglio Affari Esteri nella sua configurazione “Sviluppo”.


TEAM EUROPE

Per rispondere in modo più efficace alle sfide che l’Unione Europea e i suoi Stati membri si trovavano ad affrontare nel sostenere i Paesi partner e nel migliorare la cooperazione reciproca durante i primi mesi della pandemia, nel 2021 la Commissione Europea lanciò lo strumento del Team Europe. Il successo di questa iniziativa, capace di unire in un autentico spirito di squadra le risorse e le competenze delle istituzioni europee e dei singoli Stati membri, ha determinato un profondo cambiamento nell’approccio dell’Unione alla propria azione esterna. Oggi, la Commissione Europea e gli Stati membri operano in modo sempre più coordinato per massimizzare l’impatto delle rispettive strategie di cooperazione allo sviluppo. A concretizzare questo nuovo metodo di lavoro contribuisce il modello delle Iniziative Team Europe (Team Europe Initiatives – TEI), concepito come piattaforma di coordinamento per l’attuazione di programmi di ampio respiro nei Paesi partner.

All’interno delle TEI, ciascun attore – la Commissione e gli Stati membri – partecipa alla realizzazione di una componente dell’iniziativa, contribuendo a un progetto comune che nessuno di essi potrebbe sostenere singolarmente. Queste iniziative, realizzate sia a livello nazionale nei singoli Paesi partner sia su scala regionale o continentale, consentono di amplificare in modo significativo l’impatto e la visibilità dell’aiuto europeo, superando i risultati ottenibili dalle singole azioni nazionali.

WBT Team Europe | Capacity4dev (europa.eu)

 

COOPERAZIONE DELEGATA

In base a quanto previsto dai Trattati Istitutivi dell’Unione Europea, nell’attuazione delle politiche di Cooperazione allo Sviluppo, la Commissione può avvalersi delle istituzioni e delle agenzie degli Stati membri attraverso il meccanismo della cosiddetta cooperazione delegata.

Tali istituzioni o agenzie nazionali sono debitamente certificate dalla Commissione stessa sul piano contabile e amministrativo secondo quanto prescritto dall’articolo 157 del Regolamento Finanziario (UE) n. 947/2021. Questo richiede alla Commissione di verificare che i soggetti cui intende demandare la gestione dei progetti siano in possesso di sistemi, norme e procedure interne che garantiscano un’adeguata tutela degli interessi finanziari della UE. Tale verifica prende il nome di “pillar assessment”: in caso di esito positivo di detto esame, l’entità “pillar assessed” potrà essere scelta dalla Commissione per attuare le iniziative di cooperazione allo sviluppo.

Lo strumento della cooperazione delegata rappresenta un’importante opportunità per promuovere il Sistema Italia: la partecipazione alla realizzazione di iniziative europee consente, da un lato, di valorizzare le competenze e le esperienze che contraddistinguono positivamente il nostro Paese e, dall’altro, di favorire il coinvolgimento di attori italiani nei programmi di cooperazione allo sviluppo.

Attualmente, l’Italia può contare su una pluralità di soggetti pillar assessed, operanti in diversi ambiti geografici e tematici. Il principale tra essi è l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), affiancata da altri enti come Cassa Depositi e Prestiti, SACE, Stato Maggiore Difesa e Arma dei Carabinieri, Ministero dell’Interno, Istituto Italo-Latino-americano (IILA), EUTALIA.

 

COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA

L’Italia partecipa attivamente anche all’attuazione della Cooperazione Territoriale Europea (CTE), una delle componenti della Politica di Coesione dell’UE che mira a promuovere la collaborazione tra i territori dei diversi Stati membri della UE e tra questi e i Paesi del vicinato meridionale e orientale. La CTE, attraverso i programmi INTERREG, sostiene la realizzazione di azioni congiunte, scambi di esperienze e costruzione di reti tra attori nazionali, regionali e locali, al fine di promuovere uno sviluppo economico, sociale e territoriale armonioso dell’Unione Europea nel suo insieme. Nell’attuazione della CTE, l’Italia è impegnata nella governance di entrambi i Programmi Interreg che coinvolgono i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, INTERREG NEXT MED e INTERREG NEXT Italia – Tunisia, cruciali negli sforzi volti a coltivare relazioni di collaborazione fra la sponda sud e nord del Mediterraneo. I due programmi hanno le proprie Autorità di Gestione rispettivamente nella Regione Autonoma della Sardegna e nella Regione Siciliana, a ulteriore testimonianza del rilievo che il nostro Paese riveste nella politica di cooperazione tra l’Unione Europea e la sponda sud del Mediterraneo.

 

AIUTI UMANITARI E PROTEZIONE CIVILE

L’Unione Europea presta assistenza ai Paesi e alle popolazioni, sia in Europa che all’estero, in caso di catastrofi gravi o di emergenze umanitarie.

Insieme, i Paesi dell’UE sono il maggiore donatore mondiale di aiuti umanitari e forniscono ogni anno assistenza a milioni di persone in tutto il mondo. Gli aiuti ammontano all’1% del bilancio totale annuale dell’UE, pari approssimativamente a 4 euro per cittadino europeo.

L’azione dell’UE è guidata dai principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza. Gli aiuti vengono distribuiti tramite più di 200 organizzazioni e agenzie partner internazionali e locali, con il supporto di migliaia di volontari europei.

Tutti i cittadini europei o coloro che soggiornano per un lungo periodo in uno Stato membro dell’UE possono partecipare a un programma di volontariato europeo per l’aiuto umanitario.

Attraverso il meccanismo di protezione civile dell’Unione, l’UE, insieme ad alcuni Paesi europei tra cui l’Italia, svolge un ruolo fondamentale nel coordinamento delle risposte alle crisi in Europa e nel mondo. Le emergenze concrete e potenziali sono monitorate costantemente e i Paesi partecipanti cooperano anche sulla valutazione dei rischi, la preparazione e la pianificazione della prevenzione delle catastrofi.

Il soccorso di emergenza può essere fornito sotto forma di generi alimentari, alloggi o attrezzature, squadre appositamente attrezzate o attività di valutazione e coordinamento condotte da esperti inviati sul campo. Le squadre di soccorso, gli esperti e le attrezzature dei Paesi partecipanti sono tenute a disposizione, in modo che l’UE possa fornire risposte rapide in tutto il mondo.

Per maggiori informazioni circa l’azione e l’impegno dell’Unione Europea nel campo umanitario visita: Aiuti umanitari e protezione civile (europa.eu)