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SIRIA: regime Assad sotto accusa all’Onu – L’Italia, tregua per consentire accesso a convogli umanitari

ORE 12.00 – SIRIA: Terzi, comunità internazionale agisca compatta. Annan incontra opposizione siriana (Cns) che dice: se si ferma repressione deponiamo le armi


“Il regime siriano conferma ferocia e cecità politica. La comunità internazionale agisca compatta e senza ulteriori indugi. Basta massacri” – lo scrive il Ministro Giulio Terzi in un tweet, mentre ad Ankara l’inviato di Onu e Lega araba Kofi Annan incontra l’opposizione siriana (il Consiglio nazionale siriano, Cns) che promette “piena cooperazione” politica e dice che “se la repressione siriana si ferma”, anche “l’esercito siriano libero cesserà di combattere”.


12 Marzo 2012


La repressione in Siria non si ferma. Il Consiglio nazionale siriano (Cns) ha denunciato nuove violenze contro donne e bambini nella città di Homs, chiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. E da New York, il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon ha parlato di uso “sproporzionato” della forza in alcune città da parte del regime, esortandolo quindi ad aderire “entro pochi giorni” alle proposte dell’Onu e della Lega Araba, che prevedono sostanzialmente l’arresto immediato della violenza, l’accesso degli operatori umanitari e il dialogo politico.


Tali proposte sono state formulate a Damasco dall’Inviato Speciale di Onu e Lega araba, Kofi Annan, al presidente Bashar Al Assad, senza peraltro giungere ad un accordo. Da Ankara Kofi Annan ha detto che “le uccisioni di civili (in Siria) devono fermarsi ora. Il mondo deve mandare al regime siriano un messaggio chiaro, che questa situazione è inaccettabile”. Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha parlato di “cinismo” da parte di Assad, che ha accolto Kofi Annan mentre in diverse città del Paese “continuavano i massacri” da parte delle forze governative.


Da parte francese il Ministro degli Esteri Alain Juppè ha fatto un appello a “Cina e Russia ad ascoltare la voce degli arabi” sulla questione siriana, ed ha affermato che il regime di Damasco “dovrà rispondere dei suoi atti davanti alla giustizia”. Anche il Ministro russo Sergej Lavrov ha espresso preoccupazione per la situazione, ma ha anche ammonito sulla possibilità di una “diffusione del conflitto” dalla Siria, che potrebbe scaturire da “domande affrettate per un cambiamento di regime.


Anche per l’Italia, come più volte sostenuto dal Ministro Giulio Terzi, la priorità è assicurare aiuti alla popolazione che “soffre”, portare aiuti a città distrutte come Homs e far cessare “questa tecnica di distruzione progressiva di ogni singolo centro che si è ribellato al potere di Assad”. La diplomazia italiana lavora, anche in sede Onu, affinché sia adottata una “tregua umanitaria e consentire l’accesso ai convogli umanitari”.


Intanto una risoluzione di condanna, con il sì dell’Italia, è stata approvata dall’UNESCO. Il Consiglio Esecutivo dopo aver sottolineato “e ampie e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle autorità siriane”, ha chiesto al governo siriano di interrompere immediatamente le violenze e di proteggere la propria popolazione. L’UNESCO fa riferimento in particolare ai propri campi di competenza, ovvero la protezione di scuole, studenti, insegnanti e la salvaguardia dei giornalisti e della libertà di stampa. Anche in questi campi, infatti, si registrano ampie violazioni nel territorio siriano.