Ha preso il via a Seul il secondo summit sulla sicurezza nucleare, con la cena di lavoro ospitata dal presidente Lee Myung-bak, subito dopo la cerimonia di benvenuto riservata agli oltre 50 leader mondiali (tra cui il premier italiano Mario Monti) e ai vertici di 4 organizzazioni internazionali.
Nell’agenda dei lavori, oltre all’aggiornamento delle azioni decise a Washington nel 2010 per prevenire terrorismo nucleare e garantire la sicurezza del ‘materiale atomico’, l’accelerazione sul fronte dei nuovi impegni per ridurre la minaccia del terrorismo nucleare e i traffici illeciti.
Nel documento finale del vertice, atteso domani pomeriggio, saranno menzionati “importanti principi in materia di sicurezza nucleare e 11 obiettivi chiave, nonché azioni specifiche per raggiungerli”, ha anticipato il Ministro degli Esteri sudcoreano Kim Sung-hwan.
Da Seul Monti ha sottolineato come l’incidente di Fukushima dimostri che “le conseguenze globali di un incidente nucleare non conoscono confini”. Per questo “occorrerà continuare a lavorare perché la sovranità nazionale non costituisca un ostacolo all’adozione di regole comuni e standard internazionali più stringenti, allo scambio di informazioni, alla trasparenza, all’adozione di meccanismi di revisione internazionali obbligatori, ed affinché sia riconosciuto il ruolo centrale dell’AIEA”.
Le ambizioni nucleari di Iran e Corea del Nord sono state oggetto di discussione negli incontri bilaterali fin qui svolti. In particolare, sul fronte coreano, Cina e Stati Uniti – al termine di un faccia a faccia tra Barack Obama e Hu Jintao – hanno concordato sulla necessità di uno stretto coordinamento nella risposta a ogni ‘provocazione potenziale’ nel lancio del satellite annunciato dalla Pyongyang.