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Siria: Onu condanna bombardamenti regime su Hula – Terzi: superato limite, pressione per proteggere civili

La comunità internazionale condanna il regime siriano per i bombardamenti a Hula, costati la vita anche a donne e bambini e il Ministro Giulio Terzi spiega che l’Italia è pronta a sostenere risoluzioni più robuste che tengano conto dell’emergenza umanitaria in Siria.


Nella notte il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito d’urgenza dopo i fatti di Hula, ha adottato una dichiarazione di condanna del regime di Assad – anche con la firma di Mosca – per aver bombardato la popolazione civile, violando così la risoluzione delle Nazioni Unite che impone a Damasco di cessare le violenze in tutte le sue forme, compreso l’uso dell’artiglieria pesante sulla popolazione civile.


Il capo della missione Onu in Siria, Robert Mood, in video collegamento, ha ammesso come “molte circostanze di quanto accaduto vadano ancora chiarite” e per questo i Quindici hanno chiesto al Segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon che venga aperta un’indagine per appurare come siano andati realmente i fatti. Alla fine nella dichiarazione è stato inserito un appello perché cessino “tutte le violenze, in tutte le loro forme e da qualunque parte provengano”.


Hula, un punto di svolta


Per Terzi il massacro di Hula “ha segnato un punto di svolta” e “non sono più sufficienti le dichiarazioni e le condanne ed è necessaria una “fortissima pressione internazionale”. “Il sostegno al piano Annan – ha aggiunto il Ministro – deve essere convinto e senza riserve, ma il regime siriano forse non ha capito che non è a tempo indeterminato e che la responsabilità della violazione delle condizioni in esso indicate ricade interamente su Damasco e sul suo rifiuto di cooperare”.


“L’unica opzione che mi sento di escludere è che proseguano i massacri”, ha sottolineato. Per questo “se necessario rafforzeremo la missione di monitoraggio fino a 2 o 3 mila unità e, se ogni altro tentativo non riuscirà a fermare le violenze e avviare un processo politico per uscire dalla crisi, occorrerà che il Consiglio di Sicurezza valuti come rendere più efficace la missione e la sua capacità di autotutela”. Per una risoluzione più robusta “il ruolo della Cina e soprattutto della Russia è cruciale”, ma “stiamo parlando di un’ ipotesi che non è al momento in discussione”, ha proseguito Terzi. “Se in futuro un simile scenario verrà proposto, occorrerà valutarne tutti gli aspetti, compresi quelli legati al concetto di responsabilità di proteggere. Se in questo quadro, o in quello più volte richiamato dei cosiddetti corridoi umanitari, dovessero intervenire risoluzioni dell’Onu, noi le sosterremo”.


Un piano per uscire dalla crisi

Una possibilità per uscire dalla crisi può essere rappresentata da un piano del Presidente americano Barack Obama per una ‘transizione morbida’ sul modello yemenita che preveda l’esilio per Assad ma lasci parte del suo governo al potere. Di questo tema si discuterà al G20 di Los Cabos, il 18 e 19 giugno con un incontro tra Stati Uniti e Russia. Terzi ha riferito che “da qualche settimana si sta pensando ad una soluzione che potrebbe essere accettabile anche per chi in Consiglio di sicurezza ha avuto più problemi finora e l’alternanza al vertice del regime siriano è sicuramente una strada da esplorare”, con “la partecipazione di tutte le forze dell’opposizione che vanno incoraggiate per ritrovare una loro unità”