L’Italia rafforza il suo impegno politico, diplomatico e umanitario per la soluzione della crisi siriana. Il Senato ha approvato con 260 sì e una astensione il decreto sulla partecipazione dell’Italia alla missione degli osservatori Onu in Siria. Il provvedimento passa alla Camera. La copertura, pari a circa 800mila euro, viene reperita dai fondi 2012 per la missione in Libano. La missione – denominata Unsmis (United nations supervision mission in Syria) e decisa da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza il 21 aprile – ha il compito di monitorare la piena attuazione della proposta dell’inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Kofi Annan, accettata dal governo siriano. La risoluzione dell’Onu prevede un iniziale dislocamento di 300 osservatori militari non armati e di un’adeguata componente civile, per un periodo iniziale di 90 giorni.
Kit medici per il trattamento di 30.000 persone
Per far fronte all’emergenza umanitaria in Siria, su istruzione del Ministro Giulio Terzi sono partiti dalla Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi aiuti della Cooperazione Italiana per la cura delle popolazioni vittime delle violenze in corso nel Paese. Kit medici per il trattamento di oltre 30.000 persone arriveranno direttamente a Damasco, dove saranno presi in consegna dall’UNHCR (l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati), per la loro successiva distribuzione tramite la Mezzaluna Rossa siriana (SARC). Ad Amman materiale per la cura di 20.000 pazienti sarà distribuito dall’Ambasciata d’Italia e dal personale della Cooperazione italiana, nelle località giordane di Mafraq e Ramtha, dove circa 21.000 profughi siriani si sono rifugiati per sfuggire agli attacchi.
Percorso credibile per una soluzione politica
L’azione diplomatica italiana è invece orientata per l’attuazione di un “percorso credibile per una soluzione politica”, in cui la Russia abbia un ruolo “fondamentale”. Il Ministro Terzi ne ha parlato con il Segretario Generale della Lega Araba Nabil El Araby. L’obiettivo, ha spiegato, è trovare una “presa concreta” del piano Annan che per ora non dà risultati” ma la cui applicazione è “urgente”, perché la popolazione è “continuamente massacrata”. La soluzione della crisi passa anche da un “coinvolgimento costruttivo della Russia”, il cui apporto è “fondamentale” non solo per il ruolo nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, ma anche per la politica di “reale rapporto” con Damasco. Nel frattempo, la missione Onu “deve essere potenziata per avere un impatto reale su quanto sta avvenendo, con una dotazione di mezzi che le consentano di operare più liberamente in condizioni di sicurezza”.
Intanto Amnesty International ha accusato il regime siriano di “crimini contro l’umanità” ai danni delle comunità sospettate di sostenere gli insorti. L’organizzazione in un rapporto sostiene di avere delle “prove” recenti che soldati dell’esercito siriano hanno strappato alle loro case e ucciso diversi civili siriani, tra cui bambini.