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Italia-Iraq – Terzi: diplomazia italiana a fianco economia e crescita

“Stiamo cercando di rafforzare sempre di più il taglio operativo della diplomazia italiana verso tematiche economiche, della crescita e di conseguenza, dell’energia. E’ una missione che ritengo fondamentale per i diplomatici nel mondo e per chi opera nella grande area dei Paesi produttori”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Giulio Terzi intervenendo alla presentazione del rapporto speciale ‘Iraq Energy Outlook’, redatto dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) e presentato presso il palazzo del’Eni.


Diplomazia per la crescita


Il ministro ha quindi ricordato le “frequenti iniziative della diplomazia incentrate su obiettivi economici, che stiamo prendendo a livello di governo per guidare azioni specifiche nei mercati più promettenti”. Iniziative, ha ricordato, “con visione di breve ma anche di medio termine che si raccordano al piano nazionale per l’energia presentato qualche giorno fa dal ministro Passera”. Anche perché quella italiana – ha rimarcato il titolare della Farnesina – è anche e “sicuramente, una diplomazia economica, una diplomazia per la crescita” con “una particolare sensibilità agli aspetti dell’energia che entrano nell’equazione crescita ma anche in quella della sicurezza del Paese”. Sul tema dell’energia, Terzi ha infine sottolineato come occorra “un approccio più sistematico” da parte dell’Ue “al tema della sicurezza energetica”. Oggi questo argomento va affrontato “in modo più pungente e convincente” da parte dell’Europa, ha concluso il ministro.


Uno di mercati potenzialmente più interessanti per l’Italia è appunto l’Iraq, paese in cui la produzione di petrolio – come prevede il rapporto dell’Aie – potrebbe quasi raddoppiare da qui al 2020, passando dagli attuali 3,2 milioni di barili al giorno a 6 milioni nel 2020, per raggiungere gli 8 nel 2035. Le stime dell’Aie prevedono anche che il Paese diventi il secondo esportatore di petrolio nel 2030 (oggi è terzo dietro la Russia), per un apporto medio annuale al Pil di circa 200 miliardi di dollari tra il 2013 e il 2035. L’80% del greggio che l’Iraq produrrà tra il 2020 e il 2035 sarà esportato verso l’Asia.


Crediamo nell’Iraq del futuro


Tra i due paesi i rapporti sono già molto intensi, come hanno dimostrato gli esiti della terza commissione mista svoltasi alla Farnesina il 18 ottobre. “Crediamo nell’Iraq del futuro, nelle sue potenzialità e continueremo a muoverci, in un quadro rispettoso di questo cammino” del Paese, “per una società libera, prospera, socialmente equa, ma anche con una visione precisa dei parametri della democrazia e del rispetto dei diritti umani”, ha sottolineato Terzi, ricordando che nell’incontro del 18 ottobre scorso con il suo omologo iracheno “abbiamo avuto rassicurazioni sugli sforzi fatti per semplificare le procedure burocratiche, dare maggiori garanzie agli investimenti e snellire” le procedure giudiziarie. Da parte irachena, ha quindi evidenziato Terzi, c’è “la volontà sincera di rendere il Paese più ricettivo agli investimenti non solo nel settore petrolifero e di dare slancio ad una relazione bilaterale con l’Italia in forte crescita”.


Il ministro degli Esteri, ricordando i “tre miliardi di euro” con l’Italia ha contribuito alla ricostruzione dell’Iraq, ha poi rimarcato come il sistema produttivo italiano abbia “interesse e disponibilità ad essere più presente in Iraq” mentre da parte delle istituzioni italiane, c’é l’intenzione di “imprimere ulteriore slancio alla cooperazione bilaterale”. Tanto che, in queste settimane, la Farnesina sta lavorando per “accelerare” i ritmi del rilascio dei visti a Bassora e nel Kurdistan iracheno, ha concluso.