Emergenza profughi e crisi alimentare sono le questioni che preoccupano maggiormente l’Unione Europea in Mali. L’allarme è stato lanciato dalla Commissaria agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva di ritorno da una missione a Bamako e in Burkina Faso, un mese dopo la sua ultima visita.
La crisi alimentare è “la principale preoccupazione” per la sicurezza in Mali, dove nel Nord non è più possibile né coltivare né raccogliere i prodotti agricoli e il Sud è in difficoltà dato l’arrivo di molti sfollati. Per questo, è l’appello lanciato dalla Commissaria Georgieva, “le parti coinvolte nel conflitto devono garantire alle organizzazioni umanitarie l’accesso” a tutte le zone del paese. L’Ue, da parte sua, è”pronta ad aumentare” i fondi per gli aiuti umanitari.
370 mila sfollati
Gli sfollati sono 370mila, ma la situazione “potrebbe cambiare” nelle prossime settimane provocando un peggioramento della situazione con “flussi massicci” a differenza di quanto avvenuto finora, ha aggiunto Georgieva, invitando Niger e Mauritania a “lasciare aperte le frontiere” come ha fatto il Burkina Faso. Bruxelles, che due giorni fa ha stanziato altri 20 milioni di euro per l’emergenza in Mali, ne ha aveva assegnati anche 50 milioni per il Sahel di cui 16 solo per il Burkina. Ma questi, ha sottolineato Georgieva, erano cifre “basate su aspettative ottimiste”, mentre ora “i bisogni possono aumentare e siamo quindi preparati ad aumentare i finanziamenti per il Mali e i paesi vicini”.
Il contributo dell’Italia
Per la soluzione della crisi in Mali anche l’Italia ha offerto il proprio contributo, stabilendo di inviare due aerei da trasporto C-130 e un aereo 767 per il rifornimento in volo, più un gruppo di istruttori (tra 15 e 24) nell’ambito della missione Ue di addestramento. Il via libera della Camera al supporto logistico italiano alla missione in Mali è stato dato martedì, in linea con la risoluzione 2085 del Consiglio Onu, per un periodo di due mesi, estendibile a tre.
Prima del voto, Terzi – riferendo alle commissioni riunite Esteri e Difesa – aveva ricordato che l’Italia, impegnata nella lotta al terrorismo, ma anche nella stabilità del Sahel, non può non essere parte della missione di addestramento europea, sottolineando che la crisi “avrà tempi lunghi” e che “senza una piena responsabilizzazione delle forze africane e maliane, difficilmente se ne potrà uscire”. Secondo Terzi, inoltre, la crisi potrebbe precipitare in “condizioni peggiori della Somalia e dell’Afghanistan”.