“Europa: riscoprire le origini federaliste per evitare il declino”. E’ questo il titolo dell’intervento del Ministro degli Esteri Emma Bonino pubblicato sull’ultimo numero della rivista East-European Crossroads, diretta da Flavio Fusi. Un intervento nel quale la titolare della diplomazia italiana analizza limiti e virtù di un’Europa che, a sessant’anni dalla sua nascita, “consente ai suoi abitanti di vivere in relativa pace, libertà e prosperità” e dove, oggi, “nessuno dei suoi Stati membri, da solo, avrebbe i mezzi sufficienti però offrire ai propri cittadini lo stesso livello di benessere, sicurezza e stabilità”. Un’Europa di certo perfettibile e oggi poco attraente ma che, è l’invito del Ministro, ha ancora la chance di percorrere una strada federalista per non imboccare quella del declino.
“Questa Europa com’è, non può piacere neppure a una europeista convinta come me”
“Questa Europa, così com’è, non può piacere neppure a una europeista convinta come me. Se l’Europa avesse ascoltato con più attenzione i moniti e i suggerimenti che negli ultimi anni le sono stati lanciati da più parti, non ci ritroveremmo nel contesto attuale, nel quale tendenze all’antieuropeismo e forme di populismo minacciano il senso profondo dell’integrazione e della comune convivenza”, è l’incipit dell’articolo di Emma Bonino, secondo la quale, tuttavia, “nel mondo continua a esistere una pressante domanda di “più Europa”. Assistiamo ogni giorno a prove concrete di come l’Unione riesca ancora a essere un potente catalizzatore, che anzitutto attrae, nella prospettiva di future integrazioni, il proprio vicinato orientale e meridionale”. Ma è di fronte agli stessi cittadini europei che l’Europa ha perso fascino, apparendo “eccessivamente introvertita rispetto a un mondo che galoppa” ed essendo sempre più “associata a scelte obbligate di austerità che, se non accompagnate ad adeguate politiche economiche volte e rilanciare la crescita, portano a recessione, disoccupazione e forti tensioni sociali”, scrive su East il Ministro che, pur non tralasciando gli importanti traguardi raggiunti da Bruxelles nel campo delle libertà fondamentali, dello Stato di diritto e della garanzia della sicurezza necessaria a scambi commerciali, sviluppo e investimenti, rimarca la necessità, per l’Ue, di “reagire, nel nostro vitale interesse”, alle tendenze attuali.
Soluzione federale necessaria sulla base di un’attenta valutazione dei costi e dei benefici
“E – è la tesi della titolare della Farnesina – per difendere la costruzione europea, e i suoi valori fondamentali, abbiamo bisogno di riscoprire il senso originario del progetto europeo, aggiornandolo alle sfide poste da questo inizio di ventunesimo secolo” tenendo presente che “nessuna soluzione, tuttavia, sarà credibile senza una dimensione politica e pienamente inclusiva dell’intera architettura europea. Abbiamo dunque bisogno di una soluzione federale”. Per Emma Bonino “il sostegno alla prospettiva degli Stati Uniti d’Europa non è dettato da motivi ideologici, ma da un’attenta valutazione dei costi e dei benefici. Un paio di anni fa ho proposto una “Federazione leggera”, un modello istituzionale che, non assorbendo più del 5% del Pil europeo, potesse finanziare le funzioni essenziali di governo come la politica estera e di sicurezza, la ricerca scientifica, le grandi reti infrastrutturali. Purtroppo la maggior parte dei governi europei è riluttante nei confronti di questo progetto, e le conseguenze negative di questa indecisione sono sotto gli occhi di tutti: le iniziative in sede europea rimangono frammentate e inefficaci, si sprecano risorse, e si rischia la crescente irrilevanza dell’Europa”.
Italia potrà far sentire la sua voce in una nuova fase europea di rilancio, crescita e legittimità democratica
Per un’inversione di tendenza, tuttavia, non è troppo tardi. “Se faremo nostra una nuova visione che coinvolga pienamente i nostri cittadini e i nostri governi, potremo iniziare una nuova fase di rilancio e di crescita, favorendo la legittimità democratica della costruzione europea e il ruolo dell’Unione come attore globale” scrive il Ministro concludendo il suo intervento con un’osservazione anche sul nostro Paese: “per l’Italia, che avrà la presidenza di turno dell’Ue nel secondo semestre del 2014, sarà l’occasione per far sentire la propria voce, e per tornare a essere pienamente protagonista del processo di integrazione europea.