Nel periodo gennaio-agosto 2013 le esportazioni italiane di vino a Hong Kong hanno subito un leggero calo del 4,2% con un valore di 21,4 milioni di USD e una quota di mercato sostanzialmente invariata al 3%. Il dato va inserito comunque in un contesto che tra il 2008 e il 2012 ha visto crescere le esportazioni da 9,9 milioni di USD a 33,3 milioni di USD. Secondo molti operatori del settore la flessione in atto sarebbe fisiologica, data la crescita molto rapida delle nostre esportazioni negli ultimi 4 anni. In calo anche i cosiddetti paesi “nuovi produttori” (Nuova Zelanda, USA e Cile), che presentano rispettivamente valori negativi del 57,9%, del 24% e del 25,5%. Va rilavato che a seguito delle misure di liberalizzazione istituite nel 2008 le importazioni a Hong Kong sono cresciute di quasi quattro volte in soli tre anni, passando da 366,5 milioni di USD a 1,25 miliardi di USD nel 2011, per poi calare di quasi il 18% nel 2012 e di un ulteriore 1,9% nel periodo gennaio-agosto 2013. Nonostante questo generale rallentamento, dovuto soprattutto alle diminuite vendite di vino rosso, Hong Kong conferma il suo ruolo di hub per la commercializzazione e la distribuzione di vino in tutta l’area Asia-Pacifico ed in particolare verso la Cina, oltre a mantenere, dal 2011, il primato di principale centro di riferimento al mondo per le aste di vini rari. In novembre si è tenuta anche la lHong Kong International Wine & Spirits Fair organizzata dall’Hong Kong Trade and Development Council (HKTDC), che ha registrato la presenza di oltre 1.000 espositori (+5% rispetto alla scorsa edizione) provenienti da 40 paesi, con 20.452 visitatori (principalmente professionisti del settore) provenienti da 80 paesi diversi. Anche quest’anno l’Italia e’ stato il paese maggiormente rappresentato con 161 espositori e oltre 180 aziende, seguito dalla Francia (150 espositori). La Spagna, Paese partner del Trade Development Council di Hong Kong per questa edizione della Fiera, era presente solo con 88 espositori. Nel 2012 le esportazioni italiane hannno toalizzato USD a 33,3 milioni di USD, collocando l’Italia in quinta posizione nella classifica dei paesi fornitori, dopo Francia, Regno Unito, Australia e Stati Uniti.
(infoMercatiEsteri)
Slovenia: procede cessione aeroporto Lubiana
Il fondo statale sloveno SOD, curatore del procedimento di privatizzazione dell’aeroporto di Lubiana (Aerodrom Ljubljana), ha avviato la procedura di selezione del consulente finanziario che si occuperà della vendita. I termini scadranno a metà novembre ed il procedimento di designazione dovrebbe concludersi entro la fine del prossimo mese. Nel primo semestre di quest’anno l’Aeroporto di Lubiana ha registrato un utile netto pari ad oltre 2 milioni di euro. Il numero complessivo di passeggeri nei primi sei mesi ha raggiunto le 575.463 unità, segnando un aumento del 7 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il trend positivo è continuato anche nei mesi estivi. La procedura di privatizzazione fa seguito all’accordo per la vendita congiunta delle quote dello Stato sloveno e delle società ad esso collegate (i fondi statali KAD, SOD, l’Assicurazione Triglav e i fondi KD Skladi e NFD), che detengono insieme il 73,34% del pacchetto azionario.
(infoMercatiEsteri)
Emirati Arabi: Fata acquisisce commessa impianto HCL e NaOH
Fata (gruppo Finmeccanica) si e’ aggiudicata negli Emirati Arabi Uniti un contratto EPC, per la costruzione e messa in funzione di uno stabilimento per la produzione di acido cloridrico e soda caustica, con una capacita’ produttiva di 70 tonnellate/giorno. Il contratto e’ stato assegnato da Union Chlorine LLC, una joint venture tra Oman Chlorine SAOG e Horizon Energy LLC, in sinergia con due investitori esterni. Il valore complessivo del progetto – informa una nota della holding – e’ pari a 70 milioni di dollari. Fata sara’ responsabile della fornitura completa su base EPC, che include i lavori di ingegneria, approvvigionamento, costruzione, messa in funzione e avviamento dell’impianto. Lo stabilimento sara’ caratterizzato da modernissime celle elettrolitiche a membrana bipolare e verra’ progettato in conformita’ alle migliori tecniche disponibili (BAT) non solo per quanto riguarda le operazioni di processo, ma anche per il controllo delle emissioni nell’atmosfera e del trattamento delle acque reflue, nel pieno rispetto dei severi regolamenti ambientali locali. Il progetto – prosegue la nota – fornira’ prodotti di elevata qualita’ al mercato degli Emirati Arabi Uniti nel settore oil & gas e in altri settori, inclusa l’industria downstream. Il programma di avviamento del progetto prevede la messa in funzione dell’impianto nell’agosto 2015, mentre l’inizio della produzione commerciale – conclude la nota – e’ previsto nel mese di ottobre dello stesso anno.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
Svizzera: Fitch conferma il rating ‘AAA’
Fitch alza le previsioni di crescita della Svizzera e conferma il rating ‘AAA’. Senza sorpresa la Confederazione elvetica resta nel ‘club dei primi della classe’, grazie alla sua “economia altamente diversificata con un alto reddito pro capite, alle forti istituzioni e alla forte governance”, oltre alla sua storia di bassa inflazione ed economia stabile. La performance economica inoltre e’ migliorata recentemente e questo ha indotto Fitch a rivedere al rialzo le previsioni di crescita del Pil per il 2013 dal +1,5% indicato a giugno a +1,8%. La Confederazione inoltre puo’ vantare finanze pubbliche “significativamente piu’ forti” rispetto alla media europea, con un debito pubblico netto pari al 21% del Pil a fine 2013 e un bilancio statale in surplus (0,3% del Pil nel 2013). L’economia svizzera si avvantaggia inoltre del forte orientamento all’esportazione e della forte posizione netta verso l’estero.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
USA: indice Empire State (NY) in discesa
L’ indice Empire State a novembre e’ crollato a -2,21: generalmente deboli tutti i sub-indici che si basano su dati raccolti dalla Federal Reserve di New York. L’indicatore sulle nuove commesse e’ sceso a -5,53 da 7,75 a ottobre e per le consegne il crollo e’ a -0,53 da 13,12. In netto peggioramento anche il mercato del lavoro. L’indice dell’occupazione e’ sceso a 0,0 da 3,61 in ottobre e quello della settimana lavorativa a -5,26 da 3,61. Le aziende manifatturiere dello Stato di New York sono inoltre alle prese con una stretta dei prezzi. Mentre l’indice dei prezzi pagati ha segnato una flessione contenuta a 17,11 da 21,69, quello dei prezzi ricevuti ha accusato un nuovo arretramento, segnando -3,95 da 2,41 a ottobre, contro 8,60 a settembre. Si tratta del primo saldo negativo per l’indice da due anni a questa parte. Le prospettive restano tuttavia improntate all’ottimismo. “Sebbene molti indici sull’attivita’ attuale abbiano registrato numeri negativi, gli indici sulle prospettive a 6 mesi indicano generalmente un forte ottimismo sulle prospettive future dell’attivita’”, precisa infatti il rapporto. L’indice relativo alle condizioni di business per i prossimi sei mesi risulta di 37,51, dopo essere aumentato per quattro mesi consecutivi al 40,76 in ottobre. Di rilievo anche il balzo segnato dall’indice sull’aspettative dei lavoratori dipendenti, passato al 22,37 da 7,23. L’indagine svolta dalla Fed di New York – la prima tra quelle diffuse dalle Fed regionali – viene utilizzata dagli economisti come parametro per prevedere lo stato di salute del settore manifatturiero Usa. I segnali che giungono a novembre dalla Grande Mela non sono incoraggianti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)