Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Bonino, Italia in primo piano per tutela diritti donne

Donne, istruzione e sviluppo. Con l’Italia in primo piano per il sostegno e la tutela dei diritti delle donne in Africa. Sono stati questi i principali temi affrontati dalla IV Conferenza della Fondazione Rita Levi-Montalcini, organizzata alla Farnesina e intitolata ‘L’istruzione delle donne africane: questione di genere e motore dello sviluppo’. Tra le personalità presenti, la Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, la Vice Ministro degli Esteri Marta Dassù e il Direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo Giampaolo Cantini, oltre alla presidente della Fondazione Biancamaria Bosco Tedeschini Lalli e ad esponenti italiani e africani di Ong e società civile.


Bonino, “progresso Africa passa attraverso donne, ruolo primo piano Italia”


Ad aprire la conferenza sono stati i messaggi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della Presidente della camera Laura Boldrini e della Ministro degli Esteri Emma Bonino. In particolare, la titolare della Farnesina, ricordando le sue recenti missioni in Africa, ha  evidenziato “il ruolo di primo piano” svolto dall’Italia “nella tutela dei diritti delle donne e nella effettiva promozione di una uguaglianza di genere, sia attraverso iniziative ufficiali sia attraverso il contributo fornito dalla società civile e dalle nostre Ong”. Mentre la cooperazione italiana, ha aggiunto Bonino, “assicura un sostegno di primissimo livello al progresso della condizione femminile in Africa. Il tutto – è stato uno dei passaggi del messaggio della Ministro Bonino – tenendo ben presente un concetto: “Consentire alle donne, attraverso l’istruzione, una realizzazione personale e professionale che corrisponda alle proprie capacità e aspirazioni, è l’unico modo per consentire all’Africa di realizzare pienamente il proprio potenziale di crescita. Il progresso dell’Africa passa attraverso le donne e il loro protagonismo”


Kyenge, diversità è risorsa, non ostacolo da emarginare


Più orientato verso le problematiche nostrane, e in particolare dei migranti, l’intervento della Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. “Ciò che deve orientare le nostre azioni di indirizzo politico è dare un nuovo impulso allo sviluppo partendo dalla valorizzazione della diversità come occasione di un nuovo confronto che possa vedere la differenza come una risorsa invece che come un ostacolo da emarginare”, ha sottolineato la Ministro, illustrando l’importanza di “motivare le donne migranti, coinvolgerle rendendole coese e fiduciose e puntando sulle capacità della persona”. Anche perché, in Italia, Africa e nel resto del mondo, “l’aumento dell’istruzione per le donne “è di per sé un indicatore di miglioramento della condizione femminile perché l’aumento dell’istruzione mina le discriminazioni nei loro confronti”, ha concluso Cecile Kyenge.


Dassù, Africa tornata al centro di nostra mappa geopolitica


“Abbiamo deciso di rimettere l’Africa al centro della nostra carta geopolitica dopo anni di – probabilmente – troppa disattenzione”, ha dal canto suo sottolineato la Vice Ministro Dassù concludendo la Conferenza e ricordando l’impegno della Ministro Bonino per il continente africano e nella battaglia alla discriminazione delle donne. Donne che, ha rimarcato Marta Dassù, saranno uno dei temi di EXPO 2015 in vista del quale, proprio su iniziativa della Farnesina, è stata avviata nei mesi scorsi il progetto “WE – Women for Expo”. “Stiamo cercando di creare una grande lobby internazionale, un gruppo di pressione per arrivare a Milano con una Carta delle donne in cui cercheremo di dire quali sono le dieci azioni più importanti per migliorare il ruolo delle donne nel settore della nutrizione”, ha spiegato la Vice Ministro evidenziando come “il ruolo delle donne nel settore agricolo e soprattutto in Africa sia decisivo”.


 


L’esempio di Asha, ginecologa tornata in Somalia per aiutare le proprie connazionali


E un esempio del ruolo delle donne in una delle tante aree di crisi dell’Africa è stato protagonista anche nella Conferenza di questa mattina. Tra i tanti interventi, infatti, c’è stato anche quello della Dott.ssa Asha Omar Ahmed, somala che ha studiato – specializzandosi in ginecologia – medicina a Roma per poi fare ritorno a Mogadiscio e dare così il proprio, importante supporto per la rinascita somala. Oggi Asha lavora all’ospedale De Martino, il primo di Mogadiscio, costruito nel 1929 proprio dagli italiani. Lì, Aisha aiuta le sue connazionali a non morire di parto, focalizzando la sua battaglia sulla “stupida e diffusa” pratica delle mutilazioni genitali femminili, ha spiegato la ginecologa. La sua vita, a Mogadiscio, non è facile. “”Non ho una vita normale, giro scortata, blindata, ma tornare ha voluto dire dare un apporto importante per la crescita del Paese. Bisogna cercare di uscire da questo tunnel dei Paesi in via di sviluppo” è il messaggio di Asha, esempio “al contrario” delle migrazioni africane. “Siamo pochissimi a tornare, ma il nostro è un esempio di come fermare la fuga dei cervelli” dall’Africa, ha spiegato Asha.