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DEI/Sole 24 Ore – Danimarca: investirà 3,82 mld euro per rete ferrovie

È stato raggiunto un accordo politico multipartisan tra le forze governative, la lista unitaria Rosso-verde (ambientalisti e sinistra radicale) e il Partito Popolare danese per un ammodernamento della rete ferroviaria nazionale all’insegna dell’alta velocità e della completa elettrificazione. Si tratterebbe dello sviluppo del trasporto su ferro di piu’ ampia portata degli ultimi centocinquant’anni. I finanziamenti per la realizzazione dell’ambizioso progetto, stimati in 28,5 miliardi di corone danesi (3,82 miliardi di euro), dovrebbero derivare dalle royalties sulle estrazioni petrolifere nel Mar del Nord. All’investimento si accompagnerebbe – secondo le stime – la creazione di 20.000 nuovi posti di lavoro. Oltre al miglioramento dell’impatto ambientale (riduzione annuale di circa 220.000 tonnellate di emissioni CO2), l’elettrificazione, che riguarderà il traffico interregionale nonchè intraregionale per la sola Selandia, comporterà una riduzione consistente dei tempi di percorrenza dei treni che collegano la capitale con la città di Aalborg nello Jutland settentrionale (da 5 a 3 ore). Una volta completati i lavori di elettrificazione, si stima entro il 2026, è prevista la dismissione dell’attuale flotta dei treni diesel.


(infoMercatiEsteri)



Cina: acquisti Huawei in Europa pari a 3,4 mld euro


Huawei ha investito in Europa nel corso del 2013 la somma totale di 3,4 miliardi di dollari per contratti di forniture con partner europei e conta di aumentare tali investimenti in futuro. Ne ha dato notizia oggi il Vice Presidente e Rotating Ceo di Huawei, Ken Hu, a margine del World Economic Forum di Davos. ‘La nostra visione per il mercato europeo – ha detto – mira a stabilire con i nostri partner relazioni di successo che portino risultati vantaggiosi per entrambe le parti.In particolare abbiamo creato nuovi posti di lavoro e contribuito affinchè tutto il comparto industriale facesse grandi passi in avanti. Attualmente Huawei conta circa 7700 dipendenti in Europa, ha inaugurato centri R&D in 14 sedi e sei centri di competenza in settori come finanza, marketing e servizi.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Germania: -9,7% fallimenti società nel 2013, minimo dal 2004


I fallimenti societari continuano a scendere in Germania: nel 2013 il totale si è ridotto del 9,7% annuo a 26.733 unità, un nuovo minimo dal 2004 e il quarto anno consecutivo in miglioramento. Lo ha annunciato la società di ricerca economica Buergel di Amburgo. Alla base del costante miglioramento, ha spiegato Norbert Sellin, direttore generale di Buergel, la stabilità congiunturale e la vivace domanda interna. Secondo Sellin, il trend positivo continuerà quest’anno con un totale di insolvenze societarie a fine anno previsto in calo a 26.200 unità. I danni causati dai fallimenti di unità produttive sono comunque enormi, ha aggiunto Sellin che li ha valutati in 26,5 miliardi nel 2013 con il coinvolgimento di 150mila lavoratori. Particolarmente a rischio appaiono i giovani imprenditori, visto che un quarto dei fallimenti totali nel 2013 sono da imputarsi a società sul mercato da meno di due anni. A livello regionale, i fallimenti societari sono in controtendenza in quattro dei sedici Laender tedeschi, in particolare ad Amburgo (+21,9%), Sassonia-Anhalt (+5,3%), Assia (+4,2%) e Berlino (+0,5%).


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


***Panama: consorzio Gupc annuncia accordo per proseguire negoziato


Il consorzio Gupc – Salini Impregilo, Sacyr, Jan de Nul e Cusa – ha annunciato, all’indomani dei colloqui sul futuro dei lavori per il terzo set di chiuse al Canale di Panama, di aver trovato un accordo con l’Autorità del canale (Acp) su un protocollo di negoziazione “come primo passo verso un accordo globale per il completamento del progetto” e quindi per proseguire nei lavori della grande opera. “Le parti concordano di far avanzare i negoziati per arrivare ad una soluzione”, affermano in una breve nota.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Regno Unito: assegnati premi UK-Italy Business awards


Il governo britannico, UK Trade & Investment (UKTI) e il Consolato Generale Britannico di Milano, hanno annunciato di avere premiato per la settima edizione degli UK-Italy Business Awards Moleskine, Tratos Group, Seda Packaging Group, Assicurazioni Generali, Iconsulting, Reflex&Allen, Sisvel, SpaceOnVip, Zambon, TerniEnergia, ‘Il Terzo Tempo’, ‘Kush’, ‘Medeas’, Objectway, Giro d’Italia, Sir Antonio Pappano e Investindustrial, quest’ultimo cme ‘investitore dell’anno’. I premi sono un riconoscimento ufficiale dell’eccellenza italiana nell’industria, nella cultura e nello sport. Le aziende e personalità premiate hanno scelto il Regno Unito per il futuro sviluppo delle proprie attività internazionali, realizzando investimenti di alto profilo nell’economia britannica, nota per la sua apertura al mondo imprenditoriale. Sono inoltre stati conferiti anche i premi UK-Italy Innovation Awards. I giovani imprenditori e le nuove aziende comprese in tale categoria illustrano i brillanti risultati della tradizione italiana nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie d’avanguardia. I nomi dei vincitori della categoria sono: APWonders, NISO Biomed, Vision for Growth on-iris, Optosensing e Qurami.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Paesi Bassi: Tamoil, Api e Q8 in gara per rete Shell Italia


Procede, ma a rilento, la gara per la conquista delle oltre 800 pompe di benzina messe in vendita dal gruppo Royal Dutch Shell in Italia: secondo quanto appreso dall’agenzia Radiocor, in corsa sarebbero rimasti almeno tre concorrenti: il gruppo Tamoil, il gruppo Q8 e l’italiana Api Ip, assistite rispettivamente da Banca Imi, Hsbc e Banca Leonardo. Nel frattempo si è sfilata dalla corsa la ‘retistà italiana Ludoil. Dalla dismissione della rete di stazioni di servizio, sparsi su tutto il territorio italiano, la Shell si aspettava di incassare, secondo indiscrezioni non confermate, inizialmente almeno 300 milioni di euro, ma ad oggi nessuna delle offerte giunte sui tavoli del gruppo petrolifero avrebbe soddisfatto il potenziale venditore. Il settore del downstream sta attraversando una forte crisi e questo in parte spiegherebbe il lento processo di consultazione che ha visto avviare le data room già la scorsa estate senza per ora giungere ad un esito favorevole. Le oltre 800 pompe Shell, inoltre, sono collocate principalmente nel Nord Italia, lungo le autostrade o associate a grande ipermercati e conterebbero oltre 200 addetti di cui dovrebbe farsi carico l’acquirente. Per il dossier, peraltro, Shell ha scelto di non incaricare un advisor, affidando il compito al team interno di Shell Italia.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Estonia: S&P, conferma rating sovrano ‘AA-/A-1+’, outlook stabile


Standard and Poor’s ha confermato i rating sul debito sovrano a lungo e a breve termine in valuta locale ed estera dell’Estonia, mantenendo la valutazione ‘AA-/A-1+’ con outlook stabile. Nell’ambito del calendario ufficiale di aggiornamento dei rating sovrani, l’agenzia di valutazione del merito di credito, commentando la decisione, spiega che i rating trovano sostegno nello scenario politico stabile del Paese, nelle caute politiche di bilancio e in un’economia altamente flessibile. I limiti sono costituiti, invece, dai livelli di reddito relativamente moderati rispetto ai Paesi partner nella Ue e nell’Eurozona. L’outlook è stabile alla luce di rischi bilanciati sui rating.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Russia: rublo segna minimo storico sul dollaro


Prosegue spedita la corsa al ribasso del rublo che nel corso del 2013 ha perso oltre il 10% del suo valore e oggi è arrivata a toccare un minimo storico rispetto alla divisa comune a quota 47,25 rubli per un euro. A spingere le vendite sul rublo – che rispetto al dollaro quota a 34,51 – è la forte riduzione delle stime di crescita per l’economia nazionale, che nel 2012 è aumentata del 3,4% e quest’anno dovrebbe crescere circa della metà, considerato che il governo prevede una stima dell’1,8%. Un taglio delle stime è giunto nei giorni scorsi dall’Fmi che ha ridotto le stime per il 2014 al 2% e per il 2015 al 2,5%, in entrambi casi un intero punto percentuale in meno rispetto alle proiezioni di ottobre. Il presidente Putin ha escluso oggi una svalutazione volontaria del rublo ma ha espresso supporto per la politica della banca centrale volta a previlegiare una maggiore flessibilità della valuta nazionale.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)


Argentina: crolla valore del peso, mercati chiudono a 8,01 su USD


L’Argentina ha deciso ieri una brusca svalutazione del peso, la valuta nazionale, che ha riportato sui mercati i timori di una crisi finanziaria: il calo di oltre il 15% accusato dalla valuta argentina nei primi scambi ieri ha costretto la Banca centrale a ritornare sul mercato per vendere dollari, limitando così il ribasso a fine seduta all’8% che rappresenta, comunque la perdita piu’ ampia per il peso su base giornaliera dal default da 95 miliardi di dollari e dalla pesante svalutazione del 2002. La valuta argentina ha superato ieri la soglia simbolica di 8 peso per un dollaro dopo aver sfondato il giorno prima quella dei 7 peso, uno choc per gli argentini che negli anni ’90 vivevano nella parità tra peso e dollaro. La valuta ha toccato un minimo giornaliero di 8,34 peso per un dollaro ieri per poi chiudere a quota 8,01. La svalutazione, nemica di risparmiatori e investitori, accumulata in due giorni è del 13,9% e quella delle prime tre settimane del 2014 è pari al 18,6% contro il 24% di tutto il 2013. Il Governo argentino, per tramite del premier, Jorge Capitanich, ha annunciato l’allentamento delle restrizioni in vigore da oltre due anni sugli acquisti di valuta estera, e cioè di dollari, da parte di cittadini privati, sottolineando come “il prezzo del dollaro abbia raggiunto un livello di convergenza accettabile con gli obiettivi di politica economica” del Paese. Un brusco cambiamento di rotta dopo che dall’ottobre 2011 l’amministrazione della presidente Cristina Kirchner aveva ‘razionato’ con parsimonia la quantità di dollari a disposizione di privati e imprese nel tentativo di proteggere le riserve internazionali del Paese. La stessa Kirchner aveva affermato il 6 maggio scorso che il peso non sarebbe stato svalutato ma una mossa in questo senso veniva reclamata da tempo dalle imprese, in particolare da quelle export. Dopo aver speso oltre 4,5 miliardi di dollari nel 2013 per difendere la valuta nazionale, la Banca centrale è intervenuta per almeno 100 milioni di dollari ieri per limitare il crollo del peso e le valute internazionali del Paese hanno terminato la giornata a un nuovo minimo da oltre sette anni di 29,3 miliardi contro un picco di 52,6 miliardi a inizio 2011. Da quando Kirchner ha deciso un ampio rimpasto, nominando uomini nuovi a capo del ministero dell’Economia e della Banca centrale il 18 novembre scorso, il peso si è svalutato del 25%, un record a livello mondiale. Intanto, l’inflazione ha raggiunto il 25-30% in Argentina nel 2013, secondo stime private (10,9% secondo il Governo) e viene prevista in ulteriore aumento quest’anno. Nel solo mese di dicembre, sempre secondo stime private, potrebbe toccare il 5%.


(Il Sole 24 Ore Radiocor)