Un colloquio a tutto campo quello tra il Ministro Federica Mogherini ed il Segretario di Stato Usa John Kerry, ha caratterizzato il primo momento della missione ufficiale del Ministro negli Stati Uniti: la crisi dell’Ucraina (”dobbiamo assolutamente appoggiare il dialogo nazionale”) , la situazione di stallo in Siria ma anche l’evocazione del caso dei due maro’ italiani bloccati in India o di quelle delle studentesse rapite in Nigeria. E tra gli argomenti che stanno più a cuore agli Stati Uniti spicca l’Expo 2015, per la quale Kerry ha tenuto a ringraziare in modo particolare il nostro paese, per aver messo l’accento sulla sicurezza alimentare per tutti e le risorse mondiali disponibili. Un grazie all’Italia anche per il contributo decisivo allo smantellamento delle armi chimiche siriane, con la disponibilità del porto di Gioia Tauro.
La prima missione ufficiale negli Usa
Per il Ministro Mogherini si tratta della prima missione ufficiale negli Usa, con una serie di interventi ad alcuni dei principali think-tank statunitensi, come la Brookings , o il Council on Foreign Relations (Cfr), venerdì a New York, prima di una serie di incontri all’Onu. L’obiettivo è illustrare le priorità della politica estera italiana del governo Renzi. Dopo due incontri alla Casa Bianca con stretti collaboratori di Barack Obama (Susan Rice e John Podesta) la missione verrà interrotta da una breve parentesi londinese, visto che la titolare della Farnesina parteciperà giovedì ad una riunione ministeriale degli amici della Siria, preceduta da un incontro in formato Quint al Foreign Office dedicato alla situazione in Ucraina e in Libia.
Dopo Londra toccherà quindi a New York, con una serie di appuntamenti al Palazzo di Vetro
I temi dell’agenda internazionale
Per la prima volta dagli accordi di Ginevra, sull’Ucraina “c’è una piccola apertura di credito”, ci sono “piccoli passi avanti da testare”, dato che sia Mosca sia Kiev sembrano pronti a “lavorare su una minima base di riconoscimento reciproco in questo momento”, secondo il ministro italiano. Mogherini ha ricordato che lo stesso presidente russo Vladimir Putin “appoggia” la mediazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in vista di una de-escalation della crisi, e ha definito le presidenziali del 25 maggio “un passo nella direzione giusta”. Un atteggiamento ben diverso rispetto all’annessione della Crimea, un vero “benvenuti a casa”. Sui Marò, Mogherini ha illustrato a Kerry “i passi nuovi dell’Italia con l’internazionalizzazione della vicenda”, mentre in Libia occorre “creare le condizioni di stabilità istituzionale” per arginare gli sbarchi. Sull’Iran, se verrà raggiunto nelle prossime ore un accordo definitivo sul nucleare a Vienna, “sarà opportuno iniziare a ragionare su come testare la volontà e la capacita dell’Iran per stabilizzare la regione”, infiammata dalla guerra civile siriana.