“’Identita’ di vedute” sulle crisi libica ed Ucraina ma anche ”impegno comune” ad affrontare insieme in Europa il fenomeno crescente dell’immigrazione. E’ il bilancio della prima missione all’estero del ministro Paolo Gentiloni che si è svolta significativamente a Berlino, Parigi e Madrid, le grandi capitali dell’Ue. La missione si apre in Germania, ”un paese amico” ha, per ammissione dello stesso ministro, “un valore simbolico”. In Francia Gentiloni sottolinea le potenzialità di un’alleanza proficua “per la crescita”, definendo i due paesi “estremamente vicini su tutti i piani”. “Abbiamo la stessa concezione dell’Europa e del mondo”, sintetizza Gentiloni. Nella capitale tedesca, incontrando Frank-Walter Steinmeier, il numero uno della diplomazia italiana ha comunque sottolineato “convergenze notevoli” su questioni cruciali come la “necessità di evitare una divisione della Libia” – e l’Italia spinge “per il rafforzamento della missione dell’inviato Onu” – e sul rapporto con Mosca nella gestione del caso ucraino non va dimenticata ”la necessità del dialogo con un partner vicino all’Europa come la Russia”.
La crisi economica
Con Steinmeier – afferma il ministro – ”abbiamo condiviso una preoccupazione evidente, cioè che le previsioni di crescita e di livelli di bassissima inflazione, siamo vicini alla deflazione, accomunano l’intera Europa. Un problema o una malattia che si poteva pensare fosse legato a un singolo paese, accomuna oggi tutti”.
Spazio per altri temi come quello dell’immigrazione: Gentiloni assicura che la missione Triton ha un nome diverso ma mantiene l’approccio umanitario di mare Nostrum, vedendo un impegno “moltiplicato” sull’emergenza profughi. Iniziata nel cuor della notte, con “la bella notizia della liberazione dell’ostaggio italiano in Libia”, la lunghissima giornata si conclude a Madrid dove il ministro ha affrontato di nuovo il problema dell’immigrazione, questa volta con il collega Jose’ Garcia-Mangallo.
Immigrazione, impegno comune
Secondo i dati citati dal ministro prima del colloquio con il suo collega spagnolo circa l’80% dei 60 mila migranti sbarcati in Italia proviene dalla Libia e 135 mila dei 160 mila che quest’anno hanno lasciato il paese nordafricano per andare in Europa non sono libici ma disperati che transitano dalle sue coste. I dati, relativi al periodo che va dal primo gennaio al 31 ottobre scorso. Quello dei “flussi migratori” è un “tema di grande attualità” , ha detto il ministro. “E’ chiaro che una strategia di contenimento passa per la promozione della pace, del dialogo, dello sviluppo in tutto il Mediterraneo”. A questa strategia “si deve aggiungere l’intervento umanitario: l’Italia è stata impegnata nella cornice di Mare Nostrum”, ha detto il ministro riferendosi alla missione di salvataggio in mare dei migranti condotta dalle Forze armate italiane. “Siamo soddisfatti che ci sia stata una europeizzazione” nel passaggio a “Triton”, ha detto Gentiloni riferendosi al programma a guida Ue per il controllo delle frontiere nel Mediterraneo. “E’ passato un concetto fondamentale: che l’immigrazione nella sponda sud del Mediterraneo è un problema che riguarda l’intera Europa”, ha sottolineato. “Naturalmente si potrebbe fare di più”, ha detto ancora Gentiloni ricordando comunque che sotto la presidenza italiana “è stata rafforzata” Frontex, l’Agenzia Europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne dell’Ue. Circa la copertura finanziaria di Triton, il ministro ha detto che “non disperiamo di poter avere un impegno maggiore” da parte dell’Europa: “è una battaglia culturale, non è un problema di quattro o cinque Paesi ma di 28”.