Istanbul ricorda gli ebrei sefarditi e il loro repertorio musicale in castigliano, portato in Oriente dopo la cacciata dalla Spagna, con un concerto in occasione del Giorno della Memoria. Il programma della serata ‘Voces de Sefarad, quattro secoli di musica sefardita’ si fonda su un repertorio antico, di derivazione popolare, dal quale provengono tre dei brani in programma, tratti dall’archivio musicale della Beyazit Library: la struggente ‘Nani’, una ninna nanna di origine turca che ricalca melodie spagnole, ‘El Rey de mucho mandruga’, un romance ispanico reperito a Bat-Yam in Israele, cantato da una anziana emigrata dalla Turchia, e ‘El Romance del Conde Nino’ che, pur non essendo propriamente una canzone sefardita, e’ riuscito a sopravvivere grazie alla trasmissione orale delle comunita’ sefardite.
Il concerto, organizzato dall’Istituto italiano di cultura in collaborazione con la Comunita’ ebraica italiana di Istanbul, vuole inoltre esplorare musicalmente il viaggio che gli ebrei sefarditi dovettero fare, giungendo a Costantinopoli: come avrebbero potuto risuonare le loro melodie con gli strumenti che i sefarditi probabilmente trovarono a Istanbul come il ney, le percussioni, il tanbur, il liuto arabo? E, dato che esiste un repertorio Ottomano Barocco, splendido e fiorito, come suonerebbero i lavori di Juan Hidalgo de Polanco o i Tonos Humanos come ‘Lloren mis ojos’ suonati con un basso continuo dai colori e sfumature orientali, che si basano su scale micro-tonali? Il chitarrista Alberto Mesirca e la mezzo soprano Romina Basso, dialogando con i musicisti turchi Sehvar Besiroglu al kanun, Coskun Karademir al kopuz, Oray Yay al bendir e Selcuk Eraslan all’Istanbul kemencesi, ci guideranno in un panorama sonoro di grande suggestione.