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Diplomazia Economica Italiana 18 marzo: ultime news dal mondo

NORVEGIA: PUNTA SU TECNOLOGIE PER CATTURA E STOCCAGGIO CO2

 

Nell’ambito delle iniziative connesse alla proclamazione di Oslo come capitale verde d’Europa, grande attualità sta assumendo il dibattito sul Carbon Capture and Storage (Ccs), ovvero la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica.

Questa tecnologia, su cui il Governo norvegese e gli operatori privati stanno puntando sempre più, si sviluppa in tre fasi: la cattura dell’anidride carbonica attraverso un processo chimico che la trasforma in un liquido, il trasporto attraverso condotte marine o navi cisterna, e lo stoccaggio. L’anidride carbonica viene iniettata allo stato liquido e sotto pressione dentro depositi appositamente individuati all’interno di formazioni geologiche nel fondo marino; i depositi sono poi coperti da uno strato di roccia che impedisce la fuoriuscita del CO2.

La Norvegia sta promuovendo lo sviluppo tecnologico e l’utilizzo su larga scala del sistema di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; dal 2016 il Governo ha inserito il Ccs tra le prime cinque priorita’ nel settore dello sviluppo e della crescita energetica del Paese. Per coordinare le iniziative in materia il Governo ha creato una impresa pubblica ad hoc, denominata Gassnova. Attualmente la sperimentazione di progetti di Ccs e’ in corso in due impianti di recupero energetico (termovalorizzatori nei pressi delle citta’ di Oslo e Kristiansand), e presso il cementificio Norway Norcem, situato a Brevik. Il centro di approvvigionamento e stoccaggio, considerato il maggiore al mondo, si trova non lontano da Bergen; a medio termine lo stoccaggio sara’ localizzato nei pressi della costa occidentale della Norvegia, sfruttando un apposito impianto di produzione di gas off-shore.

Non viene trascurato l’aspetto commerciale ed economico del Ccs, che puo’ divenire un vero business. Secondo i calcoli preliminari, la Norvegia riuscirebbe ad immagazzinare anidride carbonica per un ammontare di circa 10 volte maggiore di quello che riuscirebbe a produrre: da qui nasce l’idea di importare dall’estero (prevalentemente dalle nazioni limitrofe e confinanti intorno all’area del Mar del Nord) una buona quantita’ di CO2, prevalentemente gia’ trattata chimicamente e allo stato liquido. A tal proposito, la statale Equinor, insieme a Shell e Total, sta sviluppando il progetto “Northern Lights” che punta a trasportare in sicurezza grandi quantita’ di anidride carbonica dall’impianto di recupero energetico di Klemetsrud fino ai siti di stoccaggio creati ad hoc sotto i fondali del mare del Nord, a qualche centinaia di chilometri dalle coste norvegesi. Il progetto prevede anche la realizzazione di grandi condutture sottomarine che dai Paesi limitrofi (Regno Unito, Svezia, Germania, Belgio, Francia, Olanda) possano far convogliare la CO2 direttamente nel terminal On-shore di Oygarden (non molto lontano da Bergen) e poi da li, sempre attraverso condutture sottomarine verso i depositi individuati sotto i fondali del Mare del Nord. Allo stesso tempo, il progetto prevede una grande conduttura marina che colleghi geograficamente Oslo e Kristiansand con il terminal di stoccaggio.

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