Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, è intervenuto questa mattina all’incontro-dibattito presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva del Senato della Repubblica per il Premio Sacharov – il massimo riconoscimento che l’Ue conferisce ogni anno per l’impegno a favore dei diritti umani – attribuito quest’anno al Popolo ucraino.
Con questo riconoscimento, “credo che il Parlamento Europeo – ha detto Tajani – abbia dato ancora una volta un segno di grande attenzione nei confronti dell’Ucraina, paese candidato a far parte dell’Ue. Un segno di attenzione che viene dato al popolo ucraino che sta affrontando forse l’inverno più’ difficile della sua storia recente”. L’esercito russo sta, infatti, “colpendo la popolazione civile, sta mettendo in difficoltà milioni e milioni di persone che non avranno riscaldamento, non avranno luce elettrica. Questo significa cercare di utilizzare l’inverno per piegare la resistenza ucraina”. L’appuntamento del Premio permette, a suo avviso, anche di far riflettere i giovani “su cosa è la pace, su quali sono i valori che devono fondare una società, la libertà, il diritto di parola e, per i popoli, l’indipendenza”.
Il Ministro, sottolineando l’adesione italiana alla “battaglia di libertà a favore dell’indipendenza” ucraina, ha ribadito che “l’Italia sta facendo di tutto per sostenere l’Ucraina, non solo aiuti militari. Stiamo lavorando anche per quanto riguarda il futuro”. Alla Conferenza di Parigi di ieri, infatti, “si è parlato soprattutto degli aiuti alla popolazione civile. L’Italia ha già deciso di inviare altri 10 milioni di euro” a suo sostegno. Ha quindi ricordato gli aiuti inviati per la ricostruzione della rete elettrica (oltre 50 tonnellate di materiale elettrico messo a disposizione da imprese italiane) come anche gli aiuti umanitari, annunciando che il nostro Paese “è pronto ad accogliere altri ucraini qualora fossero costretti a lasciare il loro paese a causa di un inverno gelido”.
Lo sguardo dell’Italia va anche agli aiuti per la ricostruzione: per questo – ha detto il Ministro – “dobbiamo fare di tutto per arrivare alla pace che non vuol dire resa dell’Ucraina. Pace vuol dire sedersi intorno ad un tavolo in condizioni di parità. Noi favoriremo qualsiasi contatto, ogni accordo, affinché la guerra finisca”. “Come Ministero degli Esteri – ha aggiunto – stiamo parlando con imprese italiane che vorranno partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina perché nei prossimi anni possa sempre più avvicinarsi all’Ue ed essere parte integrante dell’Unione”.