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Federculture/SS Giro: “Cultura già risorsa per la ripresa del Paese. Ogni euro di risorse pubbliche investite negli IIC ne genera 1,39 in risorse private

Intervenendo a margine dell’assemblea nazionale di Federculture, il Sottosegretario agli Esteri Mario Giro ha dichiarato: “L’Italia è una potenza culturale inconsapevole e talvolta riluttante. Dobbiamo cambiare. La cultura è occasione di crescita economica per l’export, l’internazionalizzazione e l’attrazione d’investimenti esteri. Per sbloccarne il potenziale, è necessaria cooperazione, coordinamento e sussidiarietà tra i vari attori dell’azione culturale del nostro Paese, come ha sottolineato anche il Ministro Bray. Per fare sistema, si deve delineare anche una visione condivisa della promozione della cultura italiana all’estero.


“La cultura- aggiunge il SS Giro – rappresenta un fattore competitivo strategico per molti comparti della nostra economia. Le produzioni culturali e creative rendono unici e riconoscibili le nostre attività all’estero. Il comparto culturale dimostra una buona capacità di reazione alla crisi. Le imprese italiane del sistema culturale sono cresciute del 3,3% lo scorso anno, a fronte di un contesto in difficoltà. L’export culturale è cresciuto nel 3,4% l’ultimo anno e del 11,5% nell’ultimo triennio.”


Il merito è anche della rete di “ambasciatori culturali” di cui dispone il Ministero degli Affari Esteri: con Istituti Italiani di cultura, lettori, scuole private, pubbliche, enti gestori e società Dante Alighieri, vi è la presenza in più di 250 città del mondo che contribuisce a formare la domanda dell’Italia all’Estero. “I ritorni economici della rete sono evidenti” continua il SS Giro “per ogni euro di risorse pubbliche investito negli Istituti Italiani di Cultura, essi ne generano 1,39, grazie ai corsi e alle sponsorizzazioni.”



Il sottosegretario Giro conclude: “Tali risultati indicano un grande potenziale su cui costruire puntando alla razionalizzazione della presenza territoriale e garantendo una maggiore cooperazione di tutti gli attori, non solo dei soggetti pubblici, ma anche delle associazioni e delle industrie culturali e creative. Per questo è necessaria una revisione della rete della promozione della cultura all’estero per renderla più flessibile e facilitare partnership pubblico-private.”