Una settimana caratterizzata dal G7 dei ministri degli Esteri, appuntamento di rilevanza mondiale, che ho avuto l’onore e la responsabilità di presiedere a Lucca.
Una responsabilità ancora maggiore, in quanto i capi delle diplomazie dei Paesi più industrializzati si riunivano per la prima volta dopo l’inasprimento della crisi siriana. E proprio la Siria ha dominato l’agenda dei lavori, tanto che ho ritenuto di convocare a Lucca anche una riunione straordinaria, allargata a Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Qatar, per favorire il rilancio del processo politico. A questo scopo, ho avuto colloqui telefonici anche con il collega iraniano Javad Zarif.
Non solo Siria: tantissimi gli altri temi discussi nella due-giorni toscana.
Tra questi, lotta al terrorismo, Libia, Iraq, Yemen, il conflitto israelo-palestinese, le crisi in Africa, in Ucraina, il rapporto con la Russia, l’Afghanistan, il nucleare iraniano, la minaccia nord-coreana, le migrazioni, la sicurezza marittima, informatica e l’agenda ONU per la pace e la sicurezza.
Gli esiti delle discussioni sono raccolti nelle dichiarazioni finali della ministeriale, che sono certo costituiscono un ottimo contributo per proseguire il negoziato politico sui dossier centrali dell’agenda internazionale, in vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo G7 di Taormina.
In questa sede, celebrato il suo successo, voglio però soffermarmi su un altro aspetto dell’appuntamento di Lucca: l’omaggio reso dai rappresentanti dei Paesi G7 alla memoria delle 560 vittime dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Perché oggi più che mai il mondo desidera pace, libertá e sicurezza ed è compito di chi ne ha la responsabilità dire a gran voce “mai piú”. Ed agire, tutti insieme, in tal senso. Un appello accolto dai miei colleghi presenti. Di particolare significato la testimonianza personale del Segretario di Stato degli Stati Uniti, il collega Rex Tillerson, e anche quella dell’ambasciatore giapponese, come ho avuto modo di dire al suo ministro Fumio Kishida, con cui ho avuto un incontro bilaterale a margine della ministeriale.
Rientrato a Roma, ho subito riferito sugli esiti del vertice di Lucca in Senato, sottolineando in particolare come dalla risposta proporzionata, motivata e comprensibile degli Stati Uniti all’attacco chimico in Siria, si possa auspicabilmente aprire una finestra di opportunità per rilanciare il negoziato sotto la guida dell’ONU. Senza isolare o antagonizzare Mosca.
Sono quindi ripartito alla volta di Udine, dove ho incontrato gli imprenditori friulani presso la sede della Camera di Commercio, per l’evento “La Farnesina incontra le imprese”. Un genere di iniziative cui tengo molto: la diplomazia economica, con il suo impatto concreto sull’attività delle aziende italiane all’estero, è infatti una priorità del mio mandato agli Esteri.
Da Udine sono quindi ripartito, accompagnato dalla collega e amica Beatrice Lorenzin, alla volta dell’Istria, per una missione realizzata su invito dell’Unione Italiana, l’organizzazione rappresentativa della minoranza autoctona italiana in Croazia e Slovenia.
Ho dapprima incontrato numerosi esponenti della comunità italiana a Umago, per poi proseguire la a Pola, dove mi sono intrattenuto con docenti e alunni della Scuola pubblica croata in lingua italiana “Dante Alighieri”.
A loro ho raccontato che ho cominciato a seguire su Twitter una bambina di sette anni, siriana, che ha un profilo Twitter che gestisce con la sua mamma.
E’ una bimba che racconta di come sia stato infinitamente triste perdere la propria migliore amica perché uccisa da una bomba.
Ho detto a loro che seguo questa bambina perché gli esuli sono ovunque e si portano nel cuore un rimpianto, ma conservano la speranza.
Proprio come hanno fatto i nostri fratelli istriani, circa settanta anni fa.
Proprio come fa questa bimba dei nostri giorni, che sogna di fare la maestra da grande e di insegnare nelle scuole siriane, quelle che oggi sono state distrutte.
E questo è il messaggio che ho voluto portare: la pace, la libertà, il benessere, la democrazia e tanto altro ancora: tutto questo per noi è l’Europa, l’Europa che oggi ci avvolge con la sua bandiera che è di tutti, perché è di ciascuno.
E’ stata poi la volta degli incontri istituzionali con le Autorità croate. Con Beatrice Lorenzin, siamo stati ricevuti congiuntamente dal vice primo ministro e ministro degli Esteri, Davor Ivo Stier, dal ministro della Sanità, Milan Kujundzic, e dalle Autorità locali.
Con un gesto di elevata rilevanza, al termine dei colloqui istituzionali, assieme agli esponenti di Governo croati, abbiamo reso omaggio al monumento in memoria del dottor Geppino Micheletti, il medico triestino che si distinse perche’ soccorse i feriti per tutta la notte, durante la strage di Vergarolla del 1946, pur sapendo che i suoi figli erano morti nella stessa strage. Ha messo il dolore degli altri prima del proprio. Un grande esempio di generosità e di coraggio.
Ancora una volta, l’importanza del ricordo per rinsaldare radici e identità, e riaffermare i principi della convivenza civile e dei diritti umani.”
A. Alfano