Missione in Marocco per il Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Vincenzo Amendola, che oggi ha partecipato a Marrakech alla 5a Conferenza Ministeriale del Dialogo Euro-Africano su Migrazione e Sviluppo (c.d. Processo di Rabat). All’appuntamento erano presenti delegazioni di 58 Paesi provenienti dall’Unione Europea e dall’Africa. Il Processo di Rabat, lanciato dal 2006, è un forum regionale di cooperazione e dialogo in materia migratoria tra Unione europea e Paesi terzi e costituisce uno dei due ambiti di monitoraggio dell’attuazione del Piano d’Azione congiunto di La Valletta (adottato in occasione del Vertice sulle migrazioni svoltosi a Malta del novembre 2015); l’altro ambito di dialogo con i principali Paesi africani di origine e transito dei flussi di migranti irregolari è rappresentato, per quanto riguarda l’Africa mediterranea ed orientale, dal Processo di Khartoum (di cui l’Italia assicura la Presidenza nel 2018).
Il Piano d’azione discusso ed approvato viene quattro anni dopo la Conferenza ministeriale di Roma del novembre 2014 e si articola su cinque pilastri: vantaggi della migrazione in termini di sviluppo e lotta contro le cause profonde dei movimenti forzati di popolazione; migrazione legale e mobilità; protezione ed asilo; prevenzione della migrazione irregolare, del traffico dei migranti e della tratta degli esseri umani; rimpatrio, riammissione e reintegrazione.
La presenza italiana alla Conferenza è la migliore prova della vitalità del dialogo euro-africano su migrazione e sviluppo. In particolare, questa è la prova che la 4a Conferenza ministeriale, ospitata dall’Italia, ha svolto appieno il suo compito, e non era scontato dopo l’acuirsi dei flussi migratori nel Mediterraneo in questi anni.
Il nostro Paese ha scelto di continuare a investire in dialogo e cooperazione perché la migrazione, se ben gestita, può essere un volano per lo sviluppo per tutti. Inoltre, si è deciso di rafforzare i nostri rapporti con l’Africa che vanno ben oltre la sola questione migratoria e comprendono una grande varietà di altri dossier strategici.
Per raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati, la questione del finanziamento è cruciale, ha ricordato Amendola. Il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa rappresenta oggi lo strumento principale per sostenere non solo l’attuazione del Piano d’Azione congiunto di La Valletta, ma anche le attività nell’ambito del Piano d’Azione di Marrakech, e dovrebbe essere sostenuto e rafforzato, al fine di sostenere gli sforzi diretti a una comune gestione dei flussi migratori, in uno spirito di vera partnership tra tutti i membri del Processo.
Di estrema rilevanza anche l’ammissione della Libia come osservatore del Processo di Rabat, decisione che l’Italia saluta con grande soddisfazione perché contribuisce al progressivo reinserimento di questo importante partner nel quadro del dialogo regionale in materia migratoria.