Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Med Dialogues; Sereni, sicurezza nel Mediterraneo solo attraverso cooperazione e dialogo tra tutti i Paesi

“È fondamentale sviluppare una strategia condivisa e comune per la sicurezza nel Mediterraneo”. Lo ha dichiarato la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni aprendo i lavori del panel “Rethinking security – Mare Omnium: a shared approach to Mediterranean security”, nel corso dei Med Dialogues 2020.
“Dobbiamo identificare le minacce e le sfide più urgenti, – ha spiegato Sereni – andando oltre l’approccio tradizionale ai temi della sicurezza. 
Come Italia, siamo convinti che la priorità nell’affrontare le crisi nella regione sia la promozione del dialogo e la ricerca di soluzioni politiche inclusive sotto l’egida ONU. La crisi libica riassume tutto questo: costruire lì la pace è importante per stabilizzare l’intera area mediterranea e un approccio condiviso della comunità internazionale è l’unico modo per sostenere gli sforzi dei Libici per la pace. L’accordo sul cessate il fuoco è un passo positivo per preservare l’unità e l’integrità della Libia, consentire la ripresa della produzione e delle esportazioni di petrolio e ricostruire la fiducia tra i Libici. Lo stesso vale per la Siria, una tragedia che si svolge sotto i nostri occhi da ormai 10 anni. Ormai è chiaro che non può esserci una soluzione militare e che solo un processo politico sostenuto dalla comunità internazionale, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza, può dare una pace capace di reggere”.
“Altrettanto importante – ha detto ancora la Vice Ministra – è sostenere il rilancio del processo di pace in Medio Oriente nell’ottica di una soluzione a due Stati giusta e praticabile, negoziata direttamente da israeliani e palestinesi. Gli Accordi di Abramo dimostrano che non è impossibile superare vecchie rivalità e ostilità. Nel Mediterraneo orientale, siamo stati fermi nel condannare le azioni unilaterali degli ultimi mesi, nell’idea che tali tensioni non possano essere risolte se non attraverso un dialogo in buona fede e una collaborazione sincera”.
“Ma affrontare insieme le crisi più rilevanti del Mediterraneo – ha notato Sereni – non è sufficiente. Crediamo che per porre fine alle tensioni e costruire una regione stabile e sicura serva una forte cooperazione e una maggiore integrazione, a cominciare dalla gestione congiunta di ‘beni comuni mediterranei’, come ad esempio l’energia. Solo un approccio cooperativo consentirà infatti il pieno sfruttamento del potenziale energetico del nostro mare, con vantaggi per tutti in sicurezza, stabilità e prosperità”.
“La cooperazione tra tutti i Paesi della regione è fondamentale anche per affrontare minacce transnazionali, come il traffico illecito, il contrabbando e il terrorismo che non sono scomparsi con la pandemia. Con questo stesso spirito l’Italia ha promosso nel 2017 la Rete delle Donne mediatrici nel Mediterraneo che ha coinvolto più di 50 donne in 21 paesi, inclusi Libia, Libano e Palestina. 
Sono convinta che lo sviluppo di una sicurezza ‘mediterranea’ richieda dialogo crescente e sinergie per affrontare le crisi esistenti. Non è un compito facile, soprattutto adesso. Ma è proprio questo – ha concluso Sereni – il motivo per cui vale la pena provare”.

Ti potrebbe interessare anche..