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Filippine, energia e infrastrutture guidano un mercato in ascesa

Filippine, energia e infrastrutture guidano un mercato in ascesa
Filippine, energia e infrastrutture guidano un mercato in ascesa

Più vicine all’Europa sotto il profilo linguistico e tradizionale rispetto agli altri Paesi asiatici – l’80% della popolazione è cristiana e l’inglese è la lingua veicolare – le Filippine si stanno attestando quale mercato di grande prospettiva per gli investimenti occidentali. L’arcipelago, in cui vivono quasi 116 milioni di persone, funge già oggi da base operativa strategica per le aziende interessate a operare in Asia, offrendo vantaggi per le attività industriali, servizi di supporto, manodopera e assistenza, e garantendo accesso ai principali mercati della regione grazie ai trattati di libero scambio siglati nell’ambito dell’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico. Tra gli altri punti a loro favore, le Filippine vantano anche un sistema bancario forte e interessanti incentivi per gli investitori esteri (899 miliardi nel 2023 con un andamento in crescita).

La popolazione, prevalentemente giovane, sostiene poi una delle più alte propensioni al consumo della zona, con un livello stabilmente in aumento grazie a solidi fondamentali economici e a un Prodotto interno lordo (PIL) in crescita costante. Le Filippine, al momento, sono lo Stato dell’area ASEAN con lo sviluppo più veloce: un risultato a cui hanno contribuito in modo particolare l’aumento della spesa per le infrastrutture pubbliche e l’avanzata del settore dei servizi, oltre alle rimesse dall’estero, che hanno raggiunto i 33,5 miliardi di dollari nel 2023.

Questa traiettoria ascendente nei prossimi due anni porterà le Filippine a essere la seconda economia per variazione positiva del PIL in tutta l’Asia dopo l’India, stando alle ultime proiezioni del World Economic Outlook 2024 del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dell’Asian Development Bank (ADB). Oggi la trentaduesima economia più grande al mondo per PIL nominale (471,5 miliardi di dollari) e la tredicesima in Asia, entro il 2035 potrebbe diventare la nona a livello continentale e la ventiduesima a livello mondiale, ma, entro il 2050, si prevede che possa diventare addirittura la diciannovesima.

La manifattura, guidata in parte dalla produzione di semiconduttori, costituisce il 17% del PIL, supportando le esportazioni e l’occupazione. Lo Stato insulare è un anello importante nella catena di fornitura globale per l’elettronica e partecipa all’assemblaggio e all’esportazione di componenti per prodotti come smartphone, computer e altri dispositivi elettronici. L’elettronica rappresenta circa il 60-65% delle spedizioni totali di beni, con oltre 40 miliardi di dollari in entrata all’anno. L’export del Paese, ricchissimo di minerali, include anche materie prime come rame, nichel, abaca, olio di cocco e frutta, oltre a prodotti chimici, attrezzature per il trasporto e indumenti. Nel 2023 il primo partner commerciale è stata la Cina, mentre l’Unione Europea (UE) si posiziona al quarto posto con una quota del 6% sul totale delle importazioni. Verso l’UE era invece diretto l’11% delle esportazioni, anche in considerazione del fatto che due terzi dei 6.200 prodotti totali sono esenti da dazi. Gli altri maggiori partner commerciali di Manila includono Giappone, Stati Uniti, Singapore, Corea del Sud, Paesi Bassi, Hong Kong, Germania, Taiwan e Thailandia.

Anche il turismo è una voce importante dell’economia, in ripresa dopo la pandemia di COVID-19. Nel 2023 il Paese ha accolto quasi 5,5 milioni di visitatori, con 1,5 milioni di ingressi dalla Corea del Sud e un milione dagli Stati Uniti. Questo settore, insieme alla già citata manifattura e alla filiera agroalimentare, offre importanti opportunità per le aziende italiane, che possono diventare rilevanti con la fornitura di tecnologia e know-how avanzati. La manifattura, in particolare, è relativamente meno sviluppata rispetto ai servizi e per questo la richiesta di macchinari moderni è destinata a crescere.

È il settore delle costruzioni, però, a essere davvero trainante. A Manila e nelle altre principali città dell’arcipelago, la domanda di abitazioni residenziali continua a crescere e sono in costruzione nuovi e moderni palazzi a uso residenziale o commerciale, data anche l’alta richiesta di spazi per uffici. Nel campo dell’edilizia e delle infrastrutture, il Governo filippino sta continuando a promuovere progetti di opere pubbliche su larga scala come strade, ferrovie, porti, aeroporti, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla resilienza: diverse di queste iniziative sono sostenute dalla ADB, che in totale ha impegnato 20 miliardi dollari per i prossimi quattro anni. L’espansione del settore infrastrutturale alimenta poi anche una crescente domanda di servizi specializzati, tra cui analisi di prefattibilità e fattibilità, redazione della documentazione per gare d’appalto e consulenze in ambito legale, finanziario ed economico.

Allo stesso modo, il comparto dell’energia, rinnovabili in testa, assumerà una crescente rilevanza nei prossimi anni. Nell’ambito del Philippine Energy Plan (PEP), il Governo intende infatti aumentare la quota di fonti verdi nel mix energetico al 35% entro il 2030, al 50% entro il 2040 e a oltre il 50% entro il 2050. Uno sviluppo recente di particolare interesse per gli investitori internazionali è la possibilità, introdotta nel 2022, di possedere completamente proprietà delle imprese attive nel campo delle energie rinnovabili. L’esecutivo ha inoltre annunciato l’obiettivo di mettere in funzione le prime centrali nucleari entro il 2032, con l’obiettivo di abbassare il costo dell’elettricità, uno dei più alti della regione.

Sebbene le previsioni degli esperti concordino su una sostanziale espansione economica per il Paese negli anni a venire, persistono le sfide poste dalle ampie disparità di reddito e di crescita tra le diverse regioni e classi socioeconomiche, dalle difficoltà burocratiche e dalle irregolarità amministrative, oltre che agli investimenti ancora insufficienti nelle infrastrutture necessarie per sostenere e garantire la crescita futura. Altro elemento non trascurabile: le Filippine sono state classificate come il Paese nel mondo più esposto a disastri naturali. L’arcipelago è infatti ciclicamente afflitto da tifoni, inondazioni, siccità e ondate di calore i cui impatti sono ancora rilevanti sull’economia filippina, nonostante il Governo sia al lavoro per la loro mitigazione.

Nel medio termine il Paese potrebbe però beneficiare di riforme strutturali progettate per migliorare l’ecosistema per gli investimenti e la percezione generale sull’avanzamento economico del Paese. Tra queste, spiccano la ratifica dell’Accordo di Partenariato Commerciale Globale Regionale (RCEP) e l’implementazione di misure strategiche per la liberalizzazione economica a favore degli investitori stranieri. Interventi che includono l’introduzione del Public Services Act, gli emendamenti al Foreign Investment Act e al Retail Trade Liberalization Act, che ora permettono, in specifiche condizioni, la proprietà straniera in settori come alcuni servizi pubblici, piccole imprese e commercio al dettaglio. Inoltre, il nuovo Public-Private Partnership (PPP) Code istituzionalizza i partenariati pubblico-privato, fornendo un quadro normativo unificato e facilitando la collaborazione tra pubblico e privato.

 

L’Italia alla scoperta di un nuovo mercato

Intervista all’Ambasciatore Davide Giglio

L’Italia guarda con vivo interesse al forte progresso economico in corso nelle Filippine: un Paese che sta attuando ambiziosi programmi di sviluppo infrastrutturale nei settori delle costruzioni, dei trasporti e dell’energia, ma è anche impegnato con l’Unione Europea in un negoziato per un’area di libero scambio commerciale. A questi scenari si sommano le opportunità economiche scaturite dai crescenti consumi di una popolazione urbana in forte espansione e dalle necessità locali di mettere in atto pratiche agricole sostenibili e processi di lavorazione delle materie prime. Questi e altri aspetti vengono approfonditi nella seguente intervista dall’Ambasciatore Davide Giglio, che rappresenta l’Italia a Manila. 

Le Filippine si stanno affermando come un’economia in rapida crescita nel Sud-Est asiatico. Quali opportunità si prospettano per l’Italia? 

Sul piano economico, le Filippine si profilano come Paese di crescente rilievo per l’Italia. Esse sono infatti lo Stato a più alta crescita economica nell’Area ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico), con una crescita del PIL al 5,6% nel 2023 e del 6% al 2024. La forte espansione demografica, l’urbanizzazione e lo sviluppo dei consumi, uniti all’imponenza dei programmi infrastrutturali (costruzioni, trasporti e energia) e al possibile prossimo accordo di libero scambio dell’Unione Europea (UE), concorrono a fare delle Filippine un Paese di evidente opportunità per l’Italia per aziende nei più diversi settori.

Un ulteriore asset è la ricchezza mineraria. Le Filippine sono uno dei Paesi più ricchi di risorse minerarie al mondo. Si stima infatti che l’arcipelago disponga di 1.000 miliardi di dollari in riserve non ancora sfruttate di rame, oro, nichel, zinco e argento. Appena il 5% di queste riserve è stato esplorato e solo il 3% è coperto da contratti minerari. Le esigenze globali di reperimento di minerali critici necessari ai processi di transizione verde – come ad esempio per lo sviluppo di impianti di energia rinnovabile (fotovoltaici, eolici, etc.) e la produzione di batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici (EV) – fanno delle Filippine un Paese di primario interesse.

Le Filippine vanno tenute presenti anche in quanto bacino di risorse umane. Il Paese offre abbondanza di manodopera qualificata. Dall’Italia le richieste di lavoratori filippini pervengono non più solo per l’assistenza alle famiglie, ma anche per l’impiego in ambiti quali la cantieristica, le infrastrutture delle telecomunicazioni, l’edilizia, la logistica e in prospettiva è di interesse anche il settore medico-infermieristico.

Un ambito invece in cui i lavoratori filippini trovano già diffuso impiego in Italia, valorizzando la loro conoscenza avanzata della lingua inglese, è quello della navigazione. Si stima che a bordo di naviglio battente bandiera italiana operino circa 10.000 marittimi filippini. In tale contesto, per l’Italia oltre che nell’impiego di manodopera filippina, le opportunità risiedono nel settore della formazione, in particolare nel quadro di progetti promossi dall’Unione Europea.

Infine, le Filippine sono tra i leader mondiali per i servizi di Business Process Outsourcing (BPO). Tale settore riguarda l’esternalizzazione dei processi aziendali di back-office (HR, finanza e IT) e front-office, come l’assistenza clienti e i call center in ambiti quali la sanità, la finanza, la vendita al dettaglio e le telecomunicazioni. Tra i vari fattori che hanno contribuito a rendere le Filippine una destinazione privilegiata ci sono la posizione strategica, l’ampia disponibilità di personale con elevata conoscenza dell’inglese, l’affinità culturale con i Paesi occidentali, i bassi costi di manodopera e il forte sostegno governativo. Si prevede che tale settore continuerà a giocare un ruolo centrale nell’economia filippina in considerazione della forte domanda globale e dei processi di innovazione tecnologica.

 

Quali sono le priorità nel programma del Governo delle Filippine?

Le Filippine sono fortemente impegnate nello sviluppo della dotazione infrastrutturale. L’attuale inadeguatezza penalizza la competitività del Paese sul piano della circolazione di persone e merci, con elevati costi logistici dovuti all’insufficienza delle infrastrutture portuali e all’inadeguatezza delle reti stradali. Sia l’Amministrazione del Presidente Duterte (2016-2022) che quella dell’attuale Presidente Marcos Jr. hanno dunque fatto dello sviluppo infrastrutturale la loro priorità di azione, con partenariati pubblico-privato e anche con il sostegno di donatori internazionali, tra cui la Asian Development Bank (ADB). Il Piano di sviluppo delle Filippine (PDP) 2023-2028 definisce le priorità a medio-lungo termine. Le opportunità settoriali di maggiore rilievo si presentano nel settore dei trasporti e dello sviluppo urbano. Il miglioramento della connettività dei trasporti costituisce uno dei principali obiettivi: attualmente vi sono infatti circa 200 progetti volti ad ammodernare la rete ferroviaria, costruire strade e ponti, rafforzare i trasporti aerei e urbani, nonché incrementare le strutture portuali.

Altro settore prioritario è quello energetico. L’approvvigionamento nazionale continua a essere dominato dal carbone e dal petrolio. L’obsolescenza delle infrastrutture di trasmissione elettrica compromette l’affidabilità dell’approvvigionamento, portando a costi energetici significativamente più alti rispetto agli altri Paesi del Sud-Est Asiatico e ostacolando la competitività economica, in particolare nel settore manifatturiero. L’espansione della capacità della rete elettrica, il miglioramento dell’efficienza della trasmissione e della distribuzione, la riduzione del rischio delle tecnologie rinnovabili emergenti (tra cui la geotermia, l’eolico offshore e il solare galleggiante) e la catalizzazione degli investimenti del settore privato saranno elementi cruciali. Tutto ciò presenta opportunità per le aziende italiane.

Infine, ma non meno importante, è il settore agricolo che nel Paese rimane di primaria rilevanza. La produttività agricola è ancora bassa. Le Filippine, infatti, si posizionano al 67° posto su 113 Paesi nell’Indice di Sicurezza Alimentare Globale 2022, soprattutto a causa di infrastrutture e logistica inadeguate. Il consumo del suolo e le pratiche agricole non sostenibili degradano la fertilità del suolo e aumentano la vulnerabilità ai rischi climatici. La gestione delle risorse idriche è inefficiente e insostenibile: solo il 67,5% delle terre irrigabili riceve un’irrigazione adeguata. La pianificazione integrata e il miglioramento delle infrastrutture nelle aree soggette a inondazioni sono fondamentali. Inoltre, la pesca eccessiva, le attrezzature obsolete e l’inadeguatezza delle strutture di post-raccolta e stoccaggio hanno portato a una bassa qualità dei prodotti e a perdite che mettono a rischio gli ecosistemi costieri e le comunità. Le ampie opportunità che si prospettano per le aziende italiane riguardano la meccanizzazione dei processi e la semi-lavorazione dei prodotti al fine di aumentare la produttività e la sostenibilità del settore.

 

Che cosa può dirci della comunità italiana presente nelle Filippine?

Nelle Filippine vivono circa 2.300 connazionali. È una presenza che risale al periodo tra le due guerre mondiali allorché si realizzò un primo sporadico insediamento di connazionali provenienti da Paesi limitrofi per esplorare possibilità produttive nel settore delle piantagioni di caucciù. Una più stabile e consistente presenza italiana prese avvio nel Secondo dopoguerra grazie all’opera dei religiosi venuti in missione (Salesiani, PIME, suore Francescane). Quella dei religiosi è una presenza di particolare rilievo e significato in un Paese la cui popolazione per l’80% professa la religione cattolica.

Oggi, per numerosi connazionali, le Filippine sono diventate un insediamento stabile se non addirittura permanente anche per l’opportunità economica che il Paese ha offerto. Inoltre le affinità socio-culturali e la condivisione di valori familiari e religiosi hanno favorito poi la creazione di numerosi e stabili legami matrimoniali. Allo sviluppo dell’insediamento degli italiani ha inoltre contribuito la crescente consapevolezza della rilevanza delle Filippine nel nostro Paese a seguito di consistenti flussi migratori, in particolare a partire dagli anni ’80.

Al grande programma di sviluppo infrastrutturale realizzato negli anni ‘70, contribuì anche l’esperienza italiana nel settore delle costruzioni e in quello dell’industria locale (refrigerazione, impianti industriali, packaging, alimentare, mobilio, imballaggio, tabacco), con il conseguente rafforzamento della presenza di connazionali. Molti marchi italiani di rilievo sono rappresentati da distributori e franchising. Tra le aziende presenti, nel settore dell’edilizia si registrano presenze di Maccaferri, Trevi, Renardet e Tecnimont; nella farmaceutica, Menarini.

Per quanto riguarda specificamente la presenza economica-commerciale italiana, è ancora abbastanza limitata anche se diversificata.

Per le opportunità che si presentano, le Filippine costituiscono un Paese di interesse anche per le aziende del comparto della difesa, per quelle delle infrastrutture ferroviarie (ispezione, diagnostica, ecc.) e dell’energia (movimentazione di materiali ad alta temperatura; impianti geotermici; efficientamento). Questa presenza ha contribuito nel tempo a sedimentare un’immagine italiana complessivamente favorevole nel pubblico filippino, a Manila in particolare. L’ambiente locale si dimostra particolarmente ricettivo ed interessato alla cultura italiana nei suoi vari aspetti come la musica – l’opera in particolare -, il cinema, il teatro e la danza, l’arte, il restauro, il design e la cucina. L’Ambasciata è attivamente impegnata in attività di promozione diversificate sia per tipo di evento che per modalità di organizzazione.

 

Quali sono le prospettive per le relazioni bilaterali tra Italia e Filippine?

Italia e Filippine intrattengono relazioni diplomatiche da 77 anni. È un rapporto articolato, amichevole e solido, ma che presenta ancora notevoli margini di sviluppo. Le relazioni si stanno intensificando anche alla luce della sintonia esistente su molti dossier, e dell’accresciuta proiezione italiana nell’Indo-Pacifico. Tra Roma e Manila esiste una convergenza di vedute nell’interesse per la pace e la stabilità di questa regione, sempre più importante negli equilibri geopolitici mondiali. Entrambe le parti dimostrano dunque impegno a rafforzare i rapporti. A inizio novembre, il Sottosegretario On. Maria Tripodi ha svolto con pieno successo una missione a Manila. A Fiuggi il 26 novembre, a margine della riunione dei Ministri degli Esteri del G7, il Ministro Antonio Tajani e l’omologo Enrique Manalo hanno tenuto un incontro. Certamente ciò darà un forte impulso al rilancio del rapporto tra Roma e Manila sul piano politico. La maggior attenzione italiana verso le Filippine è dimostrata anche dal dispiegamento delle nostre forze armate nella regione Indo-Pacifico. Transiti aeronavali si sono svolti in estate. Sia l’Aeronautica Militare che la Marina Militare hanno fatto tappe nelle Filippine. In particolare, l’Italian Carrier Strike Group (composto dalla portaerei Cavour e dalla fregata Alpino hanno fatto scalo a Manila tra il 2 e il 5 settembre. Anche la nave scuola Amerigo Vespucci ha visitato Manila dal 14 al 17 settembre.

All’impulso sul piano politico corrisponde quello per il rafforzamento dei rapporti commerciali. Gli scambi bilaterali sono relativamente favorevoli anche se appaiono ancora sottodimensionati. In prospettiva, alcune tendenze strutturali agiscono in senso favorevole all’espansione delle posizioni commerciali italiane. Innanzitutto, l’aumento del reddito disponibile tra le classi medie e alte: in particolare la popolazione tra i 25 e i 34 anni rappresenta un segmento demografico rilevante (28% della popolazione). Ciò ha implicazioni per i cosiddetti “consumi discrezionali” che si prevede rappresenteranno una quota significativa della spesa nei prossimi dieci anni. Inoltre la presenza di una classe media dalle abitudini di spesa sempre più diversificate fa delle Filippine un mercato potenzialmente sempre più ricettivo ai prodotti di qualità, quali sono quelli italiani.

Allo sviluppo dei consumi concorre favorevolmente anche la forte urbanizzazione in corso con una massiccia diffusione di centri commerciali e al dettaglio. In essi, grazie anche agli impegni di distributori locali, i prodotti italiani trovano spazio crescente. Nelle Filippine la preferenza per l’esperienza di acquisto in un negozio fisico rimane relativamente alta malgrado lo sviluppo dell’e-commerce. Le incoraggianti prospettive di sviluppo degli scambi commerciali trovano ulteriore sostegno nella possibile finalizzazione di un negoziato per un’area di libero scambio tra la UE e le Filippine. Il negoziato è stato avviato nell’ottobre 2024 e si registra un impegno delle due parti per finalizzare l’intesa possibilmente entro la fine del mandato presidenziale di Ferdinand Marcos Jr. nel giugno 2028. L’area di libero scambio può costituire un potente catalizzatore dell’interscambio commerciale e dei flussi di investimento determinando un auspicato salto di qualità del rapporto tra Bruxelles e Manila, con notevoli opportunità anche per l’Italia.

Il Sistema Italia sta svolgendo la sua parte. SACE è impegnata nello sviluppo della sua push strategy e ha avviato discussioni con importanti conglomerati economici locali. Agenzia ICE, presente attraverso l’Ufficio di Singapore, ha attivato un Desk che opera nell’Ambasciata con funzioni di collegamento con la ADB che ha sede a Manila. La sua attività è quella di informare le aziende italiane sulle opportunità insite negli imponenti progetti di sviluppo infrastrutturale finanziati nelle Filippine, in particolare nel settore delle costruzioni e dei trasporti. Nelle Filippine è inoltre attiva una Camera di Commercio Italiana la cui attività è sempre più dinamica.

 

Secondo Lei, la forte presenza della comunità filippina in Italia può essere considerata un vantaggio per investire nel Paese?

La presenza in Italia di una delle comunità filippine oltremare più consistenti (165.000 unità circa) costituisce certamente un asset nel rapporto italo-filippino. Essa alimenta costanti flussi tra i due Paesi e contribuisce alla reciproca conoscenza. Le affinità socio-culturali (religione cattolica, provenienza da una società con forte influenza occidentale, ecc.) facilitano non solo l’integrazione dei filippini in Italia, ma in generale il dialogo tra l’Italia e le Filippine.

È una comunità positivamente integrata e con un tasso di occupazione di oltre il 70% (fra i più elevati tra le comunità straniere in Italia). È anche in evoluzione, sempre più specializzata e formata rispetto alle prime generazioni insediatesi nella penisola negli anni ‘80 composte principalmente da lavoratori domestici. Ciò crea nuove interessanti dinamiche professionali che portano all’accrescimento di contatti commerciali tra i due Paesi. I figli dei filippini di seconda e terza generazione, nati e cresciuti in Italia, colgono infatti con maggiore reattività le opportunità di business presenti nelle Filippine. La vocazione imprenditoriale della comunità va rafforzandosi, come dimostrato dalla recente costituzione di due camere di commercio filippine con sedi a Roma e a Milano.

In quale modo l’Italia potrebbe portare un valore aggiunto alla cooperazione nella lotta ai cambiamenti climatici che colpiscono gravemente le Filippine?

In effetti, le Filippine sono particolarmente vulnerabili ai rischi posti dai cambiamenti climatici. Il World Risk Index le ha costantemente classificate come il Paese nel mondo più a rischio a disastri naturali. L’arcipelago è afflitto da tifoni (in media 20 all’anno), inondazioni, siccità e ondate di calore. Gli effetti dell’innalzamento del livello del mare sono particolarmente evidenti nelle isole di Luzon e Mindanao. Si stima che i cambiamenti climatici incidano con percentuali sostanziali sul PIL annuo. Secondo la Banca Mondiale, le Filippine sacrificano già fino all’1,2% del PIL a causa del solo impatto dei tifoni. Tuttavia, stime locali più pessimistiche indicano in una percentuale potenzialmente fino all’8% del PIL nel 2030 il danno per l’economia locale. Non sorprende dunque che la sfida posta dai cambiamenti climatici sia una priorità di Governo.

Sul piano interno, è in corso uno sforzo per rafforzare la maggiore capacità di pianificazione, la prevenzione, la riduzione e la preparazione ai disastri al fine di mitigarne l’impatto socio-economico. Tuttavia tale ambizioso obiettivo deve misurarsi con l’esiguità delle risorse disponibili. Inoltre, va notato che, in occasione della sua recente visita a Manila, il Sottosegretario Maria Tripodi ha illustrato il potenziale impegno nelle Filippine del Fondo Italiano per il Clima, la cui robusta dotazione a beneficio di settori strategici come le energie rinnovabili e le infrastrutture sostenibili esalta l’impegno italiano nel contrasto ai cambiamenti climatici, anche verso l’area dell’Asia-Pacifico, e può anche aprire prospettive di collaborazione bilaterale per le nostre piccole e medie imprese.

L’Italia può collaborare all’obiettivo filippino di rendere il Paese maggiormente resiliente. Ad esempio, nel settore della collaborazione spaziale, l’Italia può essere un valido partner. Nel Paese vi è una forte esigenza di soluzioni avanzate per il monitoraggio ambientale, l’agricoltura di precisione ed in particolare la prevenzione e gestione dei disastri. Le competenze italiane nel settore aerospaziale possono rispondere in modo efficace a queste necessità, contribuendo in maniera significativa al rafforzamento della resilienza complessiva dell’economia filippina.

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