Contrasto al terrorismo, mediazione nei conflitti e negoziati intra-afgani: questi i temi affrontati questa mattina a Doha, in Qatar, dalla Vice Ministra Marina Sereni con l’inviato speciale del Ministro degli Esteri, Mutlaq bin Majed Al-Qahtany, nel secondo giorno della visita nel Paese. La Vice Ministra Sereni e Al-Qathany si sono soffermati in particolare sull’importanza dei negoziati attualmente in corso a Doha tra il governo di Kabul e i Talebani, sottolineando come, dopo decenni di sofferenze per la popolazione, sia venuto il momento per un dialogo costruttivo tra le parti che possa portare alla fine della violenza e alla pace. La Vice Ministra ha poi ricordato come sia necessario preservare in questo processo i diritti delle donne afgane. Crisi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, Libia e Iran al centro invece del meeting con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’Emiro, Mohammed bin-Ahmed Al Masnad.
Ampia attenzione alla cooperazione culturale nei successivi colloqui con il Ministro di Stato con rango di Vice Primo Ministro Hamad bin Abdulaziz Al-Kawari, Presidente della Qatar National Library, e con il Ministro della Cultura e dello Sport, S.E. Salah bin Ghanem Al Ali. Rafforzare la collaborazione in campo culturale e scientifico, attraverso iniziative comuni e scambi di esperienze – è stata l’opinione condivisa da entrambi gli interlocutori – porterà grande beneficio al complesso delle relazioni bilaterali tra Italia e Qatar.
Nella serata di ieri, la Vice Ministra ha inoltre incontrato il Sottosegretario al Lavoro Mohammed Hassan Al Obaidy e il Capo dell’Ufficio locale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) Houtan Homayounpour per conoscere nel dettaglio le recenti riforme per la tutela dei lavoratori stranieri presenti nel Paese.
“Il Qatar – ha dichiarato Marina Sereni – è stato il primo Paese della regione a introdurre un salario minimo non discriminatorio per i lavoratori stranieri e soprattutto ha abolito l’obbligo di autorizzazione del datore di lavoro per il cambio di impiego, conosciuto come la ‘kafala’, un sistema che consentiva un rigido controllo del datore sui lavoratori, storicamente presente nell’area del Golfo. Si tratta di una svolta molto importante per il mercato del lavoro locale, che crea nella regione un precedente positivo su un tema sensibile nel dialogo sui diritti umani”.