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Intervento del Ministro in occasione della presentazione del rapporto ANCE 2012

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


Caro Vice-Ministro Ciaccia,


Presidente dell’Ance Buzzetti,


Rappresentanti del mondo delle Istituzioni e delle imprese,


Signore e Signori,


rivolgo a voi tutti il mio più cordiale benvenuto. Mi fa piacere rilevare che la presentazione del rapporto annuale dell’ANCE alla Farnesina sia diventata una consuetudine: per il quinto anno consecutivo si svolge al Ministero degli Affari Esteri. E’ un’ulteriore conferma della forte caratterizzazione della Farnesina come ministero economico, attento ad ascoltare e a soddisfare le esigenze degli imprenditori. In questi undici mesi di governo, ho posto tale missione al centro dell’attività istituzionale del Ministero. E’ con la soluzione di problemi concreti, avvertiti dagli operatori economici, da coloro che ogni giorno lavorano, producono e costruiscono anche all’estero, che il Ministero degli Esteri rafforza il suo ruolo di motore della crescita e dell’internazionalizzazione dell’Italia.


La mia presenza qui, insieme a quella del Vice-Ministro Ciaccia, testimonia la volontà di continuare a lavorare insieme, fianco a fianco. Una volontà espressa dall’intesa tra MAE e ANCE – che prevede anche il distacco di un diplomatico presso l’Associazione – e confermata dalla collaborazione avviata con l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e con il Presidente Santoro, che sono lieto di salutare.


Tale determinazione è suffragata dalle numerose missioni all’estero che ho compiuto e alle quali ho voluto che fossero associati i rappresentanti di imprese di costruzioni. Quando mi sono recato in Paesi come l’Indonesia, il Vietnam, il Mozambico, l’Etiopia, l’Algeria, negli incontri ai quali ho partecipato, accanto a me, c’erano sempre amministratori di società di costruzioni. E ho voluto che l’ANCE e i suoi membri fossero coinvolti nei numerosi eventi organizzati alla Farnesina per presentare nuove opportunità di investimento all’estero.


Tale mia azione si fonda sulla convinzione che il Ministero degli Esteri e la sua rete diplomatica “aprono le porte” alle imprese, dischiudendo contatti e facilitando la conclusione di contratti; specialmente in quei Paesi in cui, anche per la forte presenza dello Stato nell’economia, la leadership locale è propensa a discutere di commesse pubbliche con i governi stranieri. Le imprese italiane possono ricevere dal Ministero degli Esteri un notevole aiuto non solo quando hanno un problema contrattuale con la controparte locale, ma anche in una fase preparatoria, quella dell’accesso al mercato e dell’esplorazione delle opportunità.


Il Ministero degli Esteri inoltre raccoglie e veicola in Italia informazioni, segnala opportunità, sensibilizza gli interlocutori stranieri e tutela gli interessi delle imprese svolgendo un ruolo di advocacy presso governi e pubbliche amministrazioni stranieri. Così facendo, non assistiamo solo il settore delle costruzioni, ma anche l’intera filiera di imprese a esso collegato: gli studi di progettazione, gli impiantisti, i fornitori, i gestori e il sistema del credito. Aiutando le imprese a vincere tali sfide, non sosteniamo solo gli attori della nostra economia, ma contribuiamo anche ai processi di sviluppo di Paesi fondamentali per la nostra stabilità.


D’altra parte, non è ipotizzabile il rilancio della competitività dell’economia italiana senza un maggiore radicamento delle nostre imprese nelle aree a maggiore crescita, come l’Asia e l’Africa, continenti ai quali ho voluto che il Ministero orientasse maggiormente il proprio sguardo. Possiamo cogliere insieme le enormi opportunità offerte in particolare dall’Africa sub sahariana e dai Paesi dell’ASEAN. Mentre in altri Paesi, come l’Australia e il Canada, possiamo perseguire nuovi obiettivi, come la fornitura di impianti infrastrutturali a grandi società estrattive.


La diplomazia vi sostiene, ma il merito degli eccellenti risultati conseguiti è soprattutto vostro. Risiede nella vostra capacità industriale, nella vostra competitività, nel vostro know-how. Queste qualità fanno di voi uno dei simboli più apprezzati del “Made by Italy”. Del resto, anche se la globalizzazione dei mercati ha determinato una certa uniformità di costruzioni, quelle realizzate dagli italiani riflettono ancora la specificità della nostra cultura. Una cultura contraddistinta dal nesso indissolubile tra creatività e industria, dalla capacità di coniugare le acquisizioni tecniche con le prerogative estetiche delle opere.


I dati del rapporto che presentiamo oggi confermano la vitalità e la competitività del sistema italiano delle costruzioni. Il rapporto sottolinea che il 2011 è stato il sesto anno consecutivo di crescita per le attività all’estero, con una significativa espansione sia in termine di fatturato che di commesse acquisite. Nel difficile momento dell’economia mondiale, il settore delle costruzioni ha aumentato le proprie quote di penetrazione all’estero, anche nei mercati dell’area OCSE, da sempre quelli in cui operano i maggiori competitors.


Il rapporto indica inoltre che, per le imprese proiettate all’estero, la componente di fatturato oltreconfine nel 2011 è stata più della metà del fatturato globale: il 54%, pari a 7,9 miliardi di euro. Questo dato riflette una tendenza in continua crescita dal 2004, a dimostrazione che l’estero è sempre più il “core business” del settore delle costruzioni. Dall’analisi del portafoglio lavori, risulta poi che le imprese italiane sono attive in 85 Paesi, con commesse dal valore complessivo di più di 50 miliardi di euro e con ingenti ricavi attesi per i prossimi anni. Mi fa inoltre piacere rilevare come le imprese italiane siano sempre più capaci di realizzare joint ventures con quelle straniere per ottenere grandi successi nei mercati globali. E’ il caso ad esempio delle intese raggiunte tra società italiane e turche per realizzare infrastrutture in Russia.


Concludo rinnovando l’impegno del Ministero degli Esteri a continuare a fare sistema con tutti gli attori del Sistema Paese: i Ministeri economici, l’Agenzia-ICE, la Sace, la Simest, la Cassa Depositi e Prestiti, il mondo delle istituzioni, delle imprese e delle associazioni industriali. Nel mondo globalizzato vince solo chi ha alle spalle un Sistema Paese coeso ed efficiente: non singole realtà più o meno capaci, ma l’insieme dei soggetti attivi che collaborano con coerenza e unitarietà di visione all’elaborazione e attuazione di strategie economiche. Questo spirito ha animato anche la prima riunione della Cabina di Regia per l’Italia internazionale, che ho presieduto insieme al Ministro Passera. L’obiettivo fondamentale per il Paese è quello di riprendere a crescere: una sfida che il governo Monti ha raccolto e che vogliamo vincere anche con la forte azione di promozione e sostegno all’estero delle nostre eccellenze.

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