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Intervento del Ministro Bonino alla presentazione dell’Iniziativa Italia – Africa

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


Saluto e ringrazio per la loro partecipazione a questo evento il Ministro Bray e la Ministra Kyenge. Sono pure qui con noi il Vice Ministro Pistelli e il Sottosegretario Giro che ringrazio per tutto il lavoro svolto per delineare l’Iniziativa Italia –Africa che siamo qui a presentarvi.


1) L’Africa cambia in fretta. A livello continentale si registrano innegabili progressi nel campo della pace, della sicurezza, della democrazia, del rispetto dei diritti umani. Grandi progressi sono stati compiuti sotto l’aspetto cruciale del consolidamento delle istituzioni e dello stato di diritto, che assicurano oggi una più diffusa tutela delle libertà fondamentali e una più stabile tenuta degli ordinamenti democratici. Gran parte dei Paesi africani offre oggi maggiori libertà che in passato. Il ricorso alle elezioni è ormai una pratica estremamente diffusa e difficilmente aggirabile. Si sta sviluppando una classe media sempre più solida, il ruolo della società civile è crescente ed ha voce su tutti gli aspetti della vita delle popolazioni africane. Anche sulle vicende relative alla Corte Penale Internazionale, dove l’Italia ha svolto un importante ruolo di invito alla moderazione e, anche grazie alla nostra azione, si è riusciti a individuare soluzioni che nel rispetto della legalità e delle prerogative dalla Corte, evitando forzature, permettono di venire incontro ad alcune esigenze espresse dai Paesi africani.


2) Sul piano economico vi è una classe imprenditoriale nuova e dinamica desiderosa di espandersi. Ben 7 delle 10 economie, che registreranno i più elevati tassi di crescita nel quinquennio in corso, appartengono a Paesi dell’Africa a sud del Sahara. Nell’attuale mondo multipolare il Continente mira a essere uno dei blocchi più dinamici e un attore nelle sfide planetarie.


Diversi Paesi africani sono tra i massimi produttori di idrocarburi, di minerali e di altre risorse naturali, ma il vero potenziale del continente risiede nella creatività e capacità di innovazione della sua giovanissima popolazione, e dove fondamentale è il ruolo delle donne. L’Africa è il continente che più di altri possiede i presupposti per realizzare una crescita sostenibile, senza ripetere errori compiuti in passato dalle attuali economie mature o da alcune nuove realtà. Il cambio di percezione nei confronti dell’Africa è d’altronde riflesso nelle positive copertine che autorevoli “magazines” internazionali, e non, dedicano al Continente.


3) Al di là dei progressi, permangono tuttavia situazioni di degrado economico, sociale e di sicurezza. Tragedie come quella di Lampedusa ci impongono un rinnovato impegno per questa parte del mondo e ci fanno comprendere come situazioni di Paesi apparentemente lontani, in realtà ci toccano molto da vicino. La situazione in Mali, i drammatici sviluppi della crisi nella Repubblica Centroafricana, ed i più recenti tragici eventi che hanno riacceso le tensioni etniche nel Sud Sudan, ripropongono all’attenzione dell’opinione pubblica problematiche e scenari ben noti. Oggi, forse più che in passato, siamo consapevoli che focolai di crisi regionali, come quelli citati, possono avere riflessi diretti sulle nostre stesse esistenze, sul nostro modello e stile di vita. Essi richiedono pertanto, anche per questo, una scelta di impegno ed attenzione come quella che ci vede presenti in prima fila nell’accompagnamento delle istituzioni somale in un difficile processo di ricostruzione. Per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla Somalia abbiamo organizzato a New York a settembre, a margine della 68ma UNGA, una riunione sulla Somalia, a livello ministeriale, dei membri dell’IGAD Partners Forum che ho co-presieduto con il collega Etiope, Tedros. Alla riunione ha partecipato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e sono intervenute circa 50 delegazioni di Paesi e Organizzazioni Internazionali che hanno a cuore la stabilità e crescita della regione del Corno d’Africa.


4) Ombre che certo non possiamo ignorare e che anzi siamo ancor più motivati a cancellare: ricordo a questo riguardo il nostro impegno per la pace e sicurezza nel Sahel, il sostegno al ruolo dell’Unione Africana e delle organizzazioni regionali africane, come pure il fatto che dei 24 Paesi individuati come prioritari per la cooperazione Italiana, la metà sono africani e in particolare ben 10 in Africa Sub-sahariana.


Queste ombre, dico, non possono far perdere l’ottimismo che ci ispira quando guardiamo all’insieme del quadro africano e, come già dissi alla “Giornata per l’Africa” a maggio scorso: “se è radicalmente cambiata l’Africa, deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa.” L’Africa è per noi partner indispensabile nei principali dossier internazionali e la complementarietà tra le economie africane e quella italiana ci consente di offrire un modello di sviluppo rispettoso del futuro del continente.


5) In questa prospettiva, l’Iniziativa Italia-Africa vuole “riaccendere nel nostro Paese i riflettori sull’Africa” e mantenerli accesi in futuro, al fine di mostrare chiaramente in Italia e in Africa le possibilità offerte da una reciproca collaborazione a tutto campo: politico, economico, sociale e culturale. Il nostro Paese intende così inserirsi con la sua capacità di fare e con le proprie eccellenze nelle positive dinamiche in atto nel Continente.


6) L’Italia fa già molte cose in Africa e per l’Africa, che sono frutto di un impegno di tante singole realtà. E’difficile avere una piena consapevolezza del reale impatto del loro insieme, che invece merita di essere opportunamente valorizzato. Penso all’azione meritoria di tante nostre ONG, all’impegno più che decennale della nostra Cooperazione, alle Missioni di Sistema. L’Iniziativa Italia-Africa, tuttavia, non vuole essere solo una ricognizione di quanto si sta facendo. Essa vuole dare un impulso ad andare oltre, fornendo una cornice per dare un senso unitario a tutto ciò che possiamo fare. L’Iniziativa Italia-Africa sarà caratterizzata dalla sua flessibilità. Essa vuole essere aperta, costituita da diversi segmenti settoriali in ognuno dei quali si individueranno proposte di progetti, riflessioni e iniziative che saranno portati avanti dai loro stessi ideatori, con mezzi propri. Non sono previsti finanziamenti pubblici specifici. Le varie proposte, per rientrare nel quadro dell’Iniziativa, dovranno essere chiare, attuali ed innovative. Dovranno ispirarsi ai criteri della sostenibilità, economica, sociale e culturale ed essere coerenti con le tesi e i valori che il nostro Paese va esprimendo nei fori multilaterali. Nell’esercizio si intendono coinvolgere le Organizzazioni Internazionali e le Istituzioni Finanziarie Internazionali che già hanno espresso il loro sostegno.


7) Il rilancio dell’azione italiana in Africa, è un impegno che riguarda non solo la Farnesina, ma anche altre Amministrazioni centrali dello Stato – come qui testimoniato dalla presenza dei Ministri Bray e Kyenge, ma vorrei citare anche i Ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico, dell’Agricoltura, dell’Ambiente. L’Iniziativa vuole poi coinvolgere gli enti locali, il mondo accademico, le istituzioni culturali e scientifiche del nostro Paese, come pure le tante meritevoli ONG che operano in Africa. Un ruolo trainante rivestono poi le nostre aziende e associazioni di imprese, in grado di proporre all’Africa, su una base di reciproco vantaggio, soluzioni tecnologiche, di processo e di prodotto, all’avanguardia per uno sviluppo sostenibile e armonioso dei Paesi africani.


8) Volendo ricorrere a una metafora, come in un treno vi è una locomotiva che ha un compito di traino, così qui il Ministero degli Esteri si è fatto promotore. Come in un treno i vagoni possono essere aggiunti in una composizione variabile, così a questa Iniziativa si possono man mano aggiungere ulteriori settori di intervento in un’ottica modulare e aperta. Infine, come un treno che viaggia inserito in una rete ferroviaria può toccare più stazioni a seconda delle necessità, così l’iniziativa vuole essere a livello continentale e si rivolge a tutti i Paesi dell’Africa sub-sahariana. Dato il suo carattere aperto e modulare, e al tempo stesso pragmatico, ciascun segmento potrà focalizzarsi, per i suoi contenuti, più su un Paese o una regione che su un’altra o ad esempio iniziare da un’area più delimitata per poi espandersi.


9) Alcuni settori sono stati già individuati, e ci si sta lavorando, quali ad esempio quello dell’agricoltura. E’ questo un campo dove il modello italiano, fatto d’imprese, spesso piccole, che si organizzano in cooperative e consorzi che si distinguono per la qualità dei prodotti, anche salvaguardando tecniche produttive tradizionali, ben si può adattare alla realtà africana. Ricordiamo peraltro che il 2014 è stato proclamato, dalle Nazioni Unite, anno del “family farming”. Nel campo dell’agricoltura si tratta facilitare l’affermarsi di sistemi produttivi efficienti, socialmente accettabili e rispettosi dell’ambiente, con un’attenzione al rispetto degli standards internazionali in materia di sicurezza alimentare in modo da consentire ai prodotti africani di accedere ai mercati internazionali in un’ottica di “trade not aid”.


Un’occasione per condividere questi concetti con i partner africani potrebbe essere a margine della riunione annuale del Consiglio Esecutivo IFAD che si tiene a livello ministeriale a febbraio a Roma. A tal fine stiamo lavorando con il Ministero dell’Agricoltura, il Ministero della Salute, l’Istituto Agronomico del Mediterraneo, Unacoma, l’associazione dei Produttori di macchine agricole e insieme ai rappresentanti in Italia dei Paesi africani.


E naturalmente potremo sfruttare l’occasione di Expo Milano 2015, al quale i Paesi africani hanno aderito massicciamente e a cui potranno senz’altro offrire un fondamentale contributo, anche nell’ambito dei clusters tematici.


10) Voglio citare anche il campo dell’energia, dove il nostro modello di distribuzione elettrica e di sviluppo delle fonti alternative può ben rispondere alle condizioni dell’Africa. In materia di energia l’Italia, infatti, ha una rete di distribuzione a bassa tensione particolarmente integrata a livello internazionale e alimentata da un vasto insieme di produttori e che quindi può ben aiutare a trovare risposte alle necessità africane di una diffusione capillare, socialmente inclusiva, dell’energia elettrica anche valorizzando appieno, in ottica di sostenibilità e di rispetto ambientale, le fonti di energia rinnovabile di cui l’Africa è particolarmente ricca. Anche qui ci orientiamo seguendo le linee tracciate dall’iniziativa del Segretario Generale dell’ONU intitolata “Energia Sostenibile per Tutti”, che prevede entro il 2030 l’accesso universale all’energia di base, il raddoppio dell’efficienza energetica e il raddoppio della quota di fonti rinnovabili. Tale iniziativa è stata fatta propria, tra gli altri, dall’agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), con la quale collaboriamo attivamente e che tra i suoi progetti ne ha uno dedicato specificamente all’Africa. Senza dimenticare, anche in questo campo, i principali attori nazionali del settore, come Terna, Enel Green Power e GSE, che vantano un’expertise consolidata e possono attuare concreti modelli di business già sperimentati con successo in altri Paesi emergenti.


11) Nel settore della cooperazione culturale, un segnale innovativo e foriero di promettenti sviluppi è quello della nomina per la prima volta di un africano – il nigeriano Okwuy Enwezor, curatore e critico d’arte di grande esperienza internazionale – quale direttore del settore arti visive della prossima Biennale dell’Arte di Venezia.


12) Altri campi di eccellenza che possiamo promuovere sono quelli delle infrastrutture, viste le nostre riconosciute capacità progettuali e realizzative, e quello della cultura, con iniziative di valorizzazione delle arti visive italiana e africana.


13) Per dare anche visivamente un segnale di riconoscimento, abbiamo sviluppato un logo dell’Iniziativa, tramite un pubblico invito a ideare, a titolo gratuito, e lo dico per rimarcare lo spirito di apertura e collaborazione di chi ha aderito, una proposta di logo. Tra i vari elaborati giunti, abbiamo scelto quella della Signora Annia Arosa in quanto esprime al meglio un concetto chiave dell’Iniziativa: quello del dialogo paritetico – rappresentato dalle due nuvolette equidistanti inserite nel cerchio rosso.


14) Un’iniziativa a tutto campo non può prescindere, anzi presuppone, un dialogo politico a tutti i livelli: dal nostro impegno per la stabilizzazione nelle aree di crisi, alla collaborazione regionale e multilaterale, dalla promozione dei diritti umani al dialogo interparlamentare e via dicendo. Lo stesso vale per il ruolo della nostra società civile, espresso dall’impegno delle nostre ONG. Tutto questo acquisterà maggior valore se sapremo valorizzare adeguatamente il ruolo e l’apporto che possono dare le comunità africane in Italia e italiane in Africa.


Proprio in questo spirito sarò in missione in Africa all’inizio dell’anno: dal 5 all’8 gennaio in Ghana e Senegal e, a partire dal 13 gennaio, in Sierra Leone. Il Vice Ministro Pistelli, a fine gennaio, si recherà ad Addis Abeba per partecipare al Vertice dell’Unione Africana.


Mi reco in Ghana per ricambiare la visita della Ministra Tetteh, venuta lo scorso 14 novembre a Roma per partecipare alla prima riunione del Board internazionale di “Women in Diplomacy”. Il Ghana è un Paese stabile e democratico con il quale intendiamo approfondire i rapporti politici, economici e culturali. Nel corso delle frequenti occasioni di contatto con le autorità ghanesi e con la Ministra Tetteh in particolare, abbiamo condiviso il nostro interesse a promuovere l’empowerment delle donne, proseguire la lotta alle mutilazioni genitali femminili e ad esprimere posizioni comuni e concertate sulle principali questioni multilaterali.


Per quanto riguarda il Senegal, con l’elezione del Presidente Sall, questo Paese si è confermato stabile e maturo dal punto di vista democratico. Nel corso della visita a Dakar, definirò con le autorità senegalesi il Programma Paese 2014-2016 della nostra Cooperazione. Con il Senegal, abbiamo forte interesse a rilanciare la cooperazione culturale e sociale, anche in virtù dell’apprezzata presenza di una comunità senegalese numerosa e ben integrata in Italia. La missione sarà anche l’opportunità di intraprendere un dialogo sulle principali tematiche multilaterali e sui temi regionali, in particolare sul Mali e sul Sahel.


Sarò poi a Freetown in Sierra Leone il 13 gennaio per partecipare alla Conferenza organizzata dall’ONG Nessuno Tocchi Caino sull’abolizione della pena di morte. Il Presidente Koroma è stato confermato nel novembre 2012 a seguito di elezioni ordinate e pacifiche, ha ricevuto il Premio “Abolitionist of the Year 2012”. La Sierra Leone ha compiuto progressi incoraggianti nel processo di democratizzazione dopo il sanguinoso conflitto civile terminato nel 2002 che vanno sostenuti e incoraggiati.


Vi ringrazio per l’attenzione e per il sostegno che ognuno di voi, per la sua parte, vorrà dare a questo nostro rinnovato impegno verso l’Africa in cui molto crediamo.