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Articolo del Ministro Gentiloni – Basta con le ambiguità (l’Unità)

L’emozione è stata ed è tremenda. Per l’entità del massacro, e per la vicinanza e per I legami che abbiamo con Parigi e con i francesi. Ma oltre all’emozione, e all’impegno per alzare tutti i livelli di sicurezza nel nostro Paese è bene guardare alle implicazioni future della terribile strage di Parigi. Devono cambiare diverse cose, non deve cambiare il nostro modo di vivere. Cambiare vuol dire consapevolezza del fatto che la minaccia del terrorismo è oggi più diffusa, e addirittura colpisce nel mucchio, e colpisce anche senza avere bersagli privilegiati. E contro questa minaccia serve un rinnovato impegno diplomatico e militare internazionale. La strage di Parigi coincide con un momento di gravi sconfitte sul terreno subite da Daesh, sia in lraq con la riconquista della città di Sinjar da parte di 7 mila peshmerga curdi, in gran parte addestrati da noi italiani, che in Siria dove fa progressi l’offensiva verso Raqqa, capitale siriana di Daesh. Sono certo che i leader del G20, riuniti da oggi ad Antalya, anche di questo discuteranno: di come coordinare meglio un rinnovato impegno comune contro il terrorismo. Il secondo cambiamento necessario riguarda però la nostra capacità di saper togliere ai terroristi assassini le basi di consenso e di ambiguo sostegno di cui godono, non solo negli ambienti fondamentalisti islamici ma perfino nelle nostre società. Non sto parlando di una azione di guerra, tanto meno del rifugio illusorio in una fortezza che miri a tenere il mondo lontano da noi. Sto parlando di dialogo interreligioso, di inclusione sociale, di sostegno a tutti coloro che nelle comunità islamiche combattono il terrorismo fondamentalista. Molto dunque deve cambiare se non vogliamo essere costretti a farci cambiare le nostre vite da terroristi che vogliono impedirci di studiare, di avere il nostro credo religioso, di viaggiare, di vivere da donne e uomini liberi.

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