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Discorso dell’On. Ministro all’evento “Sud 4.0 – Le opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno” presso Libera Università Mediterranea “Jean Monnet”

Bari, 23 giugno

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

Chiarissimo Rettore Prof. Emanuele Degennaro,

Presidente Michele Emiliano,

Presidente Vincenzo De Luca,

Cari Colleghi e Sottosegretari, Cari Studenti, Signore e Signori,

Questa magnifica Università, nel suo nome, richiama il Mediterraneo e rende omaggio a Jean Monnet, uno dei grandi padri fondatori dell’Europa. Ci tengo a sottolinearlo: perché il nostro Sud è la più bella finestra dell’Europa sul Mediterraneo e del Mediterraneo sull’Europa.

Il Sud 4.0 che immagino ha la mente e il cuore nel Mediterraneo.

Fin dall’inizio del mio mandato alla Farnesina, mi sono impegnato a rimettere il Mediterraneo sulla mappa della politica estera europea. Perché nel Mediterraneo si gioca il destino dell’Europa e – ancora più da vicino – il destino del nostro Sud.

Mi sono impegnato a rimettere il Mediterraneo sulla mappa della politica estera europea per un duplice motivo: l’ho fatto certamente per ragioni di sicurezza; ma l’ho anche fatto per ragioni di prosperità, per le opportunità che ci offre il Mediterraneo.

Oggi, l’instabilità del Mediterraneo è come un “vento caldo di scirocco” che soffia sul “fuoco dei populisti e demagoghi”. L’Italia e l’Europa devono continuare a contribuire a risolvere le crisi in Nord Africa, per evitare di dare in mano ai populisti i temi della sicurezza e dell’immigrazione, su cui diffondono soltanto paure.

Dobbiamo affrontare le crisi nel Mediterraneo con la consapevolezza che è un mare ricco di opportunità: un mercato regionale di 500 milioni di consumatori che genera il 10% del PIL mondiale; dove passa il 20% del traffico marittimo mondiale e il 30% del commercio di petrolio.

Nel Mediterraneo, l’obbiettivo della diplomazia economica italiana è un mercato sempre più integrato, con prioritaria attenzione ad energia e infrastrutture, per rilanciare il Mediterraneo come Hub economico globale. Il Sud 4.0 è necessariamente al centro di questa visione.

Oggi parliamo di Sud 4.0, ma non dimentichiamoci che la Puglia ha contribuito fin dall’inizio a questa rivoluzione industriale, con il Sud 1.0! Ossia, con le prime innovazioni applicate all’agricoltura.

Era il 1808 quando Napoleone nominò re di Napoli Gioacchino Murat. Non era un nobile, ma figlio di albergatori, con il fiuto imprenditoriale. Murat introdusse per primo in Puglia i principi della meccanica nella raccolta e nella premitura delle olive. Macchine, presse, vagoni per il trasporto.

Nel Mediterraneo, la produzione industriale dell’olio ebbe grande impulso e fu in quel periodo che nacquero i germi dell’innovazione nell’industria dei trasporti e anche nella costruzione dei motori.

Oggi la Puglia è di nuovo un modello di sviluppo per il Mediterraneo. I settori tradizionali che amiamo tanto di questa Regione, come l’agricoltura e il turismo, convivono con quelli più innovativi dell’ aerospazio, della meccatronica, delle nanotecnologie e dei servizi ICT.

Grazie ai suoi poli d’eccellenza e all’intraprendenza dei suoi imprenditori, la Puglia ha fatto grandi progressi. Perché in tutti questi anni di crisi gli imprenditori non hanno mai smesso di innovare e di investire in tecnologie, competenza e conoscenza.

Penso alla storia della MERMEC di Monopoli. I giapponesi, che sono all’avanguardia nei treni ad alta velocità, hanno scelto questa società della Puglia per i sistemi di sicurezza sui loro treni veloci.

La Puglia è anche una della regioni più generose per contributi alle start-up (nel 2016 ha messo a disposizione delle imprese innovative oltre 370 milioni di euro). E’ molto bello vedere che ci sono giovani, in Puglia, che restano o che ritornano nella loro terra d’origine, e trovano successo nelle start-up.

Perché sono i giovani, con le loro idee innovative, che fanno la rivoluzione 4.0!

Ho letto la storia di Angelo Petrosillo e Luciano Belviso, che dopo l’Università hanno creato Blackshape, un’azienda che produce aerei totalmente in fibra di carbonio.  Oggi sono leader mondiali del settore e danno lavoro a circa  1.200 persone.  

Un’altra curiosità! . . . Al G7 di Bari dei Ministri delle Finanze e al G7 di Taormina dei Capi di Governo una start-up di Bari lanciata da quattro trentenni un anno fa – Energy by Oscar – è stata quella selezionata tra le eccellenze del mondo per ricaricare smartphone, tablet e portatili di tutti i partecipanti.

In Puglia anche l’agricoltura sta diventando 4.0!  E ha registrato un sorprendente +10% di imprese agricole giovanili. Sono quelle aziende agricole più all’avanguardia, dedite all’innovazione, alla sostenibilità, e fedeli alla qualità.

E vorrei anche ricordare l’ottima collaborazione fra la Cooperazione allo Sviluppo Italiana e l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, un’eccellenza mondiale che promuove l’agricoltura sostenibile, attraverso la formazione e la ricerca, in tutto il Mediterraneo.

Rimettere i giovani al centro dell’agenda della crescita e dello sviluppo è una delle nostre priorità. Anche se il PIL torna a crescere e il recupero del Mezzogiorno è addirittura più veloce del resto del Paese, persino sul piano dell’occupazione, gli anni della crisi hanno avuto un effetto devastante su troppi giovani.

Dobbiamo investire di più nella formazione, nell’imprenditorialità e nell’accesso al lavoro. Ma dobbiamo anche lavorare di più dal lato delle imprese per incentivare le assunzioni con maggiori sgravi fiscali per chi assume i giovani. 

Chi assume i giovani non solo fa un investimento sicuro, ma fa anche un grande investimento nel futuro.

All’inizio di quest’anno, proprio per investire nei giovani migliori, ho lanciato alla Farnesina il Piano strategico per l’internazionalizzazione delle Università 2017/2020, al quale hanno contribuito anche le imprese, per legare meglio formazione, imprenditorialità e accesso al lavoro.

Il Piano identifica le nostre priorità geografiche e naturalmente i Paesi del Mediterraneo rimangono per noi sempre prioritari (oltre a Balcani e nuove azioni in Cina, India, USA, Argentina, Etiopia, Iran, Israele e  Messico).

L’internazionalizzazione delle nostre Università fa bene agli studenti, ma fa anche bene alle aziende, perché dalle Università più internazionalizzate possono scegliere gli studenti più brillanti.

Un’altra nostra priorità sono gli investimenti e le infrastrutture. Al Sud non c’è solo il problema del ponte sullo stretto. C’è quello dell’alta velocità che si ferma nella Campania e dell’investimento nell’alta velocità della banda larga. E’ un “gap” infrastrutturale e tecnologico che ci frena.

Ma i cittadini del Sud vogliono “alta velocità” anche nel prendere le decisioni. Anche la politica deve diventare 4.0! Specialmente ora che la crescita ci offre ossigeno per fare nuovi investimenti.

Stamani, nell’incontro con gli imprenditori, ho ricordato loro il grande impegno del Governo per fare un “salto di qualità”: il programma per gli investimenti “Destinazione Italia”, il Jobs Act, le riforme della giustizia civile, l’ammodernamento dell’amministrazione pubblica, l’amministrazione fiscale più trasparente e prevedibile, e naturalmente il Piano Industria 4.0.

Anche l’Europa sta dalla nostra parte e aiuta il Mezzogiorno: le risorse europee, sommate ai co-finanziamenti nazionali, sono di oltre 51 miliardi per il Sud. A chi critica l’Europa, questi dati aiutano a comprendere che l’Europa non è il problema, ma parte della soluzione. L’Europa vuole investire nel Mezzogiorno, ma sta anche a noi migliorare e rendere più efficaci le politiche di investimento. 

Come dicevo all’inizio, l’obiettivo è soprattutto di integrare il Sud nel più ampio mercato regionale, dal Mediterraneo all’Adriatico. Il 12 luglio, a Trieste, l’Italia ospiterà il Vertice dei Balcani Occidentali. E’ l’occasione per accelerare gli investimenti infrastrutturali che collegano quest’area alla Puglia e il resto del Sud.

Per promuovere gli investimenti stranieri in Italia, ho organizzato una Conferenza di investitori – “Invest in Italy” – il 13 giugno scorso alla Farnesina. Sono contento che molti investitori si sono già accorti dei passi avanti fatti dall’Italia: un numero crescente di multinazionali si riaffaccia al nostro mercato; siamo rientrati nei radar dei grandi fondi sovrani ed internazionali; e stiamo risalendo gli indici mondiali degli investimenti e del business climate. Ad esempio, c’è il caso della Apple che ha aperto a Napoli il primo Centro di Sviluppo App iOS d’Europa.

Ma si può e si deve fare di più. Cito ancora degli importanti risultati della Farnesina come:

-Visti Business rilasciati in 72 ore.

-Nuovi Visti Startup e Visti per Investitori.

-La creazione di un Ufficio per gli Investimenti Esteri, che sarà il punto di riferimento nella Farnesina per le imprese straniere che guardano all’Italia.

-In collaborazione con il MISE e con l’ICE abbiamo creato 7 nuovi Desk per l’attrazione degli investimenti esteri che operano a Istanbul, Londra, New York, Singapore, Tokyo, Dubai, San Francisco. Altri 2 Desk saranno aperti a breve a Pechino e Hong Kong.

Fin dall’inizio del mio mandato alla Farnesina, ho chiesto alla diplomazia economica di rafforzare e di diversificare gli strumenti.

Ho pensato soprattutto al Mediterraneo e al Sud, che traggono la loro ricchezza da un patrimonio culturale multiforme, idee ed espressioni diverse di bellezza. La Puglia, che per secoli è stata una porta nel Mediterraneo verso l’Oriente, ne è un esempio straordinario. 

E’ quello che ispira il nostro programma “Vivere all’Italiana” di promozione integrata dell’Italia – dalla lingua al design, dalla tecnologia all’arte, dalla cucina all’archeologia – per valorizzare e per difende il “marchio Italia” nel mondo, fatto di bellezza, creatività e capacità tecnologica.

E per sostenere il nostro export la Farnesina e la sua rete lavorano per l’attuazione del Piano straordinario per il Made in Italy, con oltre 300 milioni di euro dedicati all’internazionalizzazione delle imprese italiane, a cui si aggiungono 50 milioni di euro del nuovo Piano Export Sud (finanziato con fondi europei).

Pochi giorni fa ho lanciato alla Farnesina il Piano per il Turismo 2017/2022, che sarà un nuovo strumento a disposizione della diplomazia economica.

Vogliamo continuare ad attrarre turisti nelle città e nei luoghi più famosi. Ma vogliamo anche promuovere destinazioni meno conosciute e pure ricche di potenzialità ancora inespresse: le aree rurali, i borghi antichi, le piccole e medie città d’arte, i parchi naturali e marini. La Puglia, ad esempio, conosce molto bene il fenomeno dei turisti russi, che vengono a Bari per rendere omaggio alle reliquie di San Nicola.

Nel Piano del Turismo c’è una maggiore attenzione al Mezzogiorno: la Puglia è sempre fra le regioni del Sud dove aumentano gli arrivi e la spesa turistica, assieme a Campania, Sicilia e Molise. Oltre 3 milioni e mezzo di turisti all’anno visitano la Puglia.

Dobbiamo crescere con la bellezza. Vorrei rivolgere un pensiero a Carla Fendi, che pochi giorni fa ci ha lasciato, e che diceva: “Credo al valore della bellezza, il bello come cultura e la cultura come linfa vitale. E come felicità, perché solleva lo spirito, è ossigeno in un mondo che ci travolge quotidianamente. E’ il mio credo, e in questo metto tutte le mie energie”.

Ecco, dobbiamo continuare a mettere tutte le nostre energie al servizio dell’Italia e del Sud, a volte facendo sacrifici, ma avremo sempre la soddisfazione di vivere nel Paese più bello del mondo.

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