Palermo, 21 giugno 2017
(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Caro Bert,
Professor Fabio Mazzola,
Signore e signori,
Buongiorno a tutti!
Complimenti per l’ottimo lavoro svolto in questi tre giorni.
Immaginate di avere questaa stessa intensità, questa stessa energia e questa stessa passione per due anni! È questo l’obiettivo che l’Italia e i Paesi Bassi stanno realizzando – insieme – nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Lo scorso anno, dopo una campagna competitiva per conquistare un seggio nel Consiglio di Sicurezza, l’Italia e i Paesi Bassi si sono trovati a disputare una “partita” serrata. Avremmo potuto arrivare fino ai “calci di rigore”! E invece abbiamo fatto la Storia!
Abbiamo deciso di “dividere” il mandato all’interno del Consiglio: il 2017 è la volta dell’Italia; il 2018 toccherà ai Paesi Bassi. Per due anni, due Stati Membri fondatori dell’Unione Europea lavoreranno fianco a fianco.
L’Italia e i Paesi Bassi condividono la stessa fiducia nel multilateralismo.
Multilateralismo significa inclusione. Significa, ad esempio, coinvolgere le donne nei negoziati per il consolidamento della pace, ragion per cui, a Ottobre, inaugurerò il Network Mediterraneo di Donne Mediatrici.
Il multilateralismo è un modo per condividere il nostro migliore retaggio con i partner. La Sicilia ha pagato un prezzo molto alto nella lotta alla mafia, ma siamo onorati di condividere la nostra esperienza in seno all’ ONU. Proprio pochi giorni fa, a New York, l’Assemblea Generale ha reso omaggio a un grande siciliano, Giovanni Falcone.
Giovanni Falcone credeva fermamente nella cooperazione internazionale contro la criminalità organizzata. È stato il suo lavoro a guidare la comunità internazionale nel cammino verso la Convenzione di Palermo. Venticinque anni dopo il suo omicidio, il suo coraggio continua a ispirarci. Siamo orgogliosi di lui e di tutti gli eroi che hanno combattuto la mafia.
Il multilateralismo è anche un ottimo strumento per difendere le libertà contro la tirannia della paura. Lo scrittore olandese Hendrik Mattheüs van Randwijk una volta ha detto: un popolo che cede ai tiranni perderà ben più del proprio corpo e dei propri beni, perderà la propria luce. Oggi, in Europa, il pericolo è rappresentato dalla tirannia del populismo, che diffonde paura e disinformazione. Per questo i nostri governi collaborano per preservare la luce dell’Europa ed illuminare, con essa, il dibattito globale, rifiutando l’oscura e ingannevole retorica del populismo.
Il multilateralismo è il nostro migliore strumento per affrontare le principali sfide della nostra generazione, quali la crisi migratoria. A tale proposito, tra due settimane, presiederò un convegno internazionale che si terrà in Italia e che riguarderà i Paesi di transito e di destinazione dei flussi migratori attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Desidero esprimere la mia gratitudine al Ministro Koenders per la sua partecipazione.
Consentitemi di parlare di ciò che considero l’aspetto più importante della politica italiane in materia. In un contesto globale dove non esiste un “rischio zero”, stiamo realizzando un obiettivo straordinario: abbiamo salvato moltissime vite senza mai mettere a repentaglio la nostra sicurezza; e continuiamo a conciliare la sicurezza con la solidarietà.
L’Italia e la Sicilia in particolare hanno salvaguardato l’onore dell’Europa salvando e prestando soccorso a un gran numero di rifugiati e di migranti, ma non possiamo più essere lasciati da soli a fronteggiare l’enorme pressione derivante dai flussi migratori. Si tratta di un problema comune. E anche le soluzioni devono esserlo.
Italiani e olandesi si comprendono bene. Siamo entrambi circondati dall’acqua: nutriamo un profondo rispetto per il mare e non abbiamo paura di affrontare le sue onde, nemmeno quando le sue condizioni si fanno burrascose. Un mare in tempesta non ci ha mai spinti a restare a riva. Siamo pronti a navigare nei mari internazionali: il nostro viaggio comune continua a trarre ispirazione dalla nostra fiducia nella libertà e nel multilateralismo. I due grandi valori di cui si nutre l’integrazione europea.
Qui, a Palermo, desidero ricordare come la Sicilia abbia avuto un ruolo fondamentale nella costruzione della UE, il più grande esperimento multilaterale che il mondo abbia mai conosciuto. Fu proprio a Messina che, nel Giugno 1955, il Ministro degli Esteri Gaetano Martino, altro grande siciliano, invitò i suoi colleghi europei – tra cui il Ministro degli Esteri olandese Johan Willem Beyen – a preparare il terreno per il Mercato Europeo Comune e il Trattato di Roma.
Gaetano Martino aveva una profonda fiducia nel multilateralismo. La sua visione ci guida ancora oggi: costruire un’Europa che non deluderà le speranze della maggioranza delle persone libere che desiderano conservare la libertà e moltiplicarne i frutti.
È questo che ha riunito gli olandesi e gli italiani qui, a Messina. È questo che ci spinge ad essere qui oggi. Ed è per questo che lavoreremo insieme a New York. Grazie.