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una missione molto importante

Giovedì visita lampo. Partenza al mattino, rientro alla sera. Lungo volo d’aereo. «Ma è una missione molto, molto importante», osserva Margherita Boniver, in partenza per la Mauritania. Missione che l’inviato speciale per le emergenze umanitarie del ministro degli Esteri Terzi aveva preannunciato nelle scorse settimane e che ora la Farnesina ha confermato.


«Vado per avere un incontro e una sessione di lavoro con il presidente Mohamed Ould Abdel Aziz sulla questione di Rossella Urru e di Maria Sandra Mariani, entrambe ostaggi italiani molto preziosi per noi, che sono state sequestrate, la Mariani addirittura un anno fa e Rossella il 23 ottobre 2011. Si presume che siano tenute sequestrate, ovviamente non insieme, in questa zona, in questo enorme territorio, il triangolo che sta fra Algeria, Mauritania, Mali e Niger».


-Terra rovente.


«Un’area nella quale purtroppo sono detenuti anche altri ostaggi occidentali. È una zona molto vasta di circa 300, 400 chilometri dove ci sono le scorribande di questi predoni che operano in modo criminale, ricollegandosi ogni tanto con Al Qaeda del Maghreb, ma più che altro sono predoni del deserto veri e propri».


– È ormai acclarato che sia questa la matrice del sequestro?


«Certo, esattamente».


– La sua missione è generata dalla certezza o perlomeno dalla speranza fondata, che le due donne siano vive?


«Ci sono prove, certo. Ci sono prove della solidità dell’informazione nelle mani soprattutto dei servizi e del governo. Sono vicende ovviamente diverse tra loro. Non c’è un solo ostaggio che abbia avuto la stessa identica dinamica. Ma sono entrambe vicende, così come quelle degli altri rapiti italiani, che sono state seguite dal primo istante del loro sequestro. L’Italia ha messo in campo tutti i protocolli e aperto i canali politici diplomatici di cooperazione e dei servizi che possono rivelarsi utili per avere una conclusione felice di questa vicenda».


-Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Napolitano, in visita in Sardegna, ha rassicurato i genitori di Rossella. La sua missione a così breve distanza di tempo può far ritenere che ci siano soluzioni imminenti?


«Diciamo che, in un contesto politico diplomatico molto importante come è la Mauritania in questo periodo e in questo tipo di vicende (ha servizi di intelligence molto organizzati, pattugliamenti del territorio molto efficaci, anche se evidentemente non su tutto il territorio, e il presidente è molto collaborativo), questo mio incontro con il presidente può essere molto utile».


-Infatti i rapporti dell’Italia con la Mauritania non sono così frequenti, così intensi.


«Diciamo che non ci sono state molte missioni politico-diplomatiche. Un anno e mezzo fa c’era stato il ministro Frattini in una tappa del suo tour in Africa. Da allora sono la prima italiana ad andare in veste istituzionale. Vado per non lasciare nulla di intentato. Evidentemente andrò a portare i ringraziamenti del governo italiano per la collaborazione fin qui svolta dalla Mauritania e per spronarli eventualmente a continuare e se possibile anche a fare di più».