II sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura non si sbilancia. La sorte dei marò è incerta ma «sarà fatto il possibile, ovviamente». E’ rientrato ieri nella base dell’unità di crisi qui a Kochi.
Qual è, adesso, la situazione per i fucilieri, trattenuti dal 15 febbraio?
«E’ un momento particolarmente delicato. Delicato perché stiamo aspettando il resoconto di uno degli aspetti fondamentali di questa vicenda, cioè gli esiti delle perizie e degli altri atti investigativi. La sorte dei nostri soldati è legata a questi accertamenti».
I media indiani hanno diffuso la notizia della partenza della nave per l’Italia, poi le smentite. Che sta succedendo?
«Un fatto puramente tecnico. Il terminale petrolifero vicino alla “Enrica Lexie” deve essere utilizzato da altre navi e perciò dovrà essere ormeggiata altrove».
Stamane c’è l’udienza, davanti all’Alta Corte dello Stato del Kerala, per definire la giurisdizione. Speranze di un verdetto favorevole?
«Noi e le autorità indiane abbiamo idee diverse, questo è noto. Per noi il fatto è accaduto in acque internazionali, per loro la situazione non cambia. Dunque aspettiamo».
Qual è lo stato dei rapporti, in questa fase, tra Italia e India?
«Diciamo che all’inizio di questa vicenda, che cade pochi giorni prima delle elezioni in Kerala, dove si fronteggiano il partito di Sonia Gandhi e formazioni di ispirazione marxista, per evidenti implicazioni politiche, l’atmosfera era piuttosto tesa. La situazione è radicalmente cambiata, adesso si cerca solo la verità».
Appunto. Ci stiamo avvicinando?
«Direi di sì. Loro hanno accettato, anche se le leggi non lo prevedono, la presenza di nostri investigatori. Non so se è stato notato, ma noi, già dall’inizio, abbiamo prima condiviso il dolore per la morte dei due pescatori e poi ci siamo messi a disposizione per ricostruire ogni passaggio. Per ora abbiamo manifestato il nostro cordoglio, non ci siamo scusati. Non è una differenza da poco».
Come stanno i fucilieri?
«Bene. Il risultato del nostro intervento ha evitato che fossero trasferiti in carcere e ci adopereremo affinché possano restare ancora nella foresteria di Willington. Tra Italia e India c’è un saldo legame, da sempre, ed è in atto uno sforzo congiunto per risolvere il caso».