Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

de Mistura: «La politica non si intrometta. Sul processo decida il tribunale». (Nazione-Carlino-Giorno)

Appena atterrato a Nuova Delhi gli sono arrivate le cattive notizie: il primo ministro del Kerala entrava a gamba tesa alla vigilia della decisione dell’Alta corte sulla giurisdizione per i due marò affermando che i due militari italiani vanno processati in India. E il sottosegretario Staffan De Mistura ha perso il suo proverbiale aplomb.


Sottosegretario, come dobbiamo leggere la dichiarazione di Oommen Chandy?


«Come il segnale di una interferenza politica. La sua è una dichiarazione francamente inopportuna e improvvida. Le autorità del Kerala ci hanno sempre detto, e lo hanno recentemente ribadito anche al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, che la giustizia in quello stato è assolutamente indipendente dal potere politico. Se fosse confermata la dichiarazione del primo ministro del Kerala lascerebbe invece intendere l’opposto: che la giurisdizione viene invece decisa anche su indicazione delle autorità politiche. Voglio proprio sperare che sia stata mal riportata».


Tra l’altro anche a livello centrale ci erano state fornite assicurazioni sulla non interferenza della politica.


«Certo, anche a me personalmente, e noi ci auguriamo che così sia. Ma se andasse diversamente, se l’indicazione su di un punto così essenziale fosse decisa fuori dalle aule di giustizia vorrebbe dire che avremmo ragione a insistere che la questione giurisdizione dovrebbe essere decisa altrove».


Cioè a livello centrale e non più nel Kerala.


«Vorrei essere chiaro. Nessuno deve farsi illusioni: sappiano che qualora decidessero che la giurisdizione è del Kerala, noi impugneremo la sentenza e alzeremo il livello del dibattito portandolo al livello della Corte Suprema. Perché una cosa è certa: noi non abbandoneremo mai i nostri marò».


Circa la delicatissima questione della perizia balistica continuano a girare in India voci circa la presunta ‘compatibilità’ con le armi Nato dei proiettili sparati contro la barca dei pescatori..


«Non abbiamo elementi che ci consentano di avvalorare queste indiscrezioni. E comunque per rispetto nei confronti della giustizia indiana preferisco attendere l’esito della perizia. Qualora l’esito della perizia sia a nostro favore l’argomento si chiuderebbe e non ci sarebbe neppure bisogno di risolvere la questione della giurisdizione. Qualora invece non fosse a nostro favore rimane il fatto che i nostri militari, come prevedono le convenzioni internazionali, vanno giudicati nel loro Paese».


Ma possiamo almeno escludere che le perizie siano state manipolate, che non ci sia qualche trucco?


«Questo, sì, lo escluderei. La presenza come osservatori di due qualificati ufficiali del Ris Carabinieri ci garantisce che trucchi non ce ne siano stati. Magari gli esami condotti potranno prestare il fianco a fragilità tecniche, che siano truccati, no. Il che è già qualcosa».

Ti potrebbe interessare anche..