Unione europea e Russia devono capire che sono “condannate” a cooperare. L`Italia è pronta a fare la sua parte, forte di legami storici con Mosca, dunque porte spalancate a Trieste per il dialogo e la cooperazione, come spiega il ministro degli Esteri Emma Bonino.
Unione europea – Russia: quale può essere la svolta per il futuro?
L`Unione Europea è un partner importante per Mosca, tanto quanto Mosca lo è per noi. Non mi riferisco solo a relazioni commerciali ed economiche, ma anche sul piano politico. Il futuro delle nostre relazioni risiede innanzitutto in un dialogo senza pregiudizi, che si concentri dapprima sulle aree in cui esiste una convergenza e poi affronti i punti più complessi. Se ci arrocchiamo su linee difensive, non aiutiamo gli scambi e la libera circolazione di idee, persone, merci e capitali. Del rafforzamento del dialogo con Mosca intendiamo fare un punto qualificante della nostra futura Presidenza Ue, cercando di trovare soluzioni durature anche in materia di energia, commercio e visti, aree delicate dove finora le posizioni di Bruxelles e di Mosca sono ancora distanti.
Dossier Ucraina. Partita vinta da Mosca o persa da Bruxelles?
Non possiamo parlare di vittorie o sconfitte. Rispettiamo la decisione di Kiev e, se non è possibile firmare ora l`Accordo di associazione, non significa che dobbiamo erigere un muro o condannare chicchessia. Evidentemente le condizioni non erano mature e non possiamo dimenticare la collocazione geografica e i legami quanto mai stretti che esistono tra l`Ucraina e la Russia. Si deve parlare sia con Kiev che con Mosca per affrontare una serie di problematiche che investono un`area cruciale dal punto di vista geopolitico ed energetico. La firma dell`Accordo di associazione tra Ue ed Ucraina era e rimane il frutto di una scelta di Kiev innanzitutto. Sono gli ucraini che devono porre in atto una serie di riforme e devono valutare la compatibilità di un avvicinamento all`Ue con il loro rapporto con Mosca. Non si deve trattare di un gioco a somma zero, ma di una progressiva integrazione del mondo europeo occidentale con un`area – quella dell`ex Unione Sovietica – che presenta ancora caratteristiche peculiari.
Il progetto South Stream non è solo un gasdotto. Quali opportunità può offrire?
Il progetto South Stream ha una valenza strategica per Mosca e per l`Unione Europea, poiché – per quanto ci riguarda più direttamente – contribuisce alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento fondamentale per garantire la sicurezza energetica. L`Eni è direttamente coinvolta nella realizzazione del tratto sottomarino del gasdotto, ma si potranno aprire anche altre opportunità per l`indotto, oltre che per i servizi connessi alla realizzazione di un`opera così importante. Dal punto di vista strettamente politico il South Stream potrà anche costituire la base per un dialogo più efficace in tema di energia tra Mosca e l`Unione Europea, tenendo conto delle richieste russe di esentare il progetto dall`applicazione della disciplina comunitaria. Nell`ambito della nostra Presidenza di turno dell`Ue, intendiamo incoraggiare il confronto e la soluzione dei nodi esistenti nella garanzia fondamentale di una diversificazione delle fonti .
I corridoi paneuropei si fermano a Kiev. Possibile prevedere cogestioni con Mosca verso oriente?
Anzitutto credo che il progetto South Stream, appena citato, già rappresenti un valido esempio di collaborazione tra l`Europa e la Russia nell`ambito dei corridoi energetici. Saranno infatti sia aziende russe sia imprese europee a gestire concretamente il gasdotto. Vi sono poi altri casi di collaborazione in atto tra Paesi Ue e Mosca: penso al gasdotto Nord Stream, già operativo. Ulteriori forme di cooperazione si svilupperanno certamente nei prossimi decenni: esistono interessi e rapporti di amicizia tra popoli che permarranno nel tempo e le sfide che provengono da altre aree del mondo nonché un`obiettiva complementarietà delle economie ci spingono verso una progressiva integrazione.
Porti adriatici: c`è una strategia che può condurre ai mercati ex sovietici?
L`attuale congiuntura economica ci impone di sviluppare ogni opportunità offerta dai mercati esteri per alimentare la crescita economica e l`occupazione: i mercati raggiungibili dai porti dell`Adriatico rappresentano un`opportunità per le nostre aziende che non dobbiamo lasciarci sfuggire. A questo fine, sarà decisivo lavorare per sviluppare la dotazione infrastrutturale di quelle regioni. Attualmente stiamo lavorando per rafforzare la competitività dei porti dell`alto Adriatico. In questo quadro, stiamo sviluppando il progetto delle “Autostrade del mare” e dando un forte impulso alle interconnessioni retro portuali con le reti di trasporto interno dei Paesi di quello scacchiere: sarebbe infatti inutile potenziare i trasporti navali ed i porti senza nel contempo rafforzare i collegamenti fra questi ultimi e le autostrade, strade e ferrovie che ci consentirebbero di trasportare i nostri prodotti fino ai mercati di destinazione. A tale fine, stiamo rafforzando la nostra collaborazione con Slovenia e Croazia e contiamo di poterci avvalere delle sinergie con la Strategia dell`Unione Europea per la Regione adriatico-ionica, il cui piano d`azione sarà adottato nel 2014 durante il semestre europeo di Presidenza italiana