Quando si sbaglia è giusto riconoscere lealmente il proprio errore. Specie se questo errore è stato commesso in pubblico, a scapito di enti o persone che a causa di quell`errore hanno visto colpito davanti a tutti il loro nome e il loro prestigio. Un errore del genere è quello da me commesso – e a ragione prontamente denunciato dall`ambasciatore Valensise – in un editoriale del Corriere («I propri interessi come ideologia», 26 febbraio) quando, sulla base di informazioni che poi si sono rivelate inesatte, ho attribuito al concorso per l`ingresso nella carriera diplomatica la rinuncia a criteri di selezione giustamente severi. Per fortuna di noi tutti, non è così. Il reclutamento del personale diplomatico di un Paese, infatti, è cosa troppo importante perché su di esso gravi qualsiasi sospetto di inadeguatezza.