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Pistelli: «Aiuti militari e umanitari pronti a sostenere gli Usa» Il Mattino

«L`Italia è pronta a sostenere l`intervento degli Stati Uniti per creare un corridoio umanitario in favore dell`Iraq. Ma non si tratterà solo di iniziative civili, perché domani (oggi per chi legge; ndr) il ministro degli Esteri, Mogherini e quello della Difesa, Pinotti, che ho ampiamente informato al mio ritorno da Bagdad, valuteranno anche l`ipotesi di aiuti militari concreti. Il governo curdo ci chiede aiuti militari ed armi per potersi difendere dall`assedio dell`Isis».


Lapo Pistelli è appena rientrato dall`Iraq in fiamme, dopo una settimana intensa di diplomazia politica sviluppata tra Gerusalemme, per il conflitto Israele-Gaza, e poi proseguita sul versante della tragedia irachena. È stato l`unico rappresentate governativo europeo ad essere presente in Iraq all`inizio del raid americano. «Ho negli occhi la tragedia di bambini con gambe amputate e corpi straziati negli ospedali di Gerusalemme, gli occhi pieni di lacrime…»


Può bastare creare, in questo momento solo un corridoio umanitario per salvare i profughi del Kurdistan iracheno?


«Assolutamente no. L`intervento militare americano è diventato necessario ed indispensabile. Anzi nelle ultime ore c`è una richiesta agli Stati Uniti di estendere l`area dell`intervento militare. È di poche ore fa la dichiarazione del patriarca caldeo di Babilonia, Luis Raphael I Sako di difendere militarmente l`Iraq aldilà di Erbil. Chiede la liberazione di Mosul e la Piana di Ninive dall`Isis».


Come si presenta la situazione di governo in Iraq in queste ore?


«Il punto politico è quello di avere a Bagdad un governo unitario che sostituisca la leadership di Noutri- al Malik. Potrebbe essere annuncio di queste ore».


Come ha trovato Bagdad in queste ore?


«Una città divisa drammaticamente in due: la green zone iperprotetta dove ho avuto gli incontri con le massime autorità nazionali, le stesse che designeranno il leader del nuovo governo; fuori dalla zona blindata ci sono aree dove in cinque giorni sono state contate cinque autobombe con trenta morti».


C`è stato un momento particolare durante il quale ha avvertito ancor di più la tragedia di queste ore?


«Sì, è stato quando il vescovo caldeo di Erbili, Bashar Warda che ho visitato nella chiesa di San Joseph nel giro di ventiquattr`ore dopo il mio incontro, si è ritrovato il giardino del palazzo vescovile con quattromila persone che scappavano e cercavano rifugio. Storie drammatiche, perché c`è chi scappa da Mosul una prima volta per sfuggire alla violenza delle milizie Isis, poi deve cambiare città, continua a sfuggire come in una via Crucis che non finisce».


In Iraq come sono stati giudicate le parole di Papa Francesco e l`intervento del presidente Obama?


«Utili e provvidenziali».


Le parole del Papa come raggiungono il popolo sofferente?


«Ho incontrato diversi vescovi caldei ed ortodossi che hanno predicato e riferito le parole di Papa Francesco e l`iniziativa diplomatica vaticana. Questi vescovi, però, mi hanno colpito per la prontezza e l`efficienza della risposta umanitaria. Hanno organizzato la distribuzione degli aiuti con un piglio manageriale superiore a quello di un coordinatore di un`agenzia umanitaria».


Lei parla di iniziative dell`Italia che vadano al di là di quelle umanitarie. Quindi, sono di tipo militare…


«I guerriglieri curdi si trovano a fronteggiare una lotta impari con l`Isid, ben dotati di strumenti potenti di artiglieria. Nelle ultime ore hanno ripreso fiato perché l`intervento americano, al confine di 1.050 chilometri del Kurdistan, ha consentito loro di riorganizzare le forze militari in campo. Il nostro intervento immediato, ad esempio, potrebbe garantire aiuti anche militari».


L`emergenza è umanitaria. Dove bisogna intervenire subito?


«Bisogna continuare a raggiungere i profughi intrappolati sulle colline e sulle montagne del Sinjar dove dall`alto è stato garantito dagli americani acqua e cibo. Parliamo di una montagna lunga 22 chilometri e dove la temperatura di giorno è a 44 gradi anche se poi di notte è più mite. Ma senza`acqua e senza cibo si muore dopo quattro giorni. A venti chilometri da Sinjar sono morte centinaia di persone».


L`Italia guida il semestre europeo. Come coinvolgerà l`Europa?


«Il ministro Mogherini ha chiesto un Consiglio europeo straordinario. L`ultima volta che l`Europa si è riunita per eventi bellici nel mondo è stato nel 2003 per la Guerra del Golfo. L`Europa si spaccò letteralmente in due. oggi la situazione internazionale, e quella mediorientale in particolare, presenta profili di pericolosità molto alti per gli equilibri di pace».


Parla delle minacce all`Occidente del Califfato di Al Baghdadi e delle azioni terroristiche dell`Isis?


«L`Isis è un pericolo reale. È stato per troppo tempo sottovalutato, assimilato ad altri gruppi terroristici. Invece, è un progetto politico che crea uno stato islamico radicale. Non è casuale la geografia: i due assi dell`offensiva dell`Isis si muovono paralleli ai fiumi del Tigri e dell`Eufrate con l`obiettivo della conquista della Mesopotamia».


In Siria sono state sequestrate due italiane, volontarie. A che punto sono le ricerche?


«Siamo sulle tracce dei rapitori e sono ore delicatissime».

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