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Giro:«Spingiamo le fazioni libiche a trattare» (Panorama)

La Libia è la priorità nel Mediterraneo, come il premier Mattero Renzi ha detto all`Onu. La sua frammentazione minaccia la stabilità in Nord Africa e ci tocca da vicino. Non siamo gli unici coinvolti ma dobbiamo fare la nostra parte. È stato questo il senso della visita a Tripoli del ministro degli Esteri Federica Mogherini l’11 ottobre. La Libia va tenuta unita: oggi ha due governi e due parlamenti. Uno solo (quello di Tobruk) è riconosciuto dalla comunità internazionale. La complessità delle milizie in gioco si può sintetizzare grossolanamente in due schieramenti: i sostenitori dell`«operazione Dignità» del generale Khalifa Haftar, in certa misura alleato con l`ex premier Mahmud Jibril e le milizie di Zintan; i simpatizzanti della coalizione Alba per la Libia, con le milizie di Misurata, alleate (per quanto?) ad Ansar al Sharia e ai Fratelli musulmani. Entrambi i raggruppamenti possono contare su parte delle tribù. Inoltre vi sono forze ancora non allineate. Le due coalizioni non sono molto coese: ribaltamenti sono possibili in ogni momento.

 

«Alba» sembra in vantaggio dopo che Misurata ha preso il controllo di Tripoli, mentre Bengasi è ancora contesa. Più che tra Tripolitania e Cirenaica, si tratta di una lotta per la legittimità rivoluzionaria, che le due parti sostengono ognuna di incarnare. Entrambe si rivolgono alla comunità internazionale perché confermi tale loro prerogativa. Ecco il punto di forza per chi voglia ristabilire la pace in Libia: finché Alba e Dignità cercheranno il riconoscimento internazionale, sarà possibile spingerle a trattare e al disarmo. La missione Onu ci ha provato. Per farcela è necessario darle un forte appoggio dall`Europa e dagli Usa, assieme ad altri. Altrimenti anche in Libia qualcuno sarà tentato da avventure autonome, e ci troveremmo in una situazione molto difficile, simile all`Iraq, ma questa volta sotto casa. All`Italia le due parti riconoscono equidistanza, condizione necessaria per ogni iniziativa. Abbiamo stabilizzato con successo due paesi vicini, Albania e Libano: modelli importanti su come ci si può muovere anche in Libia.

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