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Alfano: «Quest’ Europa non può dare lezioni agli Stati Uniti» (Corriere della Sera)

Le misure di Donald Trump? «Non mi aspettavo nulla di diverso». I richiami dell’Unione Europea all’Italia? «Non accetteremo imposizioni da nessuno, tantomeno da chi non rispetta i patti». Mentre il mondo guarda a quanto accade negli Stati Uniti e il nostro Paese è alla vigilia del confronto con Bruxelles in materia di conti pubblici, il ministro degli Esteri Angelino Aliano vola negli Emirati arabi per una serie di incontri con le autorità «e per ribadire la partnership strategica con i nostri imprenditori». Ma l’attenzione rimane puntata agli appuntamenti imminenti del governo.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiuso le frontiere. Crede che porterà avanti questa strategia?

«Trump in campagna elettorale ha detto delle cose e, sulla base delle cose che ha detto, ha vinto. Adesso le sta realizzando. Non sta facendo cose diverse da quelle promesse».

Quindi lei è d’accordo con questa linea?

«Io dico che la nostra visione è un’altra e si è rivelata finora vincente sul piano della sicurezza. Ossia: nessuna omologazione generica tra migrazioni e terrorismo e attenzione al caso concreto. Abbiamo unito rigore e umanità e i nostri risultati sul piano della sicurezza stanno a testimoniare che non abbiamo sbagliato. Anzi, sono sicuro che proprio la nostra umanità abbia inciso sulla nostra sicurezza. Abbiamo espulso i radicalizzati senza aspettare le sentenze della magistratura e siamo stati campioni del mondo nel salvataggio di vite nel Mediterraneo e di accoglienza a chi scappa da guerre e persecuzioni. Sicurezza e solidarietà possono camminare insieme».

In realtà Trump dice di voler evitare proprio il caos che c’è in Europa.

«Sin da quando ero al Viminale ho rivolto particolare attenzione ad alcune persone che giungevano da alcune regioni in cui il terrorismo islamico è più diffuso. E verso le quali la silente prevenzione, prima ancora che la visibile repressione, è fondamentale. Sono per il pluralismo e il rispetto dei diritti umani, ma la sicurezza degli italiani viene prima di tutto, per questo non ho esitato a espellere estremisti islamici».

Chiudere le frontiere però è molto diverso e ora le proteste si stanno allargando in tutta Europa.

«L’Europa non può immaginare di mostrarsi incapace di gestire la vicenda migratoria e al contempo essere rispettata nel giudizio. Non è certamente nella posizione di esprimere valutazioni sulle scelte di altri. O vogliamo dimenticare che anche in Europa si fanno i muri e talvolta anche dove non si fanno si evocano come è accaduto per il passo del Brennero?».

Sta dicendo che l’Unione Europea non è credibile?

«Sin da quando ero al Viminale avevo detto che era necessario rivolgere la massima attenzione più che agli africani immigrati, agli europei islamici che abitano le periferie di tante città e che si sono radicalizzati vivendo in Europa. Sappiamo tutti che cosa è successo con il terrorismo fondamentalista in Francia e in Belgio, e prima ancora nel Regno Unito. Io dico semplicemente che le politiche di integrazione sono fondamentali per cercare di fronteggiare la minaccia. Pur ribadendo che non esiste il rischio zero e soprattutto che nessuno Stato può ritenere di essere fuori pericolo».

Proprio in Europa l’Italia rischia la procedura di infrazione se non effettuerà correzioni alla manovra. Mercoledì il governo dovrà fornire una risposta. Che posizione prenderete?

«Non accetteremo mai un’imposizione dell’Unione Europea per una legge di Stabilità che deprima il cammino di crescita del nostro Paese o che metta sacchi di sabbia sulla nostra strada di sviluppo. E lo dice uno dei pochi politici che rimane tuttora europeista».

E pensa che riuscirete ad avere ragione?

«L’Unione dovrà tenere conto dei vincoli politici interni. Non siamo ne pronti ne disponibili a manovre che aumentino le tasse. Su questo la posizione è fin troppo chiara e nulla potrà modificarla».

Esistono le regole condivise tra gli Stati membri.

«Appunto, sarebbe ben difficile spiegare agli italiani che abbiamo accettato un diktat da chi non è riuscito a far rispettare nemmeno l’accordo sul ricollocamento dei profughi e adesso si ricorda dei nostri zero virgola sulla manovra. Per di più in un momento di gravissima emergenza, con spese straordinarie che abbiamo già evidenziato».

Si riferisce al terremoto?

«Terremoto unito a un’ondata di maltempo senza precedenti che ha causato una tragedia immane. E poi ci sono le spese relative ai flussi migratori che diventano sempre più pressanti proprio per l’incapacità dell’Unione di affrontare la questione».

L’Italia aveva annunciato trattative bilaterali con gli Stati africani proprio per cercare di fermare le partenze. A che punto siamo?

«Ci stiamo concentrando sul lavoro di protezione della frontiera esterna comune. Stiamo negoziando con i Paesi di transito e origine diversi accordi per progetti operativi per debellare il traffico di esseri umani che tante vittime miete sulla rotta centro mediterranea».

Il commissario Dimitri Avramopoulos ha lodato queste iniziative. Lei crede che alle parole seguiranno anche impegni concreti?

«È un lavoro che stiamo portando avanti da tempo sia a livello nazionale, sia a livello europeo, dove abbiamo proposto e trovato l’accordo sulla strategia del migration compact con un forte impegno per un partenariato economico e di investimento con l’Africa. Sarebbe un fallimento dell’Unione non condividere questi passi».

Lei è il ministro degli Esteri, ma è anche il leader del Nuovo centrodestra. Anche voi siete favorevoli a votare prima possibile?

«Tra chi ha fretta e chi fa melina, io vorrei dire che noi siamo il partito del buonsenso. E per questo ritengo che ci siano alcune questioni su cui intervenire».

Quali?

«Intanto è inutile parlare senza attendere le motivazioni della Corte costituzionale. Poi niente melina ma un intervento in artroscopia per rendere omogenei i sistemi evitando di muoversi su due platee, quella di Camera e Senato, con un articolo, due commi e sei righe. Infine attribuire un premio di governabilità alla coalizione prima classificata sotto il 40 per cento e l’individuazione di un criterio oggettivo per una opzione ai pluri-eletti, così come richiesto dalla Corte».

Quindi lei è favorevole a votare prima una nuova legge elettorale?

«Sì, senza usarla come pretesto per perdere tempo. Anche perché siamo convinti che si possa fare in tempi rapidi».

E voi con chi starete?

«Al momento ci stiamo predisponendo ad andare da soli, perché questa legge non prevede alleanze. Se ci saranno modifiche valuteremo».

Silvio Berlusconi si sta proponendo come il leader dei moderati. C’è spazio per un nuovo dialogo?

«In realtà Berlusconi è a un bivio, dovrà chiarire se vuole rimanere nel campo dei popolari europei o se invece vuole continuare a fare patti con gli estremisti. Noi la nostra scelta l’abbiamo fatta in modo chiaro. Aspettiamo di vedere la sua».