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«Sui migranti la Germania può essere alleata dell’Italia» Ambasciatore Luigi Mattiolo (Il Messaggero)

L’Italia e la Germania: amore, odio o indifferenza? Da otto mesi a Berlino come ambasciatore italiano, Luigi Mattiolo si è già fatto un’idea molto chiara di quanto siano forti i rapporti tra i due paesi europei. Forti e necessari, visto che condividiamo scambi commerciali da centinaia di miliardi di euro. E non c’è patto franco-tedesco che possa incrinarli. Il diplomatico è a Roma per la Conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici, un incontro organizzato dalla Farnesina e considerato strategico per la politica estera del nostro Paese. 

Ambasciatore, l’Italia non rischia l’isolamento in Europa vista la stretta vicinanza tra Parigi e Berlino?

«La coalizione franco-tedesca ha radici storiche profonde, si deve pensare allo sforzo di conciliazione e riconciliazione tra i due paesi dopo la guerra. Ma, devo dire, che in questi primi mesi molto intensi di lavoro, ho avuto innumerevoli occasioni per rilevare quanto forte e condiviso nei vari ambienti, sia il desiderio di coinvolgere l’Italia e di allargare il rapporto anche tra Roma e Parigi».

In quale ambito?

«Soprattutto quando si affrontano i nodi per il sistema produttivo europeo, quando si parla di intelligenza artificiale, di mobilità elettrica, e di tutti quei settori dove ci si preoccupa di creare le premesse perché emergano quei giganti economici che possano competere su scala globale con la Cina e con gli Stati Uniti. In Germania abbiamo circa 800 mila italiani registrati. C’è una forte emigrazione giovane – ahimè – di persone molto qualificate nei settori dell’economia e dell’industria creativa».

L’idillio, però, sembra finire quando si tratta di affrontare la questione migratoria.

«L’argomento è molto divisivo. L’Italia è stata lasciata sola. Loro non sono vulnerabili come noi, non hanno frontiere marittime da proteggere. Anche se, come è emerso dall’incontro di Helsinki, è cresciuta la consapevolezza che la Ue non ha una politica migratoria, ma ha unicamente una politica che riguarda la gestione dei richiedenti asilo. E chiaro a tutti che la legislatura europea che si apre in questi mesi dovrà affrontare il tema seriamente. L’Italia può trovare nella Germania un forte alleato, non è sola in Europa».

Però, nel caso del comandante della Sea Watch3, la giovane tedesca Carola Rackete, sembra essere riemerso un forte sentimento anti-italiano.

«Questo è stato un caso clamo- roso. Leggendo gli articoli e le prese di posizione degli opinionisti tedeschi è sempre stato detto che il salvataggio in mare è un dovere, ma che da qui a pensare che possa scaturire la facoltà di contravvenire a delle leggi, ne passa parecchio. La Germania è un paese particolarmente legalitario. Non c’è stata nessuna sovrapposizione, nessuna confusione, tra l’idea del salvataggio di persone in difficoltà e l’idea che le leggi potessero essere facilmente contravvenute sulla base di un impulso etico, di natura diversa. A prescindere dalla pancia o dall’eco mediatico che c’è stato».

In che modo la crisi economica che la Germania sta vivendo potrà incidere sul nostro Paese?

«Berlino è il nostro primo partner commerciale, parliamo di 130 miliardi di euro nel 2018 con l’8 per cento di aumento in questi mesi. Esiste un innegabile rallentamento economico che loro definiscono a breve termine e attribuiscono soprattutto alle incertezze del mercato legate alle minacce delle guerre commerciali. Noi guardiamo con grandissima attenzione a questo andamento, anche perché abbiamo tassi di crescita minori rispetto a quelli tedeschi. Uno starnuto a Berlino è un raffreddore per l’Italia».