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Scalfarotto «È stato merito del gioco di squadra Subito un negoziato tra Stati Uniti e Ue» (Corriere della Sera)

Il governo Usa ha deciso nuovi dazi sui prodotti Ue, ma non ha colpito l’Italia, come aveva fatto a ottobre. Soddisfatti?

«Abbiamo evitato nuovi dazi e di questo siamo molto soddisfatti — dice il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto (Italia viva) —. Il governo e le istituzioni a tutti i livelli hanno fatto un gran gioco di squadra: in ultimo con la recente missione che ho guidato negli Stati Uniti e con la straordinaria attività della nostra ambasciata a Washington abbiamo fatto sì che ai dazi già decisi dall’amministrazione Trump a ottobre, che avevano colpito anche i prodotti italiani, in particolare formaggi e bevande alcoliche per un danno di 468 milioni annui, non si siano aggiunti nuovi dazi. Un risultato molto importante, considerando che erano a rischio prodotti come il vino, la pasta, il caffè e la pelletteria. Fondamentale, inoltre, aver evitato che aumentassero i precedenti dazi, considerato, per esempio, che sul parmigiano reggiano essi già ammontano al 40%».

Restano i dazi già decisi e le ricadute indirette dei balzelli che colpiscono Airbus.

«Noi non facciamo parte del consorzio Airbus. Una scelta consapevole, legata, come abbiamo ribadito all’amministrazione americana, ai nostri rapporti con la Boeing. È chiaro però, che in un mondo globalizzato, l’Italia, che è il settimo Paese al mondo per esportazioni, viene danneggiata quando il mercato internazionale si chiude. Nostro primario interesse è invece che il commercio sia il più possibile libero ed equo».

Il governo Usa ha ancora margini per aumentare i dazi, colpendo anche l’Italia?

«Il Wto, cioè l’organizzazione mondiale del commercio, ha autorizzato dazi per 7,5 miliardi in risposta agli aiuti di Stato dati al consorzio Airbus. A ottobre gli Usa hanno deciso dazi per 2,5 miliardi. Anche dopo questi nuovi dazi è probabile che abbiano ancora margini di intervento. In questo quadro ci siamo mossi nella missione in Usa, dove ho avuto incontri col dipartimento del Commercio, il dipartimento di Stato, la Casa Bianca, e con l’Istituto per il Commercio che prende materialmente le decisioni sui dazi. A loro abbiamo rappresentato i rischi di nuovi dazi, considerando che ai prodotti alimentari italiani sono legate intere filiere americane, dalla distribuzione alla ristorazione e che, secondo i calcoli della stessa amministrazione Usa, i dazi già decisi pesano per 414 dollari in media all’anno sulla spesa delle famiglie americane. Infine, è stata molto importante la lettera all’amministrazione con cui un gruppo di parlamentari statunitensi ha chiesto di evitare nuovi dazi contro l’Italia».

Ma la partita non è chiusa.

«A maggio ci sarà la decisione del Wto sugli aiuti Usa alla Boeing. A quel punto si potrebbe aprire uno scenario che autorizza i Paesi Ue a colpire con dazi le merci Usa. Ma, invece di andare avanti secondo la logica io metto dazi a te e tu li metti a me, avrebbe senso aprire un negoziato su come si sostiene correttamente l’industria aeronautica».

Con Trump in campagna elettorale intesa più difficile?

«Potrebbe essere così, ma il presidente Trump potrebbe avere interesse ad arrivare al voto avendo raggiunto un accordo commerciale con l’Ue».

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