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Quarantena sulla nave ad Agrigento. A bordo 28 migranti positivi (Corriere della Sera)

Il ministro Di Maio in missione in Libia da Sarraj «Un nuovo accordo con più tutele dei diritti umani»

 

Adesso tutti guardano con maggiore sospetto quell’unica nave passeggeri ormeggiata sulla banchina di Porto Empedocle. Tutti si tenevano già alla larga dal profilo bianco e blu della Moby Zazà in questa città che vorrebbe far leva su Andrea Camilleri per attrarre turisti verso la «vera Vigata». Da ieri è peggio. E la psicosi rischia di diventare panico. Perché è risultato positivo al Covid uno dei 210 migranti stipati sui ponti, insieme con gli altri 47 salvati il mese scorso dalla Ong Sea Watch. Un ragazzo arrivato dal Camerun, ricoverato agli «infettivi» di Caltanissetta. Un allarme amplificato dall’esito dei tamponi effettuati a tappeto. Con altri 27 sventurati positivi, seppure asintomatici. In quarantena come tutti gli altri. In «zone rosse» ricavate su ponte e fiancate. Con 26 medici, infermieri e marittimi a bordo controllati due volte al giorno. E con gli agenti di guardia arrabbiati. Come rivela il segretario del Sindacato autonomo di polizia, Stefano Paoloni: «I poliziotti sono i primi che rischiano il contagio, a contatto con migranti non visitati…». «Per fortuna — afferma il governatore di centrodestra, Nello Musumeci — abbiamo insistito con caparbietà a pretendere dal governo centrale una nave per evitare focolai sul nostro territorio. Chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione». Ha buon gioco Matteo Salvini a soffiare sul fuoco della paura e della polemica: «II governo mette in pericolo gli italiani». Il Viminale sottolinea invece che tutte «le procedure adottate per i migranti accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del traghetto garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese. I pazienti confermati e sospetti per il Covid-19 sono stati alloggiati in ponti isolati e a bordo è stata istituita una “zona rossa”». La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa aggiunge: «Tutelare la salute dei migranti a bordo della nave Moby Zazà significa tutelare la salute degli italiani. Le parole di Salvini diffondono panico…». E adesso che si stanno di nuovo intensificando le partenze dei migranti dalla Libia verso l’Italia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato ieri da Tripoli con un risultato importante: «Ci aspettavamo di ricevere solo una lettera d’intenti — racconta — rispetto alla nostra proposta di modifica del memorandum del 2017 in materia migratoria e invece il presidente al-Sarraj ci ha consegnato una vera controproposta che sembra vada nella direzione giusta, recependo la volontà italiana di rafforzare la piena tutela dei diritti umani». Così, già il 2 luglio dovrebbero iniziare i lavori di un comitato misto italo-libico per la stesura definitiva. Nel documento di 7 pagine consegnato da Sarraj si legge tra l’altro: «La Libia si impegna nell’assistere i migranti salvati nelle proprie acque, attribuendo loro protezione internazionale come stabilito dalle Nazioni Unite». «Un deciso cambio di passo dell’Italia», così fonti di Tripoli hanno giudicato l’incontro di ieri, in cui Di Maio ha annunciato a Sarraj l’intenzione di promuovere un piano Ue per la ricostruzione della Libia, ricevendo a sua volta «ampie rassicurazioni» per gli asset strategici. L’Italia resta «un partner fondamentale e insostituibile», avrebbe detto il premier del Governo libico di Accordo Nazionale, anche dopo il grande appoggio militare ricevuto dalla Turchia di Erdogan, che ha ricacciato indietro il generale Khalifa Haftar. E ora che il fronte si è spostato a Sirte e ad Al Jufra, dove i russi hanno piazzato i Mig in appoggio della Cirenaica, Di Maio rimarca l’importanza del recente ingresso americano sulla scena per arrivare a una tregua: «Il ricorso alla violenza non è la soluzione e la missione europea Irini potrà servire per fermare l’afflusso di anni su ogni rotta — conclude il ministro —. Ma occorre subito un cessate il fuoco che coinvolga tutti gli attori. No a divisioni: la Libia resti integra e sovrana».

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