L’Europa e gli Stati Uniti si lasciano alle spalle sette giorni di fuoco. Un attentato al candidato repubblicano Donald Trump, l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, il ritiro di Joe Biden dalla corsa alle presidenziali americane in favore della vicepresidente Kamala Harris. Su questa settimana che potrebbe cambiare le sorti di mezzo mondo MF-Milano Finanza ha intervistato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.
Vicepresidente Tajani, Biden ha fatto un passo indietro e indicato la sua vice come candidata alla Casa Bianca. Cosa cambia nel rapporto Usa-Italia?
La battaglia elettorale americana sarà ancora lunga e politicamente molto interessante, l’esito è ancora incerto e non possiamo prevedere cosa accadrà se a novembre prevarrà un candidato invece che un altro. Ma una cosa è sicura: il rapporto fra Italia e Stati Uniti sarà mantenuto al massimo livello, e noi lavoreremo per questo obiettivo. Gli Usa sono un alleato storico dell’Italia soprattutto adesso, dopo la Seconda guerra mondiale, dopo la fine della guerra fredda, in questo nuovo mondo in cui le alleanze e le geometrie politiche stanno cambiando velocemente. Noi italiani lavoreremo sempre per trovare una buona intesa con ogni amministrazione verrà scelta dagli elettori americani.
L’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea ha lasciato strascichi nella maggioranza del governo Meloni, l’esecutivo è saldo o ci sono problemi con la Lega di Salvini?
Le differenze che tutti hanno verificato sono il segnale evidente che siamo tre partiti politici diversi. Altrimenti ci uniremmo in un partito unico e voteremmo tutti in maniera simile. Ma queste nostre differenze ci permetteranno di lavorare fino alla fine della legislatura al governo del Paese.
Il nuovo Patto di Stabilità prevede manovre di rientro per una decina di miliardi l’anno, come si può renderle meno gravose per le casse pubbliche e per gli italiani?
L’economia italiana tiene. Secondo l’Economist nel 2024 cresceremo dell’ 1 % e, secondo il Financial Times, la nostra occupazione crescerà ancora nei prossimi tre anni, unico caso tra le grandi economia europee. Vediamo anche come andrà la stagione turistica. Queste buone performance economiche rafforzano il nostro bilancio pubblico permettendoci di guardare alla manovra di bilancio dell’autunno e alle nuove regole sul Patto di Stabilità con minore apprensione. Ho sempre sostenuto che solo con la crescita possiamo risolvere i nostri problemi di debito e di sostegno alle imprese e a chi è più in difficoltà.
Da tempo il ministro dell’Economia Giorgetti chiede che vengano scomputate dal deficit le spese per armamenti: pensa che l’Ue accoglierà questa richiesta? Si potrà fare questo scomputo anche per le spese dedicate alla casa green?
Lo scomputo dal deficit di spese necessarie per finalità chieste dall’Ue è una nostra storica battaglia. Questo è previsto dal Nuovo Patto di Stabilità e noi chiederemo di applicare la massima flessibilità per scomputare le spese militari, quelle per interessi e per gli obiettivi verdi.
La prossima legge di Bilancio si preannuncia complessa. Da una parte le nuove regole contabili europee e la procedura d’infrazione, dall’altra un debito che ha quasi raggiunto quota 3.000 miliardi e interessi che hanno superato quota 100 miliardi. Dove troverete le risorse per confermare il taglio del cuneo fiscale e altre misure per famiglie e imprese?
Cominciamo col dire che è nostra intenzione confermare il taglio del cuneo fiscale e aumentare la spesa pubblica dove è necessario, a cominciare dalla sanità. Chiaramente dobbiamo reperire le risorse.
Appunto, dove?
Ricordo che abbiamo una spesa pubblica di quasi mille miliardi, per cui credo esistano margini per fare risparmi senza ridurre servizi essenziali o investimenti necessari. Il Dipartimento economico di Forza Italia sta già lavorando sulle proposte per la nuova Legge di Bilancio. A settembre avremo un quadro più preciso. Credo che la direzione sia quella di rendere più efficiente la spesa pubblica, rivendendo capitoli di spesa inefficaci, poco utili o produttivi.
È sempre stato difficile tagliare le spese: ha una ricetta?
Dobbiamo introdurre nella Pa, sanità inclusa, il concetto che la spesa va monitorata in modo costante e che non possiamo permetterci più sprechi e inefficienze. Dobbiamo aumentare la tassazione sui giganti del web, accelerare la vendita del patrimonio non utilizzato dello Stato, incentivare il grande risparmio italiano verso la nostra economia e incentivare l’emersione del sommerso.
II nuovo mandato di von der Leyen si deve far strada tra la guerra e il New Green Deal. Come si difendono le industrie italiane dagli obiettivi ambientali che sono stati indicati dal piano? C’è modo di correggere un po’ la rotta?
Sono stato sempre contrario ad una applicazione ideologica degli obiettivi ambientali. Noi riconosciamo l’esigenza della lotta al cambiamento climatico, ma questa deve essere fatta in modo pragmatico, tenendo conto delle esigenze delle imprese e dei lavoratori. Positive le aperture della Presidente della Commissione su neutralità tecnologica. Dobbiamo correggere il tiro, essere più realistici, e soprattutto mettere a disposizione a livello Ue le risorse necessarie per accompagnare famiglie ed imprese in questa transizione tanto verde quanto digitale. Per questo FI vuole battersi per una nuova Politica Industriale europea che includa tanto i settori storici come l’acciaio e l’automotive, quanto i nuovi come spazio, difesa e cybersicurezza. Nel 2014, esattamente dieci anni fa, ero vicepresidente della Commissione con delega all’industria e feci approvare dalla Commissione una Comunicazione dal titolo “Rinascimento industriale europeo”. Penso sia ancora valida.
Il limite del passaggio all’elettrico al 2035 è troppo vicino per le automobili, si sta creando un divario competitivo tra auto cinesi e vetture europee: i dazi sono una soluzione che può funzionare?
I dazi sono una risposta che può funzionare nel breve periodo, soprattutto in quanto la Cina fa concorrenza sleale con un uso massiccio di aiuti di stato alle proprie imprese. Nel medio periodo serve tornare competitivi investendo di più sulla nostra capacità industriale, sull’innovazione e sulla formazione dei nostri lavoratori. Sull’ automobile, credo che il 2035 debba essere rivisto, così come includere la possibilità di e-fuels e bio-fuels.
II governo continuerà ad avere un suo peso in Europa nonostante solo Forza Italia abbia votato von der Leyen?
Ho sempre ricordato che tradizionalmente i vari partiti di governo in Italia a volte hanno votato in maniera differente. Forza Italia è parte del Ppe, abbiamo scelto al congresso di Bucarest la von der Leyen come nostra candidata alla Commissione, l’abbiamo votata e siamo felicissimi di sostenerla. Questo sarà un elemento di forza per il governo italiano, anche se gli altri partiti hanno seguito una scelta diversa. Ma poi tutti sanno perfettamente che il rapporto politico e anche umano della presidente Meloni con la von der Leyen è molto solido e sereno.
I rapporti con la famiglia Berlusconi come sono? Arriverà una svolta più decisionista di Forza Italia?
I rapporti con tutti i figli del nostro fondatore sono solidi e sereni. Non potrebbe essere altrimenti. E loro stessi hanno compreso appieno che il risultato delle europee di Forza Italia, quel 10,3 % è nato grazie alla nostra azione decisionista, grazie alle alleanze con Südtiroler e Noi Moderati.
La guerra in Ucraina continua da oltre due anni, a che punto sono gli sforzi diplomatici? E a che punto sono anche gli sforzi diplomatici per arrivare ad una tregua in Medio Oriente?
Gli sforzi diplomatici per vedere la fine della guerra in Ucraina non posso prescindere dall’atteggiamento politico della Russia: quando Mosca deciderà di negoziare un percorso verso la pace, e non verso la semplice sconfitta dell’Ucraina, tutti saranno pronti a negoziare con lei. In Medio Oriente, e in particolare a Gaza, da settimane chiediamo al governo israeliano di dare il suo assenso al negoziato guidato dagli americani: fermare gli attacchi militari a Gaza, riportare gli ostaggi a casa, avviare un processo di stabilizzazione politica e di ricostruzione della Striscia. È una delle imprese politico-diplomatiche più difficili degli ultimi decenni, ma non possiamo rinunciare a questo obiettivo.