Il G7 di Pescara, da domani a giovedì, arriva in un momento di tensione internazionale senza precedenti: Antonio Tajani, da ministro degli Esteri, quanto è preoccupato?
«Viviamo in un periodo di estrema incertezza. L’invasione dell’Ucraina prima, l’attacco del 7 ottobre di Hamas e ora l’ampliamento della crisi che coinvolge anche Libano e Iran ci preoccupano molto. Per questo, ogni occasione di incontro e di dialogo con partner e alleati, con i Paesi interessati e con le organizzazioni che operano sul terreno è utile per fare il punto della situazione e concordare le prossime mosse. Come governo, stiamo aumentando il lavoro diplomatico. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata in Libano e Giordania venerdì scorso, io sono reduce da una missione in Israele e nei Territori Palestinesi. Il tentativo è quello di raffreddare al più presto questa fase di scontro militare, accelerare sul versante del confronto politico e diplomatico».
Qual è il messaggio che partirà dal G7 di Pescara?
«A Pescara toccheremo temi globali di interesse collettivo: dalla sicurezza alimentare alla salute globale, dall’accesso all’acqua al nesso tra finanza e clima. Saranno presenti, oltre ai Paesi G7, anche altri partner (Kenya, Senegal, Norvegia, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Uganda), organizzazioni internazionali (come le agenzie del Polo romano delle Nazioni Unite, Fao, Ifad, Pam, l’Organizzazione mondiale della Sanità, Undp, l’Unione africana) e aziende del settore privato (da quelle farmaceutiche ai rappresentanti dell’industria del caffè italiana e internazionale). Da questi incontri vogliamo quindi che esca un messaggio di unità, di azione coordinata e sinergica su temi complessi che non possiamo pensare di affrontare da soli, né come governi né come organizzazioni né come aziende. Solo insieme possiamo essere incisivi ed efficaci».
A Pescara ci sarà una conferenza umanitaria per al Medio Oriente che proprio lei ha promosso: cosa si aspetta da questo appuntamento?
«Apriremo questo G7 con una sessione speciale sulla crisi umanitaria in Medio Oriente, alla luce di quanto sta avvenendo. Dobbiamo garantire un’azione congiunta per assicurare l’accesso umanitario a Gaza, grazie anche all’iniziativa “Food for Gaza” portata avanti dal ministero degli Esteri, e in Libano. Mi aspetto quindi che, dalla discussione, emerga una chiara strategia su come aiutare in maniera più efficace le popolazioni locali in Libano e a Gaza, vere vittime di questo conflitto».
Un passo indietro: perché lei ha scelto proprio Pescara come sede del G7 sviluppo?
«La Presidenza italiana del G7 ci offre l’opportunità di valorizzare il patrimonio artistico e culturale dei nostri territori. Per questo le varie ministeriali si tengono in località diverse. È anche un modo per far conoscere ai grandi della terra l’Italia e incentivare turismo e investimenti. Pescara è stata una precisa scelta che ho fatto perché conosco bene la professionalità e l’ospitalità locale. I ministri G7 avranno modo di apprezzare storia, arte, cultura e quello spirito d’accoglienza che contraddistingue tutto l’Abruzzo».
A Pescara, intanto, è nato un “Coordinamento No G7”: ne fanno parte Rifondazione comunista, Avs, sindacati, associazioni ambientaliste e dicono che il G7 sarà «solo una passerella»: cosa risponde?
«Rispetto la libertà di pensiero e di manifestare in maniera civile il proprio dissenso. Da uomo delle istituzioni, ritengo però che questo sarà un appuntamento importante per Pescara e per tutto l’Abruzzo; che avrà modo di diventare vetrina internazionale e di essere conosciuta all’estero. È un’opportunità per tutti, istituzioni e cittadini».
Pescara è in fermento tra lavori e appalti: a quanto le risulta, la città è pronta per ospitare questo appuntamento internazionale?
«Ormai ci siamo: le autorità locali, il sindaco Carlo Masci e il questore Carlo Solimene hanno sempre risposto in maniera entusiasta a questo appuntamento. Sono certo che Pescara saprà accoglierci al meglio delle sue potenzialità. Terremo i lavori principali all’Aurum, storica distilleria e oggi “Fabbrica delle Idee”. Un punto di riferimento per Pescara, inserito in un piano urbanistico che ha valorizzato l’intera area e rinnovato la proiezione verso il futuro della città».
Manca poco ormai, sceglierebbe ancora Pescara?
«Ma certo, tutti quelli che possono sembrare problemi verranno affrontati e risolti, e Pescara vivrà un momento interessante, al centro di un pezzo della politica estera del governo nazionale».