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Tajani: «Manovra migliorabile. No a norme sovietiche» (il Giornale)

 

Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani a tutto campo sulla manovra approvata dall’esecutivo Meloni, sulle elezioni Usa e sulle prospettive del partito che guida, Forza Italia.

Ministro, lei ha lasciato intendere come la manovra economica, in alcuni aspetti, debba e possa essere modificata.

«Nel complesso la manovra va bene, l’obiettivo del resto è la crescita economica. Esistono però alcune norme che – a nostro parere – dovrebbero essere modificate durante il dibattito in Parlamento. Siamo contrari all’obbligo d’imporre revisori dei conti ministeriali per le imprese che ricevono contributi statali. C’è bisogno di meno Stato, non di più Stato. Anche i commercialisti concordano con noi. E non c’è necessità di norme “sovietiche”. Stesso discorso per il blocco del turn over delle forze dell’ordine: noi siamo per una maggiore sicurezza, quindi non possiamo approvare la riduzione dei nostri agenti nelle strade».

Ci sono altri punti su cui vorrebbe che si intervenisse in materia economica?

«Bisognerebbe aumentare le pensioni minime, ma per questo c’è bisogno di riaprire il concordato fiscale. Anche sulla tassazione delle realtà che operano nel web abbiamo una nostra proposta: dobbiamo tassare i giganti che operano su internet, non i piccoli. Ridurre ancora l’Irpef e aumentare le pensioni minime rimangono comunque i nostri obiettivi prioritari».

Tra qualche ora conosceremo l’esito delle elezioni Usa.

«L’Italia è un partner fondamentale per gli Usa, anche grazie alla comunità degli italoamericani, che hanno contribuito, e non poco, alla storia degli Stati Uniti d’America. Voglio rivolgere un appello a chiunque sarà il successore di Joe Biden alla Casa Bianca: non voltate le spalle alla questione del Mediterraneo e a quella africana. Il fronte ucraino e quello mediorientale sono essenziali per il futuro del pianeta, certo, ma anche il Mediterraneo e l’Africa rappresentano dossier importantissimi. Sono convinto – in ogni caso – che le elezioni americane possano determinare qualche cambiamento all’interno degli Usa. Ma gli Stati Uniti, all’esterno, continueranno a guardare all’Europa. Noi siamo l’altra faccia dell’Occidente».

Resta un convinto sostenitore della difesa comune europea.

«Sono un sostenitore della Nato e della difesa comune europea. Serve che l’Europa diventi una protagonista sempre più forte dell’Alleanza atlantica. Ma per acquisire forza serve l’istituzione di una difesa comune della Ue».

In Italia si è appena votato in Liguria, con l’affermazione di Bucci. Chi rappresenta il centro vince?

«Certo, è così. E lo schema è valido anche per le elezioni in Umbria e in Emilia Romagna. Forza Italia può e deve occupare lo spazio che c’è tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, attirando anche ex elettori dell’area socialista e della Dc che votavano Pd. Ormai la coalizione composta da Pd e M5S non ha niente di centrista. Le posizioni di Schlein, Conte e Fratoianni sono sovrapponibili e guardano tutte a sinistra. Il compito di Fi è stare al centro e condurre il centrodestra alla vittoria anche alle Politiche del 2027».

Il governo non ha alcuna intenzione di mollare sul «modello Albania».

«Non molleremo. E quello che hanno messo in campo certi giudici è del tutto strumentale. C’è un problema di separazione dei poteri: la magistratura non può sostituirsi alla politica. La lista dei Paesi sicuri è quella emersa attraverso il decreto. E va specificato come quei centri – come del resto si vede dalle immagini – siano tutto tranne che realtà del terzo mondo. L’Albania non è il Ruanda. L’esecutivo, poi, ha un piano complessivo sull’immigrazione, che non riguarda solo l’Albania, ma anche il Piano Mattei, che è il cuore della visione dell’esecutivo sul tema».

I rapporti tra Ppe ed Ecr sembrano migliorare.

«Il dialogo c’è sempre stato. Ricordo come io sia stato eletto presidente del Parlamento europeo grazie a un accordo tra popolari, conservatori e liberali. In questa fase, io sto sostenendo in maniera forte la candidatura a vicepresidente della Commissione Ue di Raffaele Fitto».

Sullo Ius Italiae – però – la posizione di Forza Italia si distingue da quella di Fdi e Lega.

«Penso che il centrodestra debba stare al passo con l’evoluzione delle nostre società. Oggi la cittadinanza viene concessa in tanti modi. Attraverso lo Ius sanguinis le concessioni a volte sono troppo facili, se non truffaldine. Abbiamo scoperto come la cittadinanza di recente sia stata riconosciuta a 5 membri di Hezbollah. Questo non è possibile. L’obbligo di seguire un percorso di studi per 10 anni è invece un criterio che rispetta l’identità italiana, che contribuisce a favorire una integrazione efficace. Proprio ieri ho fatto le congratulazioni a Kemi Badenoch, nuova leader dei Conservatori britannici. Non ha origini britanniche eppure ha posizioni identitarie. Chissà che in un futuro anche l’Italia non possa esprimere un leader contraddistinto da un percorso simile. Non dobbiamo inventarci niente, basta prendere in esempio l’antica Roma: non tutti gli imperatori erano romani. Direi che – ai fini di diventare italiani – è importante prevedere che i ragazzi debbano studiare Dante, scelgano di impadronirsi della cultura italiana».

Roma non sembra prontissima per il Giubileo.

«Dobbiamo fare di tutto affinché Roma sia più che pronta per il Giubileo. E anche come ministero degli Esteri siamo in prima linea. Per esempio voglio dire che bisogna fare attenzione ai tagli lineari sulle metropolitane. Perché a forza di tagliare poi… Comunque vedrete che grazie allo sforzo coordinato di tutte le realtà, governo compreso, la capitale sarà all’altezza».

«Ma lei vive a Roma?

«No a Milano, ma sono ciociaro, di Alatri. Ah ricordo quando la curva dell’Alatri calcio si riunì per chiedere che, in quanto ferentinate (di Ferentino, ndr), nessuno di Alatri avrebbe dovuto votarmi al Parlamento europeo….».

Alatri la votò lo stesso in massa, però.

«Vero!».

  • Autore: Francesco Boezi
  • Testata: il Giornale

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