Roma – Il risultato tedesco «va valutato positivamente» per almeno tre motivi: interno, di rapporti bilaterali e per quelli internazionali. Lo dice Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, che storicamente mantiene ottimi rapporti con il Ppe tedesco e che rinnova il suo no secco a qualunque ipotesi di coalizione a destra: «Sarebbe contronatura. L’AfD è la negazione del popolarismo europeo e guarda anche con ostilità al nostro Paese, oltre a sostenere idee del tutto inaccettabili. Sono contento che quei voti, in gran parte di protesta, si siano rivelati inutili».
Cominciamo dalla Germania: la vittoria di Merz cosa può portare?
«È una vittoria chiara, di un partito che sa fare argine agli estremismi e che ha condotto una campagna elettorale seria su temi che interessano i propri elettori: un green sostenibile e non sfrenato, una immigrazione controllata, sicurezza, crescita».
Ovviamente la Cdu-Csu non può governare da sola…
«No, e lo farà con la Spd, in Germania c’è una tradizione lunga di grandi coalizioni, che vengono fatte sulla base di programmi chiari e precisi. Ma stavolta i pesi sono molto chiari: a guidare e dare impulso al governo sarà la Cdu-Csu, non più un governo di centrosinistra che ha deluso gli elettori, tanto che chi era nell’esecutivo è uscito molto male dalle elezioni. Quindi, mi aspetto stabilità, che è la precondizione di ogni sviluppo positivo, per la Germania e per tutta l’Europa che avrà uno scatto forte con la guida Cdu».
Appunto: cosa significa per l’Italia e anche per l’Europa una Germania che si presuppone stabile?
«Intanto per l’Italia moltissimo. La nostra economia è strettamente legata a quella tedesca e viceversa: una loro crescita avrebbe effetti positivi anche per noi. Siamo la prima e seconda manifattura europea, questo conta. E anche l’impostazione politica è simile, quindi i nostri legami saranno certamente positivi, sia sulle politiche green, sia su un’immigrazione da normare e organizzare — clandestina o regolare che sia — sia sulla sicurezza, sia su un piano ancora più importante».
Quale?
«Quello europeo appunto».
Con una Germania più forte l’Europa può essere più forte anche nel rapporto con gli Usa e gli altri Paesi?
«Sicuramente una Germania che torna protagonista e trainante sul piano economico rafforza tutti, ma il punto è che con Merz si può pensare di andare avanti sulla strada che davvero rafforza la Ue, quella a cui pensavano De Gasperi, Adenauer, quella che sognava Berlusconi: una difesa comune europea. Perché il nodo è quello».
Con quali soldi?
«Intanto, pensiamo ad accrescere il nostro contributo alla Nato portandolo al 2%, scorporando le spese dal Patto di stabilità. Poi la difesa europea andrà costruita integrando le nostre forze, rendendole omogenee ed efficaci. Sono molto importanti anche le aperture sugli eurobond per gli investimenti nella Difesa e le idee della presidente della Commissione von der Leyen aiutano, parliamo di strumenti decisivi per chi come noi non ha intenzione di tagliare le spese per la scuola o la sanità».
Merz può essere adesso l’interlocutore privilegiato degli Usa?
«Interlocutori degli Usa siamo tutti, singolarmente e come Europa. Non c’è una sfida di primazia. Al tavolo della pace per l’Ucraina serviranno tutte le parti, Usa, Russia, Ucraina e naturalmente Europa, sia perché con le sanzioni ha avuto parte in questo conflitto e lo ha ancora, sia perché si tratta di costruire anche la nostra sicurezza futura».
Quindi come cambieranno i rapporti con gli Usa?
«Per noi la linea è sempre stata chiara: le nostre stelle polari sono gli Usa nel rapporto transatlantico e l’Europa. E credo che per il governo Merz il discorso sarà lo stesso».
Come valuta il risultato dell’AfD?
«Credo sia davvero un voto di protesta, che arriva soprattutto dalla Germania dell’Est per ragioni storiche ed economiche. Così come lo è il voto per la Linke, anche se ovviamente diverso. La forza della Cdu è quella di aver contenuto questo voto, e adesso di poterlo tenere a margine».
Negli Usa con Musk, ma anche in Italia con Salvini, c’era chi tifava AfD.
«Tutto è legittimo, ma io sono contento che quei voti si siano rivelati inutili ai fini del governo. Quel partito non ha a che vedere con un partito come la Lega, per intenderci. Sostengono tesi che nessuno qui sostiene, come le classi separate per i bambini diversamente abili. Sono posizioni inaccettabili».
In Germania la legge elettorale proporzionale permette di isolare le frange estreme. Nostalgie di quel sistema?
«Io sono per il proporzionale, ma sul modello del voto per i Comuni e le Regioni, con un premio alla coalizione vincente. A differenza della Germania, qui non abbiamo partiti da isolare. Ma ben venga, è un mio parere, un proporzionale con preferenze e soglia e premio di maggioranza».