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Le guerre commerciali non giovano a nessuno: Il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani (The Hindu)

Trade wars benefit no one Italian Deputy PM and Foreign Minister Antonio Tajani The Hindu
Trade wars benefit no one Italian Deputy PM and Foreign Minister Antonio Tajani The Hindu

Traduzione di cortesia. Per la versione originale in lingua inglese clicca qui

“Le guerre commerciali non giovano a nessuno”, ha dichiarato il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani, che venerdì è arrivato a Delhi per una visita bilaterale, sottolineando la speranza che, dopo una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci, gli Stati Uniti possano avviare colloqui con l’Unione Europea per un accordo, e che l’India e l’UE possano concludere un Accordo bilaterale in materia di scambi e investimenti (Bilateral Trade and Investment Agreement, BTIA) quest’anno. In una intervista scritta al quotidiano The Hindu, Tajani ha riconosciuto che sarà complicato concretizzare il potenziale del Corridoio India-Medio Oriente-Europa (IMEC) finché non ci sarà pace nei Paesi del Medio Oriente. Tuttavia, ha dichiarato che l’Italia è fortemente intenzionata a promuovere il porto di Trieste come hub per questa rotta commerciale.

 

Qual è la posizione dell’Italia sulle decisioni degli Stati Uniti in materia di dazi?

Il mio auspicio è quello di arrivare a un mondo senza dazi! I dazi penalizzano sia i consumatori che le imprese. L’Italia crede fermamente nell’importanza dei mercati aperti, nella libera e leale concorrenza, e in condizioni di parità per tutti gli attori economici.

La decisione del Presidente Trump di sospendere il suo piano sui dazi per 90 giorni è un segnale che accogliamo con favore, nella speranza che contribuisca a creare un clima più favorevole al dialogo. Le guerre commerciali non favoriscono non giovano a nessuno, tantomeno in una relazione strategica e fondamentale come quella transatlantica. L’Italia sostiene pienamente l’impegno del Commissario Europeo Sefcovic nel promuovere un confronto costruttivo con gli Stati Uniti. Siamo fiduciosi che, attraverso negoziati positivi, si possano raggiungere soluzioni vantaggiose per entrambe le parti.

 

Il Primo Ministro Meloni ha dichiarato che spesso le viene chiesto da che parte stia l’Italia: con l’Europa o con gli Stati Uniti. Considerando anche la sua partecipazione all’inaugurazione del Presidente Trump, ci si è chiesti se in Italia ci sia delusione per il fatto che Washington abbia consultato raramente l’UE, contribuendo a numerose divergenze pubbliche negli ultimi mesi – incluse alcune dichiarazioni controverse, come quelle sulla Groenlandia.

L’Italia, così come l’India, ha già sviluppato rapporti solidi con l’Amministrazione Trump. Tuttavia, resta fortemente impegnata a promuovere un dialogo efficace tra Europa e Stati Uniti su temi cruciali, dalla sicurezza al commercio. Il Presidente Trump sta portando avanti un’agenda ambiziosa, sia sul fronte interno che su quello internazionale, e ciò può generare tensioni, anche con partner tradizionalmente vicini come l’Unione Europea. Detto questo, abbiamo anche osservato una reale disponibilità da parte di Washington a collaborare con l’Europa. Un esempio significativo è rappresentato dalla serie di incontri del Quintetto convocati dal Segretario di Stato Rubio, che ho accolto con favore come un passo importante nella giusta direzione.

È fondamentale fare tutto il possibile per prevenire una frattura transatlantica. Per quanto riguarda le politiche sui dazi del Presidente Trump, il nostro approccio deve essere quello del dialogo costruttivo, non del confronto frontale. Serve un’interazione aperta e trasparente con Washington, nella convinzione che vi sia margine per una maggiore comprensione reciproca e per una cooperazione più bilanciata. La relazione transatlantica deve evolversi verso un nuovo equilibrio, e sono fiducioso che questo processo possa aprire la strada a nuove opportunità di collaborazione – opportunità che dobbiamo essere pronti a cogliere.

 

Durante la visita in India lo scorso febbraio, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il Primo Ministro Modi hanno indicato la fine dell’anno come termine auspicato per la conclusione dell’Accordo UE-India in materia di scambi e investimenti (BTIA). Quanto è realistico questo obiettivo, considerando i ritardi passati? E in quali settori India e Italia trarrebbero i maggiori benefici da un’intesa?

È vero che le trattative precedenti non hanno sempre portato ai risultati sperati, ma l’attuale fase negoziale è sostenuta da una volontà politica senza precedenti. La visita dell’intera Commissione Europea a Nuova Delhi lo scorso febbraio è stato un potente segnale di fiducia e volontà politica nei confronti della leadership indiana. L’Unione Europea è intenzionata a diventare un partner di primo piano per l’India, e c’è un consenso diffuso, sia a Bruxelles sia nelle principali capitali europee, sull’importanza di concludere un accordo ambizioso e vantaggioso per entrambe le parti. L’Italia, da parte sua, sostiene con convinzione l’impegno della Commissione in questi negoziati ed è fortemente interessata a vedere una conclusione positiva del processo.

 

Uno dei principali ostacoli nelle trattative per il BTIA ha riguardato i dazi doganali indiani e l’accesso al mercato per prodotti come vino, alcolici, beni agricoli e lattiero-caseari. Considerando che anche l’Accordo Bilaterale tra India e Stati Uniti (BTA) è attualmente in fase di negoziazione, l’Italia e l’UE si aspettano condizioni simili a quelle eventualmente offerte a Washington?

Ogni relazione commerciale ha caratteristiche proprie, e non diamo per scontato che gli accordi negoziati con altri partner – inclusi gli Stati Uniti – siano automaticamente applicabili o vantaggiosi anche per l’Unione Europea. Nel contesto delle trattative attuali, il nostro obiettivo è arrivare a un’intesa equilibrata, che tenga conto delle rispettive sensibilità e che sia concretamente vantaggiosa per entrambe le parti. Da parte nostra, l’impegno a favore di un accordo ambizioso e bilanciato tra UE e India è massimo. Confidiamo che anche i nostri interlocutori indiani condividano questa determinazione.

 

È possibile compiere progressi sull’IMEC tra l’India e il porto di Trieste anche in assenza di pace e stabilità lungo la rotta che attraversa Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e il porto israeliano di Haifa – Paesi attualmente coinvolti in relazioni tese?

Naturalmente, senza una stabilità duratura in Medio Oriente, sarà difficile realizzare appieno il potenziale del Corridoio. Tuttavia, per il Governo italiano, l’IMEC rappresenta molto più di un’infrastruttura: è un segnale di speranza e un possibile volano per promuovere stabilità e sviluppo in tutta la regione. Oggi più che mai è fondamentale iniziare a costruire una nuova visione per il progresso, rafforzando la connettività geo-economica e intermodale tra Asia, Medio Oriente ed Europa. In questo contesto, l’Italia propone il porto di Trieste come hub strategico a sostegno della cosiddetta “Cotton Road”. Trieste è un porto chiave nel nord-est dell’Italia, un’area che guida la nostra economia ed è un volano di crescita e innovazione.

Il nostro Inviato Speciale, recentemente nominato, lavorerà su dossier prioritari: infrastrutture portuali e ferroviarie, transizione digitale e strumenti finanziari, con un forte riferimento al programma Global Gateway dell’Unione Europea. Contiamo inoltre di convocare a breve un incontro ministeriale con tutti i Paesi coinvolti nella Cotton Road, per rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione.

 

Sostiene i negoziati tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina?

Non vedo l’ora di confrontarmi su questo tema con il Ministro Jaishankar. L’Italia riconosce e apprezza profondamente il ruolo che l’India svolge nel promuovere la pace e il dialogo sulla scena internazionale. Accogliamo con favore gli sforzi degli Stati Uniti volti a costruire misure di fiducia tra le parti coinvolte, con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura. L’accordo sul Mar Nero e lo scambio di prigionieri sono stati incoraggianti primi passi, facilitati dagli Stati Uniti, ma c’è bisogno di molta più buona volontà, in particolare da parte di Mosca. Questa guerra deve finire e la tragica perdita di vite umane deve fermarsi. Per arrivare a una vera soluzione, occorre un impegno autentico da parte di tutti gli attori, negoziati condotti in buona fede e, soprattutto, azioni concrete che diano seguito agli impegni presi.

 

La sua visita in India arriva pochi mesi dopo l’adozione, da parte del Primo Ministro Modi e della Presidente del Consiglio Meloni, del Piano di Azione Strategica Congiunta a margine del G20 in Brasile. Quali progressi concreti sono stati compiuti da allora?

Questo momento segna l’apice di un’evoluzione profonda nelle relazioni bilaterali tra Italia e India, oggi più solide e dinamiche che mai. Dall’adozione del Piano, abbiamo assistito a un’intensa attività diplomatica, con visite istituzionali di alto livello che hanno preparato il terreno per le attuali Consultazioni Politiche con il Ministro Jaishankar. Abbiamo definito insieme una serie di ambiti prioritari per la cooperazione nel periodo 2025-2029, tutti caratterizzati da un potenziale ancora ampiamente da valorizzare. Parliamo di transizione energetica, innovazione, connettività – in particolare attraverso l’IMEC – industria avanzata, difesa, sicurezza, rinnovabili, turismo, mobilità e migrazione. Nel corso della mia visita, avrò inoltre il piacere di inaugurare l’ufficio di rappresentanza di SIMEST S.p.A., uno strumento fondamentale per sostenere e incentivare gli investimenti delle imprese italiane all’estero.

 

La sua visita rientra nel pilastro del “dialogo politico”: quali temi si propone di affrontare nei suoi incontri con il Ministro degli Affari Esteri Jaishankar e il Ministro del Commercio Goyal?

Con il Ministro Jaishankar condurremo un’analisi approfondita del Piano di Azione Strategica Congiunta 2025–2029, ponendo l’accento sulle priorità più imminenti e preparando il terreno per una collaborazione sempre più strutturata e trasversale. Oltre a rafforzare la cooperazione bilaterale, discuteremo delle principali sfide regionali e globali, in un contesto internazionale complesso e in costante trasformazione. Il dialogo politico ad alto livello tra India e Italia, oggi più che mai, assume un ruolo essenziale.

Con il Ministro Goyal, sulla scia dell’Italy-India Business, Science and Tech Forum, ci concentreremo su settori strategici come l’Industria 4.0, la transizione energetica, le infrastrutture fisiche e digitali, nonché sulle tecnologie emergenti. Darò inoltre risalto al ruolo crescente della diplomazia culturale, con particolare riferimento alla moda e allo sport, sumenti potenti di dialogo e collaborazione anche sul piano economico.

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