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Tajani: “Governo al lavoro per la Sicilia. Putin sbaglia, deve aprire al negoziato” (Il Quotidiano di Sicilia)

CATANIA – Dal conflitto in Ucraina alla situazione nella striscia di Gaza, passando per le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti e al futuro dell’area del Mediterraneo. Sono numerosi i temi toccati nel corso dell’intervista esclusiva realizzata con il vice premier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, oggi in Sicilia, più precisamente a Noto, nel siracusano, per prendere parte al convegno dal titolo “Forza Italia, Forza di Territorio”, in programma all’Hotel Sofia.

L’attenzione della politica internazionale continua a essere orientata sui conflitti in Ucraina e a Gaza. Seppur con difficoltà, sembra si stiano aprendo degli spiragli diplomatici: che ruolo pub avere l’Italia all’interno di questo scenario?

“Siamo tutti impegnati per arrivare alla fine del conflitto e porre fine alle sofferenze del popolo ucraino. Lunedì scorso a Londra, con i miei colleghi dei principali Paesi europei, abbiamo espresso l’auspicio che un incontro diretto Putin-Zelenski possa rappresentare il primo passo concreto per arrivare a un cessate il fuoco, una pace giusta che garantisca il futuro dell’Ucraina e maggiore sicurezza e stabilità in Europa. A fronte della disponibilità ucraina, c’è ancora rifiuto della Russia al negoziato vero. Putin ritiene di avere ancora possibilità di guadagnare qualcosa continuando a distruggere ogni giorno città ucraine, colpendo soprattutto obiettivi civili. Putin sbaglia: sta continuando a distruggere l’Ucraina, ma sta danneggiando politicamente ed economicamente anche il suo stesso Paese. Deve aprire al negoziato”.

E il ruolo dell’Italia?

“In ogni caso il futuro dell’Ucraina passerà anche dalla ricostruzione. E in questo il nostro Paese è impegnato al massimo: a Roma il 10 e 11 luglio si terrà una conferenza internazionale a livello capi di governo. A Verona la settimana scorsa ho presieduto la quarta riunione preparatoria dedicata alla dimensione locale e regionale della ricostruzione, che ha visto la partecipazione di oltre 450 fra amministratori locali, rappresentanti governativi, aziende italiane, ucraine e internazionali a conferma del fortissimo interesse per l’iniziativa. Quindi puntiamo alla ricostruzione politica e materiale dell’Ucraina: ma prima è necessario che la Russia avvii il negoziato di pace per fermare questa guerra devastante”.

Sui dazi annunciati dall’Amministrazione Usa del presidente Trump si è aperto un acceso dibattito internazionale, anche con toni spesso sopra le righe. L’Italia può avere un importante ruolo di mediazione tra Stati Uniti ed Europa. Quale sarà la strategia per un accordo che possa soddisfare entrambe le parti?

“Il negoziato dei Paesi della Ue sui dazi viene condotto dalla Commissione, in particolare dal Commissario al commercio internazionale Sefcovic che è stato mio collega quando io stesso ero commissario e vice-presidente della Commissione Questo perché gli Stati nazionali della Ue hanno deciso saggiamente di delegare e concentrare i negoziati su dazi e tariffe a Bruxelles: siamo un mercato unico, e abbiamo più forza se nel mondo agiamo tutti insieme. Detto questo, l’Italia e io stesso con Sefcovic, abbiamo dato il nostro contributo al negoziato. In termini politici abbiamo invitato a preparare eventuali ritorsioni, a lanciare messaggi chiari agli Stati Uniti sul danno che i loro dazi farebbero all’economia mondiale, ma abbiamo chiesto anche di non accompagnare questo lavoro con messaggi aggressivi contro l’amministrazione Trump. Avevamo bisogno di nego- ziare, non di attaccare Trump e i suoi ministri. Mi sembra che gli ultimi segnali ci dicano che l’Amministrazione Trump negozia: i primi accordi con la Gran Bretagna, il negoziato diretto con la Cina sono segnali interessanti. La strategia quindi è una sola: negoziare, negoziare, negoziare”.

A Gaza la situazione umanitaria è estremamente critica. I bombardamenti continuano: cosa fa l’Italia?

“Dal 7 ottobre abbiamo manifestato totale solidarietà a Israele per il vio- lento attacco terroristico, per il massacro portato a segno da Hamas. Ma parallelamente, col trascorrere del tempo, abbiamo iniziato a chiedere a Israele di bloccare le azioni militari che hanno un prezzo altissimo in termini di vite umane di civili. Siamo stati così preoccupati per i costi umani per la popolazione palestinese da aver lanciato un nostro progetto nazionale, ‘Food for Gaza’. L’urgenza è ora di arrivare a un cessate il fuoco per bloccare gli attacchi militari, avere la liberazione degli ostaggi israeliani ancora prigionieri e aiutare immediata *** mente la popolazione. Ne ho parlato la scorsa settimana con il primo ministro e ministro degli Esteri palestinese, Mohammad Mustafa, e con il ministro degli Affari esteri israeliano, Gideon Sa’ar. II Governo italiano ha fornito, anche `Food for Gaza’, oltre 110 tonnellate di aiuti sanitari e alimentari. Nei giorni scorsi abbiamo poi deciso lo stanziamento di ulteriori 2 milioni e 500 mila euro al fine di consentire la prosecuzione degli interventi di assistenza alla popolazione interessata. Dall’inizio del 2024 è di 393 il totale dei palestinesi assistiti in Italia, di cui 123 minori, tra cui 14 pazienti oncologici. Abbiamo creato il progetto ‘Educare alla Pace’, che mette a disposizione 97 borse di studio in Italia per garantire un futuro di studio ai giovani palestinesi”.

Lei oggi sarà a Noto, in Sicilia. L’Isola rappresenta un punto di snodo fondamentale all’interno dell’area mediterranea. In che modo questa posizione strategica può essere sfruttata per favorire gli interessi del Paese?

“La Sicilia non è solo un luogo fisico, un’Isola al centro del Mediterraneo: è un luogo `geopolitico’, l’area per eccellenza in cui le culture, i popoli, anche le dominazioni si sono inseguite arricchendosi una con l’altra. Arabi, normanni, francesi, spagnoli nei secoli hanno occupato ma hanno anche arricchito. Oggi però la Sicilia deve sapere che il suo protagonismo viene spinto e rafforzato dall’Italia tutta, dal Governo di Roma e da tutto il Paese. Il 18 e 19 giugno saranno in Sicilia, a Taormina, i minsitri degli Esteri della Ue: celebreremo insieme la `Conferenza di Messina’ del 1955 dei primi sei Paesi fondatori della Ue. Torneremo in questo luogo per confermare che il ruolo eccezionale di questa `isola geopolitica’ va costruito assieme a tutto il resto dell’Italia e di tutta l’Europa, che è la vera casa comune dei popoli della riva Nord del Mediterraneo. Sono continuamente in Sicilia per confermare che il Governo nazionale è in Sicilia, vive e lavora per la Sicilia”.

L’Isola rappresenta da sempre una roccaforte di Forza Italia dal punto di vista politico. Quali sono i progetti per consolidare e rilanciare tale presenza sul territorio, anche attraverso il Governo regionale di Renato Schifani?

“Forza Italia è partito leader nella coalizione di centrodestra in Sicilia, è il partito che esprime il presidente della Regione, Renato Schifani, che è un protagonista centrale nella vita del nostro movimento. Siamo molto rappresentati all’Assemblea regionale, in tutti gli Enti locali. Ma questa forza non fa altro che darci maggiori responsabilità, ci chiama a maggiore impegno. Per la prima volta un rapporto Svimez ha visto la Sicilia crescere in termini di Pil rispetto al resto delle regioni d’Italia, anche del Nord. II nostro impegno deve essere uno solo: fare di tutto per favorire lo sviluppo economico dell’Isola. Raddoppiare l’attenzione alle tematiche che ci pongono le aziende, gli imprenditori. Il Governo nazionale lo farà innanzitutto sul tema delle infrastrutture. II tutto per portare sviluppo e sicurezza economica e sociale ai nostri concittadini. Forza Italia vuole che la Sicilia vada sempre più avanti, salga sempre più in alto”.

 

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