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Magnificent Architectures, con Luigi Ballarin Venezia incontra Sarajevo

Magnificent Architectures, con Luigi Ballarin Venezia incontra Sarajevo
Magnificent Architectures, con Luigi Ballarin Venezia incontra Sarajevo

È stata inaugurata a Sarajevo la mostra “Magnifiche architetture” dell’artista veneziano Luigi Ballarin, ospitata presso la Madrasa Gazi Husrev-Begova e realizzata in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia. Le opere rimarranno esposte nella prestigiosa sede museale sino al 12 maggio 2022. Oltre al pittore, hanno presenziato all’evento inaugurale – confortato da ampia cornice di pubblico e di organi di informazione – l’Ambasciatore Marco Di Ruzza, il Direttore del Museo Gazi Husrev Bey, Hafÿz Mensur Malkic, la Prof.ssa Aida Abadzic Hodzic, la curatrice Beste Gursu, l’artista Safet Zec, lo scrittore Dzevad Hodzic e il Prof. Dzevad Pleh.

Attraverso le opere in esposizione, Luigi Ballarin costruisce in modo suggestivo sottili collegamenti tra le radici dell’arte occidentale e quella orientale, trasferendone su tela le tradizioni e le culture comuni. La struttura pluralista e multiculturale tra Oriente e Occidente costituisce il motivo conduttore dell’esibizione, che – ispirata ad una mostra tenutasi in Qatar nel 2020 – viene proposta per la prima volta al pubblico bosniaco-erzegovese.

Il progetto (artista italiano, curatore turco e quale luogo espositivo la multiculturale Sarajevo) costituisce un interessante esempio di ponte interculturale e plurireligioso. “Il sostegno da noi fornito alla realizzazione della mostra – ha spiegato l’Ambasciatore Marco Di Ruzza – è pienamente coerente con la nostra azione di diplomazia culturale in Bosnia-Erzegovina, che mira non solo a promuovere la cultura italiana in un Paese dove il Made in Italy è apprezzatissimo, ma anche a connettere le diverse componenti etniche e confessionali attraverso iniziative che possano favorire il dialogo e la riconciliazione, guardando soprattutto alle nuove generazioni. Sono inoltre fiducioso – così Di Ruzza – che le “Magnifiche architetture” possano aprire la strada a nuove esperienze di scambio e collaborazione tra artisti italiani e bosniaco-erzegovesi”.