L’Ambasciata d’Italia in Myanmar, in occasione della XXIII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, ha inaugurato la mostra “Da Calvino a Marco Polo a Yangon”. L’esposizione, aperta al pubblico fino al 22 ottobre e allestita in tre diversi edifici storici lungo Pansodan Street, uno dei viali meglio conservati della città vecchia, propone un percorso che si ispira all’ opera di Italo Calvino e all’allegoria dei problemi di sostenibilità trattati ne “Le città invisibili”, per sviluppare una riflessione sulle sfide attuali che Yangon si trova ad affrontare.
La mostra – realizzata dall’Ambasciata in collaborazione con l’associazione Doh Eain, la rete di giovani urbanisti e studenti Young City Shapers e la galleria d’arte Nawaday Tharlar – presenta il valore universale della produzione letteraria di Italo Calvino nel centenario della nascita dello scrittore e riflette sul potere della letteratura di esplorare le sfide del mondo contemporaneo e modellare un futuro possibile.
Il percorso espositivo si snoda in tre parti: la prima prende spunto dalla mostra “Calvino qui e altrove”, una panoramica sull’opera di Italo Calvino e sulla sua fortuna letteraria nel mondo, creata dal Laboratorio Calvino e della Fondazione Mondadori per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La sezione successiva, “Marco Polo in Birmania”, propone un accostamento tra il racconto della Birmania del XIII secolo del vero Marco Polo (primo occidentale a descrivere il Paese asiatico) e la rappresentazione fantastica delle città del Marco Polo immaginario de “Le città invisibili” di Calvino, accompagnate da riproduzioni dei dipinti “Where is Venice” and “Where is San Marco” dell’artista birmano Htein Lin. La mostra si chiude con “La Yangon invisibile”, una serie di 10 dipinti di altrettanti artisti locali e 10 concetti elaborati dagli Young City Shapers, che immaginano versioni alternative della città di Yangon, ispirandosi alle fantastiche idee di Calvino e concentrandosi sull’idea di sostenibilità.