ONU
Nell’ambito delle Nazioni Unite, le sedi principali nelle quali sono affrontate questioni attinenti ai diritti umani e alle libertà fondamentali sono: la Commissione per gli Affari Sociali, Umanitari e Culturali (Terza Commissione) dell’Assemblea Generale a New York e il Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra.
Ogni anno la Terza Commissione esamina circa 70 proposte di Risoluzione in materia di diritti umani, che dopo essere negoziate e approvate, sono sottoposte all’adozione definitiva dell’Assemblea Generale. L’Italia partecipa attivamente ai negoziati in Terza Commissione e vanta un riconosciuto ruolo di primo piano in numerose campagne (tra le quali quelle a favore di una moratoria universale della pena capitale e contro le mutilazioni genitali femminili).
Il Consiglio per i Diritti Umani (CDU) è un organo sussidiario dell’Assemblea Generale dell’ONU, istituito nel 2006 con il compito di promuovere il rispetto universale e la protezione dei diritti umani, di intervenire in caso di loro violazione e di favorire il coordinamento delle strutture operanti nel sistema delle Nazioni Unite per le problematiche attinenti ai diritti umani.
Il CDU è composto da 47 Stati membri eletti per un mandato triennale dall’Assemblea Generale, con seggi ripartiti secondo il principio dell’equa distribuzione geografica. Il Consiglio si riunisce in sessione ordinaria tre volte all’anno (marzo, giugno e settembre) e in sessione speciale su richiesta di 1/3 dei suoi membri.
L’Italia è attualmente membro del CDU per il triennio 2019 – 2021, eletta a ottobre 2018 con un risultato numerico che l’ha vista prima nel gruppo WEOG (Western European and Others Group) e, in generale, tra i primissimi degli eletti anche in relazione
agli altri gruppi regionali. Durante il proprio mandato, l’Italia riserva particolare attenzione ad alcuni temi prioritari:
- la lotta contro ogni forma di discriminazione,
- i diritti delle donne
- i diritti dei bambini
- la moratoria universale della pena di morte
- la libertà di religione o credo e la protezione delle minoranze religiose
- la lotta contro la tratta di esseri umani
- i diritti delle persone con disabilità
- la protezione del patrimonio culturale e religioso
- i difensori dei diritti umani.
(Documento integrale dei “Voluntary Pledges and Commitments” – Brochure alla candidatura)
In precedenza, l’Italia era già stata membro del CDU per due mandati triennali: dal 2007 al 2010 e dal 2011 al 2014.
L’Italia partecipa attivamente alle varie attività del CDU, incluso il meccanismo di Revisione Periodica Universale (UPR), l’esercizio di monitoraggio della situazione dei diritti umani cui tutti gli Stati membri dell’ONU si sottopongono ogni 4 anni circa.
Il 4 novembre 2019 l’Italia si è sottoposta al III ciclo di UPR e ha ricevuto raccomandazioni da 121 Stati. Il Rapporto della sessione è stato adottato dal CDU il 12 marzo 2020 (consultabile sul sito dell’Ufficio dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani: UPR Italia ). L’Italia ha accettato il 95% delle raccomandazioni ricevute dagli altri Stati, confermando la rilevanza attribuita dal governo al ruolo svolto dal CDU e dai meccanismi da esso istituiti per la promozione e protezione dei diritti umani, fondamentali anche per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenza 2030.
L’Italia ha aderito a tutte le principali convenzioni internazionali adottate in ambito ONU in materia di diritti umani: la Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1976); i due Patti internazionali sui diritti civili e politici (1978) e sui diritti economici, sociali e culturali (1978) e i loro Protocolli opzionali; la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (1985) e il suo Protocollo opzionale; la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumane o degradanti (1989) e il suo Protocollo opzionale; la Convenzione sui diritti del bambino (1991) e i suoi tre Protocolli opzionali; la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata (2015); la Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità (2009) e il suo Protocollo opzionale.
Inoltre, nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite, l’Italia:
- sostiene il ruolo indipendente e le attività dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, contribuendo finanziariamente ai programmi del suo Ufficio;
- collabora con gli Esperti indipendenti e i Relatori speciali delle Nazioni Unite su questioni tematiche e situazioni-Paese relative ai diritti umani nel mondo;
- partecipa attivamente alle attività degli Organi dei Trattati ONU responsabili per l’attuazione delle Convenzioni Internazionali sui diritti umani delle quali l’Italia fa parte, fornendo informazioni e presentando rapporti periodici.
La promozione e tutela dei diritti umani sono anche parte integrante dell’”Agenda 2030” per lo sviluppo sostenibile adottata a settembre 2015, quale programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto da tutti i Paesi ONU. L’Agenda 2030 riconosce che lo sviluppo non è un fine in sé stesso. La pace e la sicurezza, la protezione dei diritti umani, lo stato di diritto sono tutti pilastri essenziali dello sviluppo sostenibile dell’umanità. La mancanza di sviluppo e di prospettive di sviluppo di individui e comunità indebolisce gli sforzi per costruire società pacifiche, inclusive e stabili.
Unione Europea
L’Unione Europea “si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze” (articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea – TUE).
A livello interno, il 7 dicembre 2000, Parlamento Europeo, il Consiglio dell’Unione Europea e la Commissione Europea, hanno adottato la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che ha assunto, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, lo stesso valore giuridico dei Trattati.
L’Unione si è così dotata di un proprio importante riferimento normativo in materia di diritti fondamentali. La tutela e promozione dei diritti umani in ambito UE operano sia sul piano interno dell’Unione (ossia difesa dei diritti umani all’interno degli Stati membri), sia sul piano esterno, ossia quello dei rapporti dell’UE con i Paesi terzi e nelle Organizzazioni internazionali.
Un ruolo importante per la tutela dei diritti umani all’interno dell’UE viene svolto dall’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA), istituita nel 2007 con sede a Vienna. L’Agenzia ha lo scopo di fornire alle Istituzioni Europee e alle Autorità nazionali assistenza e consulenza, relativamente ai diritti fondamentali, nell’attuazione del diritto comunitario, nonché di aiutarle ad adottare le misure o a definire le iniziative appropriate.
Sul piano internazionale, venendo a scadenza il Piano d’Azione per i diritti umani e la democrazia 2015-2019, il 26 marzo la Commissione europea e l’Alto Rappresentante hanno presentato il nuovo Piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia per il periodo 2020-2024 (Piano d’Azione), che nei prossimi mesi sarà formalmente approvato dal Consiglio.
Il nuovo Piano, espandendo i temi toccati dal precedente documento che copriva il quinquennio 2015-2019, mira a dare una nuova agenda operativa all’UE in materia di promozione e protezione dei diritti umani e a rafforzare il ruolo guida dell’UE e degli Stati membri in questo settore a livello globale.
Negli ultimi anni, l’Unione Europea si è inoltre dotata di Linee Guida sulle questioni più importanti in materia di diritti umani, tra cui la pena di morte, i diritti dei bambini, la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, la promozione e protezione della libertà di religione o credo, bambini e conflitti armati).
L’UE pubblica inoltre ogni anno un rapporto sulle politiche e le iniziative dell’Unione nel campo dei diritti umani e della democrazia a livello internazionale. A ciò si aggiunge anche il Rapporto annuale presentato dal Parlamento europeo sulle sue attività per promuovere i diritti umani.
Consiglio d’Europa
L’Italia è Paese fondatore del Consiglio d’Europa e figura tra i maggiori contributori al bilancio dell’Organizzazione. Il Consiglio d’Europa ha lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa.
Sotto l’egida del Consiglio d’Europa, il 4 novembre 1950 è stata firmata a Roma la “Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo” (CEDU) che ha predisposto un originale sistema di tutela internazionale dei diritti dell’uomo, offrendo ai singoli soggetti la facoltà di invocare il controllo giudiziario sul rispetto dei loro diritti, mediante l’istituzione di una Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sede a Strasburgo. Il sistema di monitoraggio sovranazionale previsto dalla CEDU ed in particolare il ruolo svolto dalla Corte costituiscono un modello senza precedenti a livello mondiale.
Dal novembre 2021 al maggio 2022 l’Italia assumerà la presidenza semestrale del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’organo decisionale composto dai Ministri degli Esteri di tutti gli Stati membri o dai loro Rappresentanti Permanenti a Strasburgo.
Istituzioni di particolare rilievo che agiscono nell’ambito del Consiglio d’Europa sono il Commissario europeo per i diritti umani e la Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, meglio nota come Commissione di Venezia. Il Commissario, istituzione indipendente e imparziale, ha il mandato di promuovere il rispetto dei diritti umani nei 47 Stati Membri del Consiglio d’Europa mediante un dialogo permanente con le rispettive autorità al fine di promuovere lo sviluppo di strutture nazionali a tutela dei diritti umani.
La Commissione di Venezia fornisce consulenza giuridica ai Paesi membri del Consiglio d’Europa, assistendoli in particolare nell’adeguamento delle proprie strutture giuridiche ed istituzionali agli standard europei ed internazionali in materia di democrazia, diritti umani e stato di diritto. Nata nel 1990, la Commissione è composta da “esperti indipendenti di fama internazionale per la loro esperienza nelle istituzioni democratiche o per il loro contributo allo sviluppo del diritto e della scienza politica”. Dal dicembre 2009 Presidente della Commissione è l’italiano Gianni Buquicchio.
OSCE
La dimensione umana – ovvero l’insieme delle questioni attinenti a diritti umani, democratizzazione e stato di diritto – ha sempre avuto un ruolo importante anche nell’ambito delle attività dell’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (OSCE).
Il principale strumento di promozione all’interno di tale Organizzazione è l’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights), con sede a Varsavia. Oltre a sviluppare l’azione di assistenza nel campo della tutela dei diritti umani, l’attività di monitoraggio elettorale e di consulenza giuridico-costituzionale nei Paesi in transizione, l’ODIHR organizza anche ogni anno a Varsavia, in autunno, lo Human Dimension Implementation Meeting (HDIM), che rappresenta la più rilevante occasione di incontro in ambito OSCE sui temi dei diritti umani e della democrazia, cui partecipano le delegazioni dei 57 Paesi membri dell’Organizzazione viennese e centinaia di ONG, rappresentanti della società civile.
Altrettanto importante è il ruolo svolto dall’Alto Commissario per le Minoranze Nazionali e dal Rappresentante per la Libertà dei Media, che ha il compito di coordinare la difesa della libertà e dell’indipendenza dei giornalisti e degli operatori dei media nell’area OSCE.
Nell’ambito della Presidenza italiana 2018 dell’OSCE, in occasione del Consiglio Ministeriale di Milano di dicembre, i 57 Stati partecipanti hanno adottato una decisione sulla sicurezza dei giornalisti, a 24 anni dall’ultima decisione dell’Organizzazione sul tema della libertà dei media e a 4 anni dall’ultima decisione adottata dall’OSCE nel contesto della Dimensione Umana.
Inoltre, sempre durante la Presidenza del 2018, l’Italia ha dedicato particolare attenzione al fenomeno del contrasto a ogni forma di discriminazione e intolleranza su base religiosa, ospitando a Roma due Conferenze internazionali complementari: una focalizzata sulla lotta all’antisemitismo e l’altra sul contrasto all’intolleranza e alla discriminazione nei confronti dei cristiani e dei musulmani.